Nel freddo della notte torinese va in scena il quarto di finale di Coppa Italia tra la Juventus e la Spal. I bianconeri, con i dovuti favori del pronostico, sono chiamati a superare la squadra emiliana, che nel turno precedente aveva eliminato a sorpresa il Sassuolo, e conquistare la semifinale. Ad attenderli c’è già l’Inter di Conte, che è riuscita a superare il Milan con una punizione di Eriksen nel finale di partita. Dall’altra parte del tabellone è l’Atalanta la prima semifinalista. Nel pomeriggio i bergamaschi, nonostante l’inferiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo, hanno avuto la meglio di una Lazio, tenace quanto confusionaria, in una partita vibrante e ricca di emozioni. La squadra di Gasperini si giocherà il passaggio alla finale contro la vincente di Napoli - Spezia, partita con cui si conclude il programma dei quarti di finale. Una formula che sinceramente appassiona poco questa attuale della Coppa Italia. Concentrata in poche settimane a cavallo dei mesi di gennaio e febbraio, fin dalla compilazione del tabellone, al netto di qualche piccola sorpresa che ogni tanto si verifica, si riesce facilmente ad immaginare quale sarà il percorso delle squadre che raggiungeranno la finale. Potrebbe essere interessante eliminare il tabellone e procedere ad un sorteggio libero, magari disputando in gara secca anche le semifinali, l’unico turno che si disputa in doppia sfida, e anticipando ai sedicesimi l’ingresso nella competizione delle squadre principali. Con questa formula, tanto vale disputare una “Final Eight” tra le prime otto classificate della serie A. 

Pirlo decide di concedere un turno di riposo a molti dei titolari. L’incontro, sulla carta decisamente abbordabile, permette di fare ampio ricorso ai ragazzi dell’under 23. Sotto i riflettori Nicolò Fagioli, giovane centrocampista cresciuto nel vivaio bianconero, per il quale Allegri un paio di anni fa spese parole importanti. Finalmente è arrivato il momento di vederlo in campo tra i grandi. L’allenatore bianconero gli affida le chiavi del centrocampo, affiancandogli Rabiot. La linea mediana è completata da Bernardeschi largo a destra e Ramsey in quella solita posizione ibrida tra fascia sinistra e trequarti che, almeno fino all’esplosione di McKennie, lo aveva sempre visto come la prima opzione per Pirlo. In attacco, con Dybala ancora alle prese con il recupero dall’infortunio subìto contro il Sassuolo e Ronaldo nemmeno convocato, la scelta ricade sulla coppia Morata - Kulusevski, che molto bene aveva risposto nel turno precedente contro il Genoa. Linea verde anche per quanto riguarda la composizione del reparto difensivo davanti a Buffon, con Demiral e De Ligt chiamati a guidare i più giovani Dragusin, che inizia a ritagliarsi un discreto spazio anche in prima squadra, e Frabotta.

Il copione dell’incontro è chiaro fin dalle prime battute di gioco. Juventus a fare la partita, Spal attenta a coprire gli spazi senza però rinunciare a ripartire quando si presenta l’occasione, affidandosi all’esperto Floccari e alla rapidità di Brignola e Seck. Il ritmo di gioco è piuttosto basso e nella manovra bianconera interviene ogni tanto qualche errore di leggerezza, dovuto ad una partita che non accende particolarmente la tensione. La prima occasione è per Frabotta, con un diagonale di sinistro che  termina a lato non di molto, quando sono da poco trascorsi i cinque minuti di gioco. Nell’azione successiva è Morata ad impegnare il portiere della Spal Berisha con un destro da fuori area deviato in angolo. 

