Le scommesse sportive sono diventate sempre di più parte integrante di abitudini e divertimenti di molti sportivi. Un dato fin troppo evidente, ma che nessuno, o pochi, si sofferma ad analizzare e i motivi sono fin troppo comprensibili.  
Attraverso internet o dalle apposite agenzie, sono milioni i giocatori in tutto il mondo civilizzato, che mettono quotidianamente alla prova le proprie conoscenze e abilità, nel tentativo di trarne un guadagno. 
Lo Sport stesso ha cambiato il modo di proporsi, ora spezzettato durante la settimana, non solo per interessi televisivi, ma piuttosto per invogliare o attirare sempre più "appassionati della scommessa".

La redazione di VxL e cm, attraverso questa rubrica a puntate, ha sostenuto la mia iniziativa ritenendola interessante. Un contributo ad ampliare i punti di veduta, se possibile anche ad aiutarvi a poter cogliere qualche vittoria, sempre gradita, ma specialmente NEL CONCRETO TENTATIVO di evitarvi tutte quelle insidie che, invisibili, possono trasformarsi in problemi ben più gravi. Per molti, specialmente per chi è realmente uno "scommettitore" potranno sembrare analisi superflue o addirittura inutili, ma se avrete la pazienza di seguirmi, come fosse una semplice lettura sportiva, con divagazioni e rituali, anche bizzarri, sono certo che resterete piacevolmente sorpresi.
Buona lettura.

Puntata I
La scommessa, che sia "ingenua" o "economica", nasce certamente dalla convinzione da parte di chi vuole metterla in atto, di conoscere la risposta esatta o il risultato finale di qualche evento sportivo. Non so dirvi se scommettitori si nasca, oppure si diventi, ma  questo dettaglio è irrilevante, mentre è fondamentale essere sempre coscienti dei pericoli a cui, involontariamente, ci si può esporre.
Personalmente, già alle scuole superiori mi capitava spesso di giocarmi la "merenda" con qualche compagno di classe. Generalmente la scommessa ruotava sul sapere il numero di gol segnato da un giocatore, una formazione, oppure la data esatta o l'anno di qualche finale. Vincevo, ma anche perdevo. Evitavo cantanti e Formula 1, ero negato all'ora, come oggi.
Anche giocare al totocalcio era scommettere sulle proprie abilità, ma indovinare tredici risultati, senza l'aiuto di sistemi, era complicato. Sono riuscito ugualmente a fare un 12, con una vincita modesta, e un 11, sbagliando le prime due partite, Atalanta/Lazio, ma specialmente Bologna/Milan che, indovinandola, poteva  regalarmi la macchina che tanto sognavo, la Scirocco della Wolkswagen. Viceversa lo sbaglio, fin troppo grossolano di Calloni, centravanti rossonero, che da un passo dalla porta non riuscì a spingere in gol il solito "cioccolatino" confezionato da Gianni Rivera, spense ogni mio sogno di ricchezza, amplificando il mio disprezzo verso, lo "sciagurato Egidio".
Il passaggio successivo furono le scommesse moderne, nella duplice veste di illecite prima e successivamente, legalizzate, dando un ruolo e una fisionomia ben diversa, sia agli eventi sportivi, che a tutto ciò che ruota intorno. 

Prima di addentrarmi in un campo di cui molti non vedono quelle insidie a cui continuo ad accennare, ma di cui già conosco perfettamente il percorso, essendo stato parte integrante della mia vita lavorativa, una precisazione è OBBLIGATORIA ed è racchiusa in una frase che mi ripeteva spesso mio padre: "L'unico modo per guadagnare soldi è lavorare". 

Se vi ritenete già conoscitori della materia, fareste ugualmente bene a scriverla su un foglio. Non vuole essere assolutamente un consiglio a rinunciare a scommettere, ma al contrario, un suggerimento a non sottovalutare i rischi che, quello che apparentemente  può essere definito come un semplice "divertimento", può portare. Una frase da conoscere o rileggere quando i risultati pronosticati fossero costantemente avversi.  So benissimo che molti di voi staranno sorridendo ritenendo "ridicola" questa mia prima considerazione ed allora cercherò di essere più chiaro.
Se ci sono così tante agenzie che accettano scommesse, se vi regalano soldi pur che siate disponibili a giocare, è perchè sanno perfettamente che perderete i Vostri soldi, non certo i loro. Le loro certezze sono avallate non solo da dati statistici a loro vantaggiosi, ma anche da molteplici altre situazioni che riducono ampiamente le possibilità di vittoria. Difficile, se non impossibile citarle tutte, provo con le più importanti. 

L'avidità dello scommettitore, che non si accontenta mai, sognando vincite stratosferiche. Il condizionamento sportivo/passionale, che annebbia la scelta razionale da fare. Le scommesse prive di conoscenza. Quelle condizionate più dalla vincita che dalla logica. Quelle condizionate, da tempo e clima, da arbitri o da situazioni impreviste. Per poi concludere con la peggiore e la più dannosa, quando da divertimento, si trasforma in malattia, la ludopatia, facendo perdere lucidità e il rapporto con la realtà, focalizzando ogni interesse sulla scommessa da fare,  avviandosi verso l'abisso con  conseguenze catastrofiche, sia per la salute che per le proprie disponibilità economiche. La soluzione peggiore a cui non voglio più fare riferimento, ma che deve ugualmente essere conosciuta.
Ecco spiegato il motivo per cui chi volesse scommettere, solo seguendo una "DISCIPLINA" e delle regole, semplici ma precise, avrebbe la possibilità di non far parte della lunga schiera di "benefattori" delle Agenzie stesse. Fra moltissimi che perdono, c'è anche chi vince.                         

Quindi cercherò di esporre l'argomento, non solo nel tentativo di ottenere una singola vincita, che può anche essere gratificante, ma per affrontare le scommesse con continuità, padroni della situazione, nel tentativo di riuscirne a trarne un piacevolissimo guadagno. 
La sfida è fra voi e l'agenzia o il sito dove giocate, loro vogliono i vostri soldi e voi, logicamente, i loro. 
Se pensate di approcciarvi come un semplice divertimento, scelta poco logica, ma  piacevole, allora potete rinunciare a continuare questa lettura, anche perchè qui si conclude la prima puntata.