Ho visto cose che voi umani…”. Nel 1982 il genio di Ridley Scott dava alla luce “Blade Runner”. Sono trascorsi 37 anni e la frase del replicante, Roy Batty, resta assolutamente celebre. E’ divenuta persino un aforisma. Il significato pare abbastanza palese. Il personaggio interpretato da Rutger Hauer si riferisce alla sua vita passata e ai trascorsi lontani dal nostro mondo dove ha potuto osservare fatti davvero molto particolari che sono oscuri all’essere umano. Le parole che Scott pone sulla bocca di Roy sono diventate una espressione gergale che vuole sottolineare una situazione che si spinga ben oltre la soglia della normalità così come concepita dagli individui. Solitamente la locuzione non ha un significato prettamente positivo, ma non si vede il motivo per cui non possa essere utilizzata anche con questa accezione. In effetti, ha anche un tale senso.

Il film di fantascienza rappresenta un genere peculiare. Queste opere si fondano su elementi scientifici immaginari o che ancora irrealizzati. Tutta la trama prende spunto e si sviluppa da una simile situazione. Pur essendo una specie molto popolare non è di gradimento generalizzato. Come accade per tutto ciò che mostra specificità abbastanza marcate e prorompenti, anche per tale tipo di pellicola o la si ama dal più profondo o proprio non è possibile concepirla. Non esiste una via di mezzo. Se si ha passione per i film di fantascienza si assiste a tutte le opere possibili e immaginabili analizzandole sino al minimo dettaglio. Si attende l’uscita cinematografica come una finale di un mondiale di calcio. L’avvicinarsi dell’evento è direttamente proporzionale allo stato d’ansia. Al contrario, se non si ha un simile amore, si è completamente disinteressati e quasi infastiditi dal grande eco pubblicitario che solitamente ruota intorno a tali capolavori.

Si parla, poi, della "bellezza". Innanzitutto, si cerca di definirla. Ecco cosa si trova specificato in un noto dizionario: “L’essere bello, qualità di ciò che è bello o che tale appare ai sensi e allo spirito”. In realtà, nella storia del pensiero umano, si è sovente affermato come tutto sia arbitrario. Questo vale in particolare per il gusto che Ervin Laszlo diceva essere “soggettivo: io preferisco le mele, tu le arance; non c’è modo per decidere chi ha ragione”. Non esiste più grande verità e la beltà estetica ne è un classico esempio. Ognuno di noi trova affasciante una situazione che a un altro non provoca un medesimo effetto. Tutto dipende dai sensi che sono influenzati dallo spirito. Quest’ultimo forma la sua essenza all’interno della cultura nella quale siamo immersi, nel nostro modo di pensare e di affrontare la vita. E’ chiaro che vi possono essere situazioni simili, ma non saranno mai uguali. Proprio per questo, la bellezza è assolutamente soggettiva.

Tale lungo incipit trova perfetto riscontro in una delle più grandi novità dell’estate calcistica. Il riferimento è al matrimonio tra la Juventus e Maurizio Sarri. Più volte si è romanzato su questo rapporto per questioni che sono al di fuori del campo, ma che rendono il citato cambiamento un qualcosa di davvero particolare. Si parla del tecnico che è stato vicino alla “conquista del palazzo”. Colui che aveva l’intenzione di portare il popolo al potere sradicando dal trono l’imbattibile e oppressiva Regina, ma che ora decide di divenirne il consorte. L’allenatore con la tuta e il mozzicone di sigaretta che si sposa con lo stile sabaudo impettito e assolutamente fiero dell’importanza che dona alla forma estetica. Il mister che ha sempre sostenuto la teoria secondo la quale sia più importante mostrare un calcio divertente e propositivo piuttosto che centrare i trofei ora si unisce con chi afferma che “vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. In sostanza, l’apoteosi del contrario. E’ assolutamente logico e giusto che chi ha l’onore di poter lavorare nel mondo dei media e della comunicazione sportiva possa abbellire la propria opera con tali aneddoti che sicuramente affascinano il lettore provocando interesse pure in chi non è un amante del calcio. E’ chiaro che tutta questa letteratura che si è creata intorno alla figura di Sarri e, di conseguenza, del suo nuovo legame con la Vecchia Signora non può che affascinare e incuriosire pure l’ambiente esterno al calcio.

