A valle degli ultimi eventi, non mi sento in torto a considerare Andrea Agnelli un pessimo scommettitore. Per lo meno negli ultimi tre anni.
Il 25 ottobre 2018 Beppe "Kissinger" Marotta lascia la Juventus dopo gli screzi con il Presidente seguenti l'acquisto di Ronaldo. Come ormai noto, Marotta non era del tutto convinto di questa operazione: a suo avviso non avrebbe portato a nulla ed anzi avrebbe solo complicato le cose. Allora venne considerato un pazzo dato il blasone che avrebbe portato Ronaldo, ma ad oggi lo si potrebbe definire "Nostradamus". Già, perchè al netto degli eventi, CiErre7 non ha portato l'unica cosa per cui era stato comprato direttamente dal Presidente Agnelli: la Champions League.

E qui siamo alla prima scommessa persa, anche se per ora non è definitiva: l'operazione 007 Cristiano Ronaldo. Alla fine della stagione 17/18 Agnelli capisce che la Juve è pronta a fare il salto di qualità: sul piano sportivo, su quello economico e su quello "social". Chi meglio dell'azienda CR7? Nessuno. Idealmente era l'operazione migliore. I problemi, col senno di poi, sono stati altri: l'addio del dirigente per antonomasia e il peso economico dell'operazione. Infatti, la Juve perse (come detto, per divergenze di "strategia aziendale") colui che l'aveva riportata al livello che il nome competeva, in pochissimi anni: Marotta. E, seconda cosa importantissima, il mantenimento di Cristiano Ronaldo in rosa ha decretato la rinuncia a molti altri giocatori validi, col fine di abbassare il monte ingaggi e "fare cassa" per mantenerlo.

Ed è qui che arriviamo alla seconda scommessa persa. Marotta lascia la Juventus e approda all'Inter (dove, tra l'altro, ha portato grandi risultati anche lì). La decisione della Juve è stata quella di affidarsi ad una dirigenza esperta e competitiva? Non proprio: Agnelli decide di affidarsi a Paratici e Nedved, con il primo che andò a ricoprire il ruolo di a.d. lasciato vuoto proprio da "Beppe". Scelta semplice, visto che se li è ritrovati "in casa", ma di sicuro non così vincente.
A questo punto, la nuova dirigenza decide di dare una svolta alla storia: non ci sarà più il "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta",  MA si darà spazio a qualcosa di nuovo. E questo "nuovo" è un gioco più propositivo e spumeggiante: viene ingaggiato Maurizio Sarri. Terza scommessa persa, visto che lascerà la Juve solo dopo un anno di contratto. Giusto per informazione, mi schiero dalla parte di Sarri.
Agnelli esonera Sarri e si affida all'allenatore dell'under 23 Andrea Pirlo, senza che avesse diretto neanche un allenamento nella sua vita. Non mi sento ancora di dire che sia stata l'ennesima scommessa persa. Anche perchè credo nel bisogno di lasciargli il tempo di formarsi. Questo il motivo del "+1" di cui nel titolo.
E allora qual è la quarta scommessa persa? Ovviamente, la SuperLega.
Ufficializzata alla mezzanotte del 19 aprile, ha visto il tramonto meno di 48 ore: neanche i primi DPCM del 2020 duravano così poco.  L'adesione alla SuperLega non incide direttamente, almeno per ora, sui risultati e sulle prestazioni della squadra. Eppure, a mio avviso, è la più grande scommessa persa di Agnelli. Ha fatto all-in su questo progetto e ha perso praticamente tutto: orgoglio, prestigio e credibilità.

CONCLUSIONE.  Sono più che favorevole allo scommettere su ciò in cui si crede, sulle novità e sul futuro. Credo anche, però, che sia più che necessario mettere un freno al numero di scommesse su cui si punta. Il grande errore di Agnelli, a mio avviso, è stato puntare contemporaneamente su troppi progetti: si è fatto prendere alla gola dalla voglia di strafare. Le strade ora sono soltanto due: si dimetta e consegni le chiavi del potere bianconero a qualcun altro. Oppure, mantenga la posizione ma faccia (più di) un passo indietro, ammetta le proprie colpe e le espii rialzando il nome e il marchio della Juventus.