Se fosse solo un'eliminazione, basterebbe rimboccarsi le maniche, ma questa partita è la fine di un ciclo.

La Juventus esce dalla champions e mette una croce sugli ultimi nove anni di record. Inutile nascondere la faccia sotto terra, cercare alibi o accusare gli arbitri, ieri sera la Juventus ha mostrato i limiti di una rosa logora e vecchia. A parte Ronaldo, che comunque ha un'età non giovanissima, gli unici fuoriclasse sono Dybala e De Ligt. Gli altri? Giocatori forti ma non campioni. 

Szczesny sarà anche il primo portiere della Serie A per percentuale di parate (ha intercettato il 79,8% dei tiri che gli sono arrivati), ma non c'è partita che non cada almeno in un errore o in rischi al limite della sopravvivenza quando gioca con i piedi. La difesa è da rifondare; a parte l'olandese e Demiral, che però deve ancora imparare a controllare il dinamismo, la Juventus non ha marcatori. Chiellini è logoro, Bonucci è un regista arretrato e Rugani difende lasciando sempre un metro all'attaccante. Sulle fasce si registra l'involuzione di Alex Sandro e si adatta Cuadrado a laterale di destra, quando se giocasse cinquanta metri più avanti sarebbe devastante. Il centrocampo è lento e macchinoso. Tralasciando Bentancur, che però deve ancora capire bene quale sia il ruolo dove rende di più, gli altri non convincono pienamente. Rabiot sembra non avere carattere, Ramsey litiga spesso con il fisico, Matuidi è un ottimo interditore ma con i piedi adatti a stirare le camicie, Pjanic è un fenomeno solo nella play station, Khedira è un giocatore al tramonto. In attacco manca una vera punta. Higuain è ormai un attaccante da provinciale, Douglas Costa garantisce un terzo delle partite, Bernardeschi è l'eterno incompiuto e comunque non ha il gol nelle sue corde.

La domanda sorge spontanea: come rimediare? Quanti soldi dovrebbe investire la Juventus per rifondare la squadra? Sono semplici domande che però svelano come il ciclo della Juve sia alla conclusione. La dirigenza si è mossa bene con gli acquisti di Arthur e di Kulusevski, ma finché non vengono calati nell'ambiente Juve è difficile stabilire se siano più di una promessa. A dirla tutta servono almeno sette giocatori, ma se cerchi i campioni, devi avere un budget da emiro. Ma i soldi si sa, non sono a disposizione. Si insiste sull'inadattabilità di Sarri ad allenare la Juve, ma con questi giocatori potrebbe davvero fare meglio? Forse l'Ajax dell'anno scorso e il Lione di quest'anno sono utili per capire che la rosa della squadra più forte d'Italia è sopravvalutata.

Certo, l'anno prossimo la Juve sarà ancora una candidata per lo scudetto, ma in Europa il gap con le più forti è ancora una voragine. Si è aspettato troppo a cambiare la squadra? Forse sì, ma allora i dirigenti sono stati davvero così meritevoli? Ora serve coraggio e puntare sulla rifondazione, ma i tifosi saranno disposti ad almeno due anni di transizione? Alla Juve vincere è l'unica cosa che conta, ma i tempi non sembrano avvalorare il motto. E ricordiamoci che le giustificazioni sono l'alibi dei perdenti.