Archiviati gli ottavi di coppa Italia, torna la serie A in un weekend molto interessante. Incontri sulla carta piuttosto a senso unico, ma ultimamente ci siamo abituati a non dare nulla per scontato.

Ricomincia quindi il duello a distanza tra Juve e Inter (e Lazio?). Eravamo rimasti coi nerazzurri che pareggiavano in casa con l'ottima Atalanta, e bianconeri senza grossi problemi a Roma, sponda giallorossa. Lazio che con un pizzico di fortuna piegava il Napoli, e rimaneva agganciata al treno che porta all'olimpico. I commenti sui biancoazzurri negli ultimi due mesi si sono sprecati, e la partita interna con la Samp di domenica potrebbe far decollare definitivamente la squadra di Inzaghi, unici a battere la Juve in un girone d'andata che ha sancito la definitiva consacrazione dell'allenatore laziale. La vittoria in Supercoppa ha rischiato di minare le certezze di una Juve in un autunno senza cadute. Non é tempo di processi e già altre volte é successo di lasciare la Supercoppa all'avversario di turno, ma il dato di fatto é che Sarri ha mancato clamorosamente il primo obiettivo in una stagione che vede tutti i riflettori puntati su di lui, e sulla rivoluzione che dovrebbe portare i bianconeri a rimanere vincenti, pur cambiando filosofia di gioco.
Ecco perché la doppia sconfitta con la Lazio, parsa superiore in questo momento alla Juventus (lo ha ammesso pure Sarri), va interpretata come un piccolo campanello d'allarme. Da domenica in poi ci sarà sempre meno spazio per il "rodaggio", soprattutto con l'avvento della seconda fase della Champions League, con tutto il suo carico di pressioni. In generale comunque la Juve rimane più legata alle individualità, che al gioco offensivo e corale visto nel Napoli di Sarri. Stesso discorso per l'aspetto difensivo, punto di forza nella Juve di Conte e Allegri, ma traballante con l'allenatore ex Chelsea.
Non é dai bianconeri incassare 25 gol totali. L'ultimo Allegri si era fermato alla metà (12) al giro di boa. Preoccupano quindi la facilità degli avversari di arrivare al tiro (la mancanza di Chiellini si fa sentire), la difficoltà a trovare filtro ed equilibri, che spesso  si trasforma nell'esigenza di costruire un centrocampo di mediani, a scapito di giocatori con maggior tasso tecnico. Soprattutto se si sceglie di schierare il tridente extra lusso Ronaldo- Dybala- Higuain, centellinato all'inizio e sdoganato poi. Sarri é partito sostenendo che si potesse usare solo in certe situazioni e in certe fasi delle partire contro avversari con "scarso" palleggio, ma si é poi quasi ricreduto visto il momento dei tre tenori e servirà come non mai in Europa, dove si proverà ad arrivare in fondo.
Le motivazioni nelle diverse competizioni sono ovviamente molto differenti ( ne ha parlato anche Sarri), ma é un paradosso difficilmente accettabile, visto che una parte della rosa é stata rinnovata e la filosofia di gioco profondamente cambiata. Fare il minimo indispensabile in Italia per conservare il meglio per l'Europa é una strategia piuttosto pericolosa, oltretutto in una stagione che vede l'inter di Conte gettare il cuore oltre l'ostacolo, pur di rubare lo scettro ai bianconeri.
Gli ultimi giorni di mercato potrebbero aiutare in fatto di cessioni, visto che non arriveranno grossi colpi in entrata. Certo Emre Can sarebbe potuto servire in condizioni psicologiche diverse, e anche Mandzukic ai margini è stato forse uno spreco. Se arriveranno i rinforzi all'inter, annunciati dalle voci di mercato, sarà ancora più difficilmente riconfermarsi per la Juve, anche se la panchina é talmente lunga e competitiva  che permette un certo tipo di rilassamento.
Sará allora forse decisiva la sfida del 1 marzo alle 20.45 allo stadium. Ma si sa... in Italia lo scudetto lo vinci contro le piccole e incassando pochi gol.
Chiellini dove sei???