Oggi, nell'immaginario del tifoso, l'allenatore ideale, l'allenatore dei sogni è senz'altro Jurgen Klopp: insieme a Pep Guardiola sono i due allenatori più richiesti e sognati, con il tedesco che grazie alla vittoria dell'ultima Champions League sale di diritto al primo posto. Di conseguenza si sprecano elogi, confronti, e sentenze coi colleghi italiani rei di non essere all'altezza di questi due mostri sacri della panchina. Ciò che più si sente dire sono frasi del tipo: "Il Liverpool è il calcio e la Juventus è distante anni luce" oppure "Klopp è un maestro che sa far giocare bene le squadre, non Sarri che sta deludendo con la Juventus". Girando nel web e anche in questa community troverete molto materiale a riguardo. Che l'allenatore tedesco sia un grande allenatore non c'è alcun dubbio; che lui con Guardiola rappresentino al meglio la figura dell'allenatore moderno è chiaro: giovani, bravi, mediaticamente validi, con capacità manageriali, richiesti da marchi famosi per pubblicità ecc.. Ogni appassionato di questo sport, il sottoscritto compreso, non può non apprezzare il calcio proposto, come quello del tedesco, veloce, aggressivo, tecnico, il suo gengenpressing ha conquistato tutti. Ma tutti quelli che oggi sono saliti sul carro Klopp, a tutti quelli che oggi vogliono paragonare questo Liverpool alla Juventus, tutti quelli che lo vorrebbero alla propria squadra, sanno come è iniziata la sua avventura a Liverpool?

Intanto un appassionato di calcio e un po' intenditore non paragonerebbe mai una squadra al quinto anno di percorso con un allenatore ad una al quinto mese, già questo è poco credibile come paragone, ma veniamo al punto. Jurgen Klopp, dopo essersi messo in evidenza alla guida del Borussia Dortmund, approda al Liverpool nel 2015, succede a Brendan Rodgers, prende la squadra che ha appena concluso la stagione al sesto posto. Al termine della prima stagione, Klopp finisce il campionato addirittura ottavo, centrando però la finale di Europa Legue, sconfitto dal Siviglia. Il secondo anno arriva quarto e agguanta i preliminari Champions. Nella terza stagione conferma il quarto posto in Premier League e raggiunge una inaspettata finale di Champions Legue, sconfitto dal Real Madrid e dal proprio portiere, Kairus. Alla quarta stagione, arriva l'apoteosi della vittoria della Champions e il secondo posto in Premier League. Praticamente i primi tre anni sono terminati con un ottavo e due quarti posti in Premier. Ora, onestamente quanto avrebbe durato in Italia? Dove gettiamo la croce addosso a Sarri dopo cinque mesi, perché la Juve non fa un gioco spettacolare, e poco importa, ovviamente se è primo in classifica e ha raggiunto gli ottavi di finale con due giornate di anticipo. Oppure esoneriamo Spalletti dopo due quarti posti, nonostante allenasse una polveriera. O un Milan che cambia un allenatore ogni sei mesi, perché chi arriva non raggiunge subito un quarto posto. O le feroci critiche ad Allegri per il gioco espresso e le due finali perse.

Ora è facile essere sostenitori di Klopp, ma quattro anni fa, in Italia, come sarebbe stato accettato? Pensate che Klopp cambiò la tradizione dei Reds. La tradizione vuole che ogni giocatore del Liverpool, prima di entrare in campo, passando dal tunnel che immette al campo, toccasse con una mano lo stemma con la scritta "This is Anfield". Vista la penuria di risultati, Klopp disse che nessun giocatore avrebbe mai più compiuto quel gesto fino a quando non se lo sarebbero meritato. La realtà è che non esiste un allenatore con la bacchetta magica, e che tutto avviene sempre grazie al lavoro e alla costanza. Pensate che se al posto di Sarri fosse arrivato Klopp o Guardiola, dopo cinque mesi la Juve giocherebbe molto meglio di così, mantenendo questi risultati? Klopp ci ha messo tre anni per arrivare a certi livelli, pian piano ha aggiunto elementi adatti al suo credo calcistico, ed è arrivato a questo punto. Non subito, non al primo tentativo. Se stiamo realmente criticando Sarri dopo cinque mesi, non credo che in Italia sapremo costruire progetti del genere.