Non si esagera se si afferma che l’unione tra il toscano e la Juve ha già di per sé un forte significato intrinseco e naturale. E’ una vicenda che assume note assolutamente popolari e che, solo per questo, rimarrà scritta come un’incredibile pagina di storia dello sport più seguito nel Nostro Paese.

Si diceva: “Ho visto cose che voi umani…”. Si affermava che questa locuzione ha pure un significato positivo. Ecco, i tifosi della Juventus possono assolutamente iniziare a sognare a occhi aperti. In queste ore, sul web, è divenuto virale un video nel quale Cristiano Ronaldo e Higuain si scambiano il pallone seguendo una trama che soddisfa particolarmente le papille gustative di Sarri. Quest’ultimo, infatti, afferma soddisfatto: “Ohhhh, così mi piace”. Il classico accento toscano con il quale il tecnico di Figline manifesta tutta la sua approvazione è davvero godibile e divertente, ma soprattutto mostra una franchezza assolutamente genuina e veritiera.

Insomma, Sarri sta creando il mostro. Ha sempre necessitato di tempo per dare origine e forma alle sue creature. Così è accaduto con l’Empoli e lo stesso è valso per il Napoli. Detto questo, quando le sue squadre hanno raggiunto l’identità voluta dal loro allenatore, hanno garantito spettacoli sconosciuti alla terra. Alla guida dei toscani e dei partenopei non sono giunti i titoli, ma i tifosi sono andati in visibilio. Il calcio mostrato da queste compagini è stato qualcosa di meraviglioso e assolutamente fantascientifico.

Sì, quest’ultimo aggettivo rappresenta alla perfezione il gioco prodotto dal sarrismo. L’identità che il tecnico di Figline dona alle proprie squadre è un concentrato di scienza e fantasia. E’ chiaro che il risultato non può che essere esaltante. Tutto sembra studiato a tavolino. Ogni situazione pare creata in laboratorio. Maurizio assomiglia molto al professore che trascorre la sua esistenza all’interno della sua abitazione lontana dalla realtà della vita quotidiana di ogni essere umano. Qui, tra formule e ricette, avvia la sua micidiale macchina estetica. Una specie di moderno “Mago Merlino”.

Le sue squadre sono lo specchio della sua anima. Sarri è un artista libero dalle formalità e dagli schemi imposti dai vincoli di immagine. Le sue creazioni sono ricche di genio e di novità. Sono lontane dalla classicità. Rappresentano la freschezza. Al momento, il tecnico toscano mostra il gioco più moderno che il calcio possa esprimere.

Maurizio ama la qualità e desidera giocatori che abbiano una simile virtù. Non è assolutamente dogmatico, ma è alquanto probabile che calciatori con tali caratteristiche siano pure dotati di un estro fuori dal comune. Ecco che si giunge all’ultima mutazione del pensiero del tecnico. Questa l’ha condotto a poter serenamente ambire a una posizione nel gotha degli allenatori. Sulla panchina del Chelsea, Sarri pare essersi liberato da alcuni assiomi che imbrigliavano il suo gioco. Ora gli interpreti in campo hanno maggiore libertà di esprimere la loro fantastica arte. Così è accaduto a Eden Hazard che proprio grazie ai consigli del toscano sembra aver raggiunto il definitivo salto di qualità. Come il suo mentore ha abbandonato Londra. Giocherà nel Real Madrid. Durante la conferenza stampa di presentazione ai bianconeri, il tecnico di Figline ha spiegato in maniera assolutamente lampante il citato concetto affermando che organizza la squadra per i primi 70 metri, ma negli ultimi 30 i suoi calciatori sono completamente liberi di agire rispettando determinati principi. Non ho avuto l’onore e il privilegio di lavorare con Sarri quindi non posso affermare che questo non accadesse anche prima della sua avventura inglese. Immagino che sia vero il contrario, ma è consentito sostenere che tale pensiero pare proprio essere il manifesto del nuovo sarrismo.

