L'affaire Kaio Jorge era, con ogni probabilità, un caso semplice, con un ragazzo in scadenza di contratto destinato a cambiare squadra al 1° gennaio 2022. Si è, invece, complicato all'improvviso diventando un piccolo rompicapo, meno banale di quello che può sembrare.

La Juventus era andata per prima sul giovane centravanti, accordandosi con il giocatore e i procuratori su ingaggio e commissioni. Il progetto bianconero era quello di tesserare il ragazzo da gennaio, senza esborso a favore del club di appartenenza, ma destinando tutte le risorse al diretto interessato e al suo entourage.
Il Milan si era poi inserito con un'offerta importante per giocatori e rappresentanti, condita dalla prospettiva non irrilevante di un accordo con il Santos per liberare subito Kaio Jorge. La cosa avrebbe consentito al brasiliano di arrivare prima nel nostro campionato, con sua comprensibile soddisfazione. Peccato, tuttavia, che i rossoneri fossero convinti di cavarsela con 3 milioni di euro e non di più, contro i 10 chiesti dai Santi. Un errore grave, perché quei 3 milioni erano troppo pochi, una cifra così bassa, da non poter essere accettata dalla controparte.
Il Santos ha provato a scatenare la bagarre, sbandierando un'offerta del Benfica in contropartite tