Ha prevalso l'aspetto tecnico, rispetto a quello umano. Trattato come una persona normale, sana, il passato è passato, d'altronde viviamo in una società dove l'ingratitudine è la norma, si veda l'esonero di Ranieri dopo il miracolo Leicester e tanti saluti per la gloria ed i momenti passati.

Però qui si sta ora discutendo di qualcosa di più importante, che va oltre l'aspetto calcistico. Non si tratta di avere pietà, di invocare comprensione o misericordia, si tratta di essere umani. Mettere da parte solo la questione cinica e fredda decisionale tecnica, cercando eventualmente un compromesso necessario.
Del Mihajlovic pensiero non condivido una sola virgola, abbiamo due visioni della società completamente diverse, opposte, agli estremi opposti, però lui, come essere umano, come uomo, ha trovato nel calcio l'appiglio alla sopravvivenza, ed è stato da stimolo, da esempio per migliaia di persone malate che come lui cercano la forza di aggrapparsi a qualcosa per uscire dalla tormenta, quando è possibile, di quella tremenda malattia che quando arriva ti risucchia, come altre di simile brutalità, anche l'anima.
Sinisa ed il calcio erano e sono una sola cosa, soprattutto con il Bologna. Adottato dal Bologna, dalla città, dalla società, dalla squadra. Se non si capisce questo, possiamo decisamente chiudere baracca.
Il giocattolo si è rotto, qualcosa non ha più funzionato e la società chiaramente deve andare oltre l'aspetto "umano" perchè deve salvaguardare il progetto calcistico Bologna che non se la sta passando benissimo anche se c'è chi è messo decisamente peggio di questo Bologna con zero punti.

Si sarebbe potuta pensare una soluzione diversa? Sarà stata valutata? Mantenere Sinisa nel progetto Bologna riconoscendogli un ruolo? Lui forse avrebbe declinato, non voleva rimanere lì per compassione, ma per merito, ma è innegabile che la questione malattia ed il suo cammino da allenatore sono stata una sola cosa, negarlo è da ipocriti e falsi moralisti.
Esonerare Sinisa è stato un grave errore sul piano umano, forse valutabile su quello tecnico, ma un compromesso era necessario raggiungerlo e l'auspicio è che un mezzo passo indietro possa essere fatto per non far finire in questo modo una storia che va oltre la panchina ed il calcio ed è stata da stimolo ed esempio per tante persone in difficoltà.
Ripensarci non è sbagliato, chiudersi a riccio, sì.