Saranno due mesi di fuoco quelli che serviranno per la conclusione del campionato, con la lotta Scudetto pronta ad entrare nel vivo con la sfida tra Juventus e Lazio e con l'Inter pronta ad inserirsi nella lotta.

Quella che doveva essere la lotta per il vertice tra i pluricampioni bianconeri e la nuova Inter di Conte è ben presto diventata una lotta a tre con la spesso bistrattata Lazio di Inzaghi, capace di ridurre il gap con le rivali fino a diventare, durante la stagione, la prima antagonista della squadra di Sarri.

Dopo cinque anni di vittorie (ma anche di polemiche) la Juventus ha deciso di cambiare sia a livello dirigenziale sia in campo: via Marotta e pieni poteri al suo braccio destro Paratici, via Allegri per dare spazio a Sarri in nome del bel gioco per migliorare una squadra spesso troppo pragmatica con il tecnico livornese.
A distanza di quasi un anno dai profondi cambiamenti il risultato non sembra essere poi così diverso dal passato: il famoso sarrismo non si è quasi mai palesato dalle parti di Torino, forse anche per via di un mercato poco incline alle esigenze del tecnico come dimostra l'annosa questione degli esuberi (Higuain ripescato in extremis, Dybala a lungo sul mercato, Mandzukic fuori rosa per i primi mesi di stagione fino alla cessione), un centrocampo troppo muscolare e la stagione sottotono di calciatori come Bernardeschi (individuato da Sarri alla vigilia della stagione come l'eventuale forza in più della sua squadra) e Rabiot (vero flop della stagione). Nonostante fatichi dal punto di vista del gioco, i risultati in casa bianconera sono (quasi) sempre positivi come dimostra la vittoria sull'Inter nell'ultima partita disputata anche se le sconfitte con la Lazio (in Supercoppa ed in campionato) e quella con il Lione in Champions denotano che per Sarri di lavoro da fare c'è ne sia ancora molto.

Se la Juve continua ad essere prima più per manifesta superiorità dei singoli che per il gioco, è ben diversa la situazione in casa Lazio dove Inzaghi negli anni è riuscito a creare una vera e propria macchina capace quest'anno di raccogliere finalmente quanto seminato nelle annate precedenti. Dopo stagioni di inseguimento alla Champions (obiettivo poi sempre fallito), questa stagione sembra (o meglio dire sembrava prima dello stop) quella giusta non solo per il ritorno tra le grandi d'Europa, ma anche per il titolo a distanza di ben vent'anni dalla vittoria dello storico Scudetto con Eriksson in panchina e Inzaghi in campo. Le idee di gioco dell'ex attaccante biancoceleste, la bravura di Tare nel trovare campioni futuri a basso prezzo e l'oculatezza di Lotito sono gli ingredienti principali di un sogno che finalmente potrebbe diventare realtà. In più durante questa stagione sembrava proprio che ogni pezzo si inserisse alla perfezione nel mosaico dei laziali con Strakosha in uno stato di grazia tra i pali, Acerbi sempre più leader della difesa biancoceleste (e della Nazionale dove è stato spesso preferito a Romagnoli), la vena realizzativa di Immobile (27 gol in 26 giornate disputate) e poi la classe di Luis Alberto e la forza di Milinkovic-Savic.
Ad Inzaghi va inoltre il merito di aver riscritto, già durante la scorsa stagione, la formazione biancoceleste abbassando Luis Alberto sulla linea dei centrocampisti dando così più spazio sia a Correa (che se dovesse diventare più lucido sottoporta diventerebbe ancora più forte e decisivo per le sorti della squadra) che a Caicedo (che ha già segnato lo stesso numero di gol realizzati nella passata stagione).

In casa Inter, a dieci anni dall'ultimo titolo, si è deciso invece di puntare su Antonio Conte uno che non accetta la sconfitta nemmeno in amichevole. Superato lo scetticismo iniziale, per il suo passato a tinte bianconere, e grazie ad un mercato importante l'Inter si è da subito imposta come anti-Juve grazie anche ad un ottimo girone d'andata terminato a soli due punti dalla squadra di Sarri e a più tre su quella di Inzaghi. Il solito calo di dicembre, sommato alle sconfitte con le due rivali per il titolo, è costato alla squadra di Conte il secondo posto con i nerazzurri al momento terzi a meno nove dalla vetta (i punti di distacco dalla Juventus capolista potrebbero diventare sei in caso di vittoria nel recupero contro la Sampdoria).

Il tour de force che aspetta le squadre di Serie A potrebbe ribaltare la classifica corrente, anche perchè si ripartirà da zero e nessuno godrà dei vantaggi accumulati durante la stagione regolare (la Lazio ad esempio non avrà più il vantaggio del mancato impegno europeo) per questo ci aspetta un finale scoppiettante e combattuto dopo anni di vittorie facili ottenute con largo anticipo dalla Juventus.