Nell’ultimo anno al Chelsea, Maurizio sembra avere effettuato il definitivo salto di qualità. Ha mostrato di sapersi adattare a ogni situazione e richiesta. La necessità dei Blues era quella di unire il bel gioco alle vittorie e il toscano ha compiuto l’ultima metamorfosi. Ha centrato il successo in Europa League quando una delle principali critiche nei suoi confronti era quella di mancare gli appuntamenti internazionali o a gara secca.

Compiuti questi ultimi passi, ha convinto pure la Juventus che si trovava nella necessità di un tecnico con le sue qualità. Dopo i 5 anni vincenti trascorsi con Allegri, i piemontesi esigevano il cambiamento per non rimanere intrappolati in pericolose abitudini che rischiavano di logorare l’ambiente non portando alcun frutto. Al contempo Sarri aveva l’impellenza di rientrare in Italia e l’occasione bianconera non poteva che essere assolutamente raccolta. La Provvidenza ha posto la sua mano sulla situazione e ha incastrato tutti i tasselli come in un mosaico ravennate.

Paratici e colleghi stanno lavorando alacremente per mettere a disposizione del toscano un’autentica armata. Sembra che l’opera si stia incanalando nella giusta direzione. Ramsey, Rabiot e De Ligt sono i grandi colpi del calciomercato bianconero. Occorre, però, considerare anche l’arrivo di Demiral che è un giocatore straordinario. Presto potrebbe avere un ruolo importante nella difesa juventina.

Con il massimo rispetto per le altre squadre guidate dal toscano, questa volta Maurizio sembra avere a disposizione un potenziale devastante. Neanche ci si immagina quale “grande bellezza” potrebbe creare l’artista toscano. Se il tifoso bianconero pensa ad alcune soluzioni non può che sfiorare la libidine. Sarri solitamente predilige avere un terzino più fermo e uno con maggiori possibilità di spinta. Potrebbe richiedere un sacrificio ad Alex Sandro, che con Allegri ha pure agito come terzo centrale, lasciando Cancelo libero di scorrazzare. Nel cuore della difesa potrebbero agire De Ligt e Chiellini. All’olandese sarebbe richiesta una fase di impostazione con possibilità di uscita palla al piede. Lo stesso ruolo può essere occupato da Bonucci. Dato il grande spirito offensivo, questi rischierebbero di essere costantemente oltre la linea del centrocampo. La mediana formata da Emre Can, Pjanic e Rabiot o Ramsey ha caratteristiche molto simili a quella che vedeva protagonisti Allan, Jorginho e Hamsik. Forza, genio e inserimenti con un potenziale che pare differente. Si diceva che negli ultimi 30 metri gli uomini di Sarri agiscono secondo principi, ma con grande spazio all’estro. Ecco che taluno vede un ipotetico 4-3-fantasia nel quale Ronaldo partirebbe da sinistra, Higuain (o un nuovo centravanti) fungerebbe da perno offensivo con Dybala, Douglas o Bernardeschi che completano il reparto. Non si riesce nemmeno a immaginare quali frutti potrebbero nascere dalla libertà di azione di questi interpreti pur se ingabbiati nelle “leggi cornice sarriane”. Si tratta di un semplice esempio in quanto le soluzioni sono molteplici e prevedono anche il trequartista o la difesa a 3.

In sostanza, la bellezza è soggettiva. Detto questo è altamente probabile che, nel nuovo capolavoro di fantascienza juventina sapientemente coordinata dal regista Sarri, si vedranno situazioni prima sconosciute al genere umano.
Con questo non è assolutamente scontato che il matrimonio porti a risultati positivi o a vittorie. Nulla è certo e non lo può sicuramente essere una simile novità. Anzi, rappresenta un grande rischio.
Le parti, però, hanno fatto molto bene a giocarsi tale opportunità perché potrebbero davvero riscrivere la storia di questo glorioso sport.