Avete presente il film Ghost? con Patrick Swayze e la bellissima Demo Moore, quando in maniera molto sensuale, l'attore insegnava alla bellissima fidanzata a modellare la creta? Inizialmente senza riuscirci combinando dei pasticci, ma poi piano piano la creatura prendeva sempre più forma sotto le mani della bella Molly.
Ecco, ora immaginate che al posto della bellissima e giovane attrice americana ci sia il panciuto Sarri e che la creatura di creta in questione sia la Juve. Come dite? Difficile sostituire nella immaginazione collettiva Demi Moore con Sarri? Eh beh, c'avete pure ragione anche voi, ma serve un piccolo sforzo. Sarri, da sei mesi alla guida della squadra bianconera, ha lavorato e sta lavorando la sua creazione, proprio come una creatura di creta. Che inizialmente sfugge dalle mani, cade, si rovina, e che bisogna ripartire da zero. Perché questo è in poche parole il lavoro di un allenatore che vuole insegnare calcio giocato e non limitarsi se semplicemente alla gestione umana di una squadra. Gestire una squadra di livello come la Juve non è semplice, Allegri è stato un maestro in questo, chi arriva e deve entrare in un contesto già formato e coeso, fatto di uomini, di regole interne, di accordi, di equilibri e dinamiche che anche un bisbiglio sbagliato può sgretolare, ha un compito molto delicato. Se a questa gestione aggiungiamo la volontà di cambiare anche filosofia di gioco e mentalità, capite che possiamo dire tranquillamente di essere di fronte ad un compito arduo.
Perché la Juve non è una squadra di giovani facilmente plasmabile, è una squadra di campioni con il loro orticello già bello rigoglioso da preservare.
Così Sarri, pian piano sta tendando le strade percorribili in base al capitale umano e sportivo a disposizione. Chi si aspettava i miracoli dopo pochi giorni è rimasto deluso, ma probabilmente di calcio non ne capisce molto.

Sarri è arrivato alla Juve con i rischi che correrebbe un elefante in un negozio di Svarosky, più facile fare danni che non farli. E la sua personalità, certamente non dava molta fiducia in questo senso. Sarri è giunto in terra sabauda con un alone di negatività, i suoi trascorsi partenopei, alcuni suoi comportamenti, il suo integralismo tattico e la sua poca propensione al turn over, hanno fatto un po storcere il naso a molti tifosi bianconeri. Aggiungiamo la sua polmonite nel momento più delicato della stagione e l'infortunio del leader della difesa, Chiellini, alla prima di campionato, e quindi i presupposti per non Iniziare nel migliore dei modi la sua avventura in bianconero c'erano tutti. Comunque, lui ha iniziato la sua avventura, ha pian piano cercato di instillare il suo pensiero e credo calcistico alla squadra, senza però stravolgerne gli equilibri, e cercando il compromesso migliore tra ciò che lui vorrebbe e ciò che i ragazzi potevano dargli. Da lì il via a ovvi sperimenti, 433, 4312, 442, il tutto per capire il modo migliore per far rendere giocatori a disposizione. Molto più flessibile di quanto si potesse pensare.
La sua creatura è ancora agli albori, ma c'è e si vede sempre più. In campo la squadra alterna ancora momenti di disordine tattico e squilibrio, ma anche periodi di calcio propositivo, pressing alto e pressione in avanti sull'avversario. La squadra sa di non poter reggere i ritmi voluti da Sarri per novanta minuti, ma un po' alla volta i minuti aumentano, e le giocate sembrano sempre più fluide e memorizzate. Giocatori che inizialmente sembravano oggetto del mistero, come Ramsey e Rabiot, stanno prendendo sempre più confidenza con questo nuovo calcio e ambiente e sopratutto il francese sta dimostrando sempre più un miglioramento di condizione e di intesa coi compagni. Il primo tempo contro la Roma ha mostrato una superiorità netta, e se analizziamo le partite di cartello, la Juve le ha vinte tutte mettendo in luce, in quelle occasioni, un gioco tecnico e tattico di primo livello.
Diverso il discorso in altre occasioni, quando la squadra ha faticato parecchio contro squadre più coperte e chiuse bene dietro.

Insomma, la creatura della bellissima Demi Moore era ed è senz'altro molto più piacevole, ma ciò che si sta plasmando sotto le mani di mister Sarri promette molto molto bene. Credo che d'ora in poi vedremo sempre più una Juventus con un preciso spartito in campo da seguire, dove tutti suonano in armonia in una orchestra, che comunque può godere anche degli assoli dei suoi fuoriclasse.