La partita si sblocca intorno al quindicesimo. Rabiot recupera palla nella sua metà campo difensiva e parte in progressione, aprendo quella falcata che gli permette di coprire quasi tutto il campo in pochi passi. Entrato in area, viene atterrato dall’intervento di Vicari. Il rigore sembra netto. L’arbitro Pezzuto  invece coglie una simulazione del centrocampista juventino, fischia la punizione per la Spal e ammonisce Rabiot. Lo sguardo del centrocampista francese, colto dalle telecamere, è di assoluta incredulità. La stessa che si coglie nella voce dei due telecronisti Rai. L’intervento del Var è inevitabile. La revisione al monitor è rapida, il replay non lascia dubbi.  L’arbitro Pezzuto cambia la sua decisione. Cancella il giallo a Rabiot e fischia il rigore per la Juve. Morata dal dischetto trasforma spiazzando Berisha. Esultanza moderata in campo, festa in panchina, con gli applausi di Pinsoglio verso la squadra.

Ottenuto il vantaggio, la Juventus continua a gestire senza troppe difficoltà la partita. La Spal non sembra in grado di creare pericoli alla porta di Buffon. Un tiro di Floccari abbondantemente alto è tutto quello che la formazione emiliana riesce a produrre in fase offensiva. Il raddoppio bianconero appare un evento inevitabile, vista la differenza tecnica in campo, e arriva quando da poco è passata la mezzora. Kulusevski galleggia leggero attraverso tutta l'area di rigore avversaria, evitando per due volte, con un paio di sterzate che evidenziano il suo alto livello tecnico, il tentativo di intervenire in scivolata da parte del diretto marcatore. Dalla linea di fondo campo scarica all’indietro, verso il limite dell’area, dove arriva in corsa Frabotta. Il giovane terzino, di prima intenzione, lascia partire un sinistro teso che, leggermente deviato, si infila sul primo palo battendo l’incolpevole Berisha. Il raddoppio della Juventus arriva quindi con il primo gol in carriera per questo ragazzo. La celebrazione dell’evento è guidata in panchina da un sorridente Pinsoglio, che esulta insieme ad un altrettanto sorridente Chiesa.
La tensione cala ulteriormente, la manovra è sporcata da qualche errore di troppo in palleggio. Ramsey vaga per il campo senza trovare né la posizione per incidere, né una giocata efficace. L’ultima occasione del primo tempo è per la Spal che va di nuovo al tiro con Floccari. Questa volta il destro da fuori dell’attaccante passa non molto distante dal palo alla destra di Buffon.

Pirlo effettua la sua prima sostituzione durante l’intervallo. Esce Bernardeschi, che deve arrendersi ad un colpo subito nel finale di primo tempo. Autore di una partita di grande impegno, segnata però come al solito da troppe scelte in fase di possesso palla difficili da comprendere, lascia il posto a Di Pardo, altro ragazzo dell’Under 23 all’esordio in prima squadra. Non si noterà nessuna differenza.
La Juventus rientra in campo determinata a trovare il terzo gol. Nel nel primo quarto d’ora del secondo tempo si contano diverse occasioni. Prova due volte Kulusevski, poi vanno al tiro anche Ramsey, Morata, Rabiot e ancora Frabotta, trovando sempre Berisha attento. La partita non ha più una storia da raccontare. Troppo grande il divario tra le due squadre per ipotizzare un finale che non preveda la vittoria della Juventus. Pirlo ne approfitta per far riposare Morata. Toccato duro alla caviglia, viene rilevato da Chiesa. Si rivede anche Alex Sandro, fermo da inizio mese per l'infezione da coronavirus. Il terzino brasiliano prende il posto dell’ottimo Frabotta, autore di una prestazione convincente per la continuità e l’efficacia con cui ha accompagnato sulla sinistra l’azione offensiva, proponendosi in più occasioni al cross oppure alla conclusione. Certamente il livello non eccelso degli avversari ne ha facilitato i compiti, soprattutto difensivi, ma si può parlare di  una partita giocata con personalità.
Un tiro a giro di Chiesa, con un destro sul palo lontano che termina la sua corsa ad un passo dalla porta, e qualche momento di apprensione, causato dalla a volte troppo elaborata pretesa di uscire sempre e comunque palla al piede dall’area di rigore, accompagnano la partita fino al terzo gol. Lo segna Kulusevski, poco dopo la mezz’ora, servito da Chiesa, bravissimo a sfruttare l’indecisione di Tomovic e a smarcare il compagno davanti a Berisha. Freddo lo svedese a sfruttare l’occasione.

