Da anni, in Italia, la società calcistica per antonomasia è quella dove ogni elemento ha il suo ruolo, da svolgere con la massima serietà e senza intromettersi nel lavoro degli altri.

Quindi abbiamo il Presidente che dice sempre l'ultima, il ds a fare mercato e il mister ad allenare e gestire la squadra.

In altri campionati, ad esempio in Premier League, c'è invece l'abitudine di saltare alcune gerarchie: l'esempio più importante è rappresentato dall'allenatore che si trasforma in manager. Una figura che gestisce la squadra dentro e fuori dal campo e che dunque si occupa anche del mercato.

Una cosa più che giusta dato che, essendo che al mister vengono chiesti i risultati, è giusto che egli abbia la possibilità di esprimere i propri pareri.

Molti allenatori italiani, prendendo spunto proprio da questa struttura societaria all'inglese, hanno deciso quindi di iniziare a fare la voce grossa, presentando ai propri club sempre più richieste per avere i giocatori desiderati.

Nascono cosi rose sempre più fornite e piene di tanti "pupilli" per il mister.

Tutto ciò non fa altro che portare al tanto famigerato turnover, utile per far giocare e riposare tutti.

Questo fenomeno è molto utilizzato soprattutto dalle big che, ritrovandosi a giocare diverse competizioni, hanno necessità di far ruotare tutti i loro elementi.

Un allenatore, però, sembrerebbe pensarla diversamente: Maurizio Sarri, colui che potremmo nominare " l'anti turnover'.

Da quando è alla guida del Napoli, il presidente Aurelio De Laurentiis è spesso intervenuto sul mercato, seguendo molte volte anche le indicazioni date dal tecnico relative ai ruoli su cui intervenire.

L'estate scorsa, ad esempio, l'arrivo di Milik fece dimenticare quasi a tutti l'addio di Higuain, grazie ad uno strepitoso inizio.

L'idillio venne però fermato da un brutto infortunio subito dal polacco, che dovette star fermo fino a febbraio.

Giustamente Sarri chiese un intervento ulteriore sul mercato e, dopo uno sguardo alla lista svincolati, il presidente ADL piazzò il colpo Pavoletti, ben accetto da tutti.

Tra il giorno dell'infortunio di milik e l'arrivo di Pavoletti pero, Sarri aveva gia trovato la sua.soluzione con Mertens falso nueve. La conseguenza fu semplice: le presenze di Pavoletti e Milik potremmo oggi contarle sul palmo di una mano.

Altri esempi possono essere Maksimovic(25 mln) e Tonelli(15mln) , che alla fine hanno causato solo uno spreco di soldi.

Non a caso, anche in diretta tv, non sono mancati i battibecchi tra presidente e allenatore, con il primo ad accusare il secondo di non far giocare i neo acquisti.

Effettivamente, Se andassimo ad esaminare le rose iniziali nelle competizioni importanti (campionato e Champions) schierate da Sarri, andremmo a trovare sempre gli stessi 11 titolari, accompagnati da 1 massimo 2 cambi a saltare

Ad oggi, gli unici che sembrano ritenuti "degni" di far rifiatare i soliti 11 sono Zielinski e Diawara (con qualche sporadica apparizione di Rog)

Naturalmente, lungi da me criticare Sarri il quaLe, da 3 anni a questa parte, riesce ad esprimere il calcio più internazionale e bello in Italia.

E forse è proprio questo che lo porta a fare queste scelte: il fatto di aver trovato un alchimia e.degli automatismi che tutti invidiano, provoca in Sarri un sorta di paura di poter rompere questo giocattolo.

Questa scelta, come tutte, ha.comunque degli aspetti positivi e negativi.

Quelli positivi sono sicuramente il gioco da top club, intesa massima fra i giocatori e e pochi errori di lettura del gioco.

I lati negativi sono racchiusi in due parole: stanchezza e demotivazione.

Stanchezza perché spesso, la benzina del Napoli, è gia in esaurimento agli inizi di Aprile, causando spesso finali di campionati faticosi e logoranti.

Demotivazione perche ovviamente, nessun giocatore è felice di fare spesso o sempre panchina.

Un problema, quest'ultimo, affrontato purtroppo da troppi giocatori partenopei.