I tifosi rossoneri possono finalmente dichiarare, senza paura e senza timore, che il Milan è tornato prepotentemente in corsa, pronto ad avventarsi su uno dei posti disponibili per partecipare alle prossime competizioni europee. Contro la Sampdoria il Milan si è preso campo e pallone e ha costruito la partita della "identità", quella che permetterà alla squadra di Gattuso di arrivare alle prossime, e finalmente decisive, sfide contro Roma, Lazio (semifinale Coppa Italia) e Inter, rinvigorito e più sicuro dei propri mezzi e della proprie qualità, da ieri sera evidenti a tutti, esperti e meno.

Il carattere della squadra di Gattuso è espresso dai numeri che compongono il “tabellino” finale della gara giocata contro la squadra di Giampaolo: miglior possesso palla, percentuale più alta di duelli vinti, dieci palloni intercettati contro quattro dei sampdoriani, undici corner a uno, venti tiri totali (otto nello specchio, contro due) e una serie di giocate convincenti che hanno portato a un rigore (con il primo errore dal dischetto in stagione) e alla traversa di Chalanoglu, che avrebbe potuto chiudere definitivamente l'incontro. Come ammesso dallo stesso Giampaolo nelle interviste concesse a fine partita, la sconfitta della Samp è figlia più della grande partita offerta dal Milan che dai demeriti della squadra blucerchiata, sempre pronta a respingere gli attacchi e le incursioni centrali dei giocatori rossoneri, ma messa continuamente sotto pressione dagli uomini di mister Gattuso, pronti a ripartire ad ogni occasione buona con la coppia Suso-Calabria sulla destra e il duo Rodriguez-Calhanoglu sulla sinistra. Il turco è stato protagonista di una gara tutta cambi di gioco e grandi recuperi, mentre lo spagnolo ha fornito la giocata giusta a Calabria che, con un cross ad uscire, ha servito un assist al bacio al sempre presente Jack Bonaventura, al quinto gol in campionato e al sesto centro stagionali, con la rete messa a segno nei preliminari di Europa League contro il Craiova. Da sottolineare la prova di Davide Calabria, autore di un assist e del cross che ha portato al rigore fischiato a favore del Milan, pendolino infaticabile sulla fascia destra, insuperabile in difesa e letale in fase offensiva. Da rimarcare inoltre la buona prova di Montolivo - schierato questa sera nel ruolo di vice Kessié - che si è sempre fatto trovare pronto in fase di copertura, mostrandosi comunque ancora lento e meno spigliato nella fase di ripartenza; stesso discorso può essere fatto anche per Biglia.

In generale il Milan comincia a funzionare e l'obiettivo da raggiungere appare ora più chiaro e riconoscibile, nonostante i molti punti persi ingenuamente sul cammino, soprattutto nel girone di andata. Per completare il puzzle rossonero, ricomposto pezzo per pezzo con l’importante e opportuno ritorno della difesa a quattro, a Gattuso serve trovare l'incastro giusto per Andrè Silva, un giocatore che tecnicamente e stilisticamente stuzzica la fantasia dei tifosi milanisti, pronti ad esaltarsi ad ogni giocata del giovane numero 9 portoghese, che tocca il pallone con una classe e una maestria prodigiose. Più vedo giocare Andrè Silva e Cutrone, più mi convinco della loro compatibilità e pericolosità, soprattutto se venissero schierati in tandem, in quanto i due attaccanti garantirebbero il giusto mix di tecnica e imprevedibilità. Il prossimo step programmato da Gattuso sarà quello di garantire vivacità e peso all'attacco rossonero, aggiungendo alla fame e alla grinta di Cutrone, l'estro e la magia di Andrè Silva, prossimo bocciolo pronto a colorare la spensierata, radiosa e fresca primavera milanista che, di settimana in settimana, aggiunge un fiore nuovo al suo rigoglioso e rinnovato giardino, in attesa che possa dischiudersi il sogno della Champions, fantasia a cui tanto lavora l’attento e paziente floricoltore della rosa rossonera, per poterla - chissà - trasformare a maggio, in una solida e viva realtà.