Pirlo sul 3-0 coglie l’opportunità di mandare in campo un altro giovane. Entra Cosimo Da Graca, centravanti della Primavera e dell’Under 23, anche lui al debutto in prima squadra. Una bella politica quella adottata in questa stagione dalla Juventus, che attinge al suo serbatoio giovanile per trovare elementi in grado di occupare stabilmente un posto in rosa o quantomeno che possano rendersi utili in caso di necessità. Una politica che potrebbe permettere alla società bianconera creare alternative in casa,  evitando quindi di disperdere risorse nell’acquisto di giocatori che poco o nulla aggiungono al valore complessivo della rosa. Da Graca prende il posto di Demiral, autore complessivamente di una buona prova pur evidenziando qualche limite in costruzione. Lascia la sensazione di non gradire troppo quel ruolo di regista difensivo cui lo slittamento a tre in fase di possesso palla, preteso dal calcio “liquido” di Pirlo, lo costringeva.  

L’ultimo cambio della Juventus vede l’ingresso in campo, per gli ultimi minuti di gioco, di McKennie che prende il posto di Fagioli. Il giovane centrocampista, sicuramente il giocatore più atteso della serata, sembra essere l’elemento più interessante tra i ragazzi fin qui proposti in prima squadra. Ha convinto con una prestazione che ha evidenziato fin dai primi minuti una buona personalità. Bravo nel tenere il campo, in possesso di un bel tocco di palla e capace di muovere il pallone, prevalentemente sul corto, in due tocchi, per certi aspetti ricorda, e il paragone vuole soprattutto essere di buon augurio per il ragazzo, il Marchisio che abbiamo visto nella parte finale della sua carriera, quando prese il posto di di Pirlo in cabina di regia. Naturalmente va testato in prove più impegnative, soprattutto per valutare le capacità difensive e di interdizione nelle quali sembra mostrare ancora qualche carenza. Al momento lo vedo come una mezz’ala di regia, una promettente alternativa ad Arthur. Affiancato da due giocatori fisicamente consistenti, come ad esempio Bentancur e Mckennie, potrebbe trovarsi nelle condizioni per rendere al meglio. Sicuramente è un giocatore che va tenuto in rosa e riproposto in campo il più possibile, magari quando la partita lo consente, sfruttando in pieno le opportunità offerte dalle cinque sostituzioni. Un prestito in serie B, in una squadra di basso livello che gioca un calcio faticoso e ruminato, in cui i giocatori di qualità rappresentano più un fastidio che un valore aggiunto, sarebbe probabilmente negativo per il suo sviluppo come lo è stato per quello di tanti ragazzi che, usciti con tante aspettative dai vivai, sono affogati in quel calderone che è diventato oggi il calcio di provincia.

Una bella conclusione del nuovo entrato Da Graca che impegna Berisha e il gol del definitivo 4-0, segnato proprio negli ultimi istanti da Chiesa, entrato in porta con il pallone dopo aver aggirato il portiere albanese, concludono una serata positiva per la Juventus, che nel rispetto dei pronostici passa agevolmente il turno, regalandosi una nuova sfida contro l’Inter. Una semifinale particolarmente attesa dopo la brutta prestazione nel confronto diretto di un paio di settimane fa. Andiamo incontro ad un mese di Febbraio particolarmente intenso, con le sfide alla Roma e al Napoli e il ritorno della Champions League con il viaggio ad Oporto.
Un mese ricco di sfide che chiariranno in maniera definitiva cosa attende la Juventus e i suoi tifosi da qui alla fine della stagione.