Il precampionato della Juventus ha sicuramente permesso a Sarri di prendere maggiore confidenza con la mentalità e, soprattutto, con le aspettative dell’ambiente bianconero.

Tali aspettative, per un allenatore alla soglia dei 61 anni che per la prima volta in carriera si trova a dover guidare una rivoluzione tattica in uno dei 5 top Club al mondo, potrebbero essere state probabilmente una delle cause scatenanti dello sfogo post Atletico Madrid (il mister ha definito “imbarazzante” la questione degli esuberi in casa Juve).

Ma quanto di questo nervosismo (poi attenuato con toni più moderati da Paratici a Villar Perosa), nasconde una reale consapevolezza che una rosa ancora con la scritta “lavori in corso” potrebbe far perdere una quantità di punti in campionato maggiore rispetto a quelli preventivati?

Sarri ha dimostrato di essere un profondo conoscitore di aspetti tattici, ma anche di situazioni ambientali. Probabilmente sa bene che, oltre ad un Inter rinvigorita dall’effetto Conte, si troverà a duellare con quello che probabilmente è ancora il miglior allenatore che l’attuale Serie A può proporre, ossia quel Carlo Ancelotti che, al secondo anno di Napoli (ambiente tra l’altro ben noto a Sarri), ha trovato alcune delle sue certezze che potrebbero farlo partire in vantaggio nella prima parte di stagione.

Sebbene, nel lungo periodo, l’ampiezza e la profondità della rosa della Juve riusciranno sicuramente a venir fuori, quanto potrà destabilizzare la piazza un eventuale avvio zoppicante? Tra l’altro alla seconda arriverà allo Stadium proprio il Napoli di Ancelotti…

Sarri sa bene che i tifosi bianconeri sono poco pazienti, spesso pretendono risultati immediati. Come è noto, il mister conosce bene anche i limiti del suo approccio, primo su tutti le tempistiche di assorbimento  dei suoi dettami tattici. Sebbene negli ultimi 30 metri di campo il sarrismo si affidi principalmente all’estro e alla fantasia dei singoli, non avere un reparto avanzato definito e collaudato potrebbe portare a tempi di assimilazione molto più lunghi del previsto.

Certo, la forza dei singoli lì davanti ha poco da invidiare alle principali corazzate europee se si leggono i nomi, ma esaminando le diverse situazioni ci si accorge che forse un campanello di allarme è già scattato nella mente di Sarri.

Higuain, principale conoscitore degli schemi del tecnico toscano, non ha fornito prestazioni esaltanti in questo precampionato. Mandzukic, nonostante l’attenuante del necessario rodaggio per entrare in  condizione per uno della sua stazza, poco si adatterebbe al gioco di Sarri. Dybala, assumendo che si risolva al più presto il rebus tattico del suo posizionamento in campo, dovrà dimostrare in poco tempo che la sua involuzione dell’ultimo anno e mezzo sia stata dovuta solamente al tipo di gioco richiesto da Allegri.

Se a tutto ciò si aggiunge che due dei tre citati probabilmente partiranno (sul chi deciderà il mercato) e che probabilmente un nuovo innesto in attacco verrà fatto, con necessario periodo di inserimento annesso, ecco che i tempi per trovare un assetto definito si allungherebbero vertiginosamente.

 

Sarri questo lo sa… e probabilmente ha voluto trasmettere questo messaggio anche ai tifosi, qualora tra qualche mese ci si ritrovasse qualche punto indietro in classifica e con i primi malumori della piazza.