Era un po' che volevo rompere il silenzio, e quale occasione migliore di questa?
Ieri pomeriggio la Juventus espugna il Mapei Stadium con un secco 3-0 - al netto di qualche distrazione difensiva - mentre il "luminare" Sarri guida il Chelsea verso la sua più catastrofica sconfitta in Premier: un tennistico 6-0 dal Manchester City di Pep Guardiola.

Sparare sulla Croce Rossa è uno sport che non mi diverte. Men che meno provo soddisfazione nel dire "ve l'avevo detto...", non foss'altro che si può essere smentiti il giorno seguente. Ma a tutto c'è un limite. Posso comprendere che dopo 5 anni con la stessa guida tecnica l'ambiente juventino invochi aria di cambiamento, che il "non gioco" (cit.) di Allegri alla lunga conduca alla dialisi anche il più convinto dei suoi sostenitori. Non tollero però che venga mischiato il sacro con il profano, o se preferite il risultato concreto con l'idea effimera. 

Allegri non verrà ricordato dalla storia come un allenatore rivoluzionario. Ma ha vinto. E la vittoria, infine, fa passare in secondo piano il mezzo tramite il quale la si è raggiunta. Sarri, per contro, sarà rimpianto da qualche nostalgico a Fuorigrotta e potrà continuare ad esporre con ingenuo orgoglio un curriculum vuoto come lo spazio cosmico. Se domani si liberasse la panchina di un top club europeo secondo voi chi dei due verrebbe contattato per primo? Un coach che può vantare 12 trofei tra cui 5 campionati (quasi 6) oppure un collega che si presenta all'età di 60 anni avendo in bacheca un torneo di Eccellenza vinto nel 2001 con il Sansovino e una Coppa Italia di Serie D nel 2003 con la medesima squadra?

Questa veloce e imperfetta disamina, piuttosto retorica, mi porta ad analizzare il vero problema sotto la superficie: la coglionaggine di una parte del tifo bianconero. La quale pur di liberarsi di Allegri sarebbe disposta a privarsi dell'unica ragione per cui la Juventus esiste: vincere. Conosco a memoria la tesi difensiva del fedelissimo affetto da coglionaggine: "Se Sarri avesse allenato la Juve a quest'ora...". A quest'ora cosa? Avremmo 2 Champions in più? Avremmo fatto il Triplete? Suvvia, evitiamo di prenderci in giro.

Anzi, con Sarri allenatore lo scenario più plausibile sarebbe stato quello di una bacheca più scarna (qualcuno si dimentica le 4 Coppe Italia consecutive, record europeo) e difficilmente avremmo rivisto la Vecchia Signora disputare una finale continentale. A questo il fan malato di coglionaggine controreplica: "Arrivare in finale di Champions o essere eliminati ai gironi è la stessa cosa! Allegri non l'ha alzata e quindi ha fallito!". Dai gironi alla finale ci sono dai 40 ai 50 milioni di buoni motivi per continuare il percorso europeo. Dal 2012/13 la Juve è la squadra che ha incassato più soldi dall'Uefa (462 milioni, secondo il Real Madrid a 406,7), cosa che le ha permesso di cedere non oltre un pezzo pregiato ad ogni sessione di mercato, malgrado i ricavi dei bianconeri siano oggi poco più della metà rispetto ai competitors: 1) Real Madrid 750,9 2) Barcellona 690,4 3) Manchester Uniter 666,0 ... 11) FC Juventus 394,9 (Fonte Deloitte Football Money League). Da questa classifica si deduce che la società torinese ha un disperato bisogno di centrare tutti gli anni almeno le semifinali per evitare una diaspora altrimenti ineluttabile. Sarri dall'alto della sua sapienza tattica sarebbe in grado di raggiungere questo obiettivo? (Se risponderete affermativamente il vostro grado di coglionaggine è ufficialmente allo stadio terminale).

Riassumendo: io non mi aspetto di guarire il tifoso medio. Sarebbe tempo perso. A fine anno Allegri non sarà più l'allenatore della Juve, come scriverò in un prossimo articolo. Ma anche se l'avventura in Europa terminasse agli ottavi con l'Atletico Madrid, persino se il vantaggio di 11 punti sul Napoli dovesse essere dilapidato, NON posso tollerare che alcuni supporters juventini mettano sullo stesso piano Allegri e Sarri

Alla coglionaggine c'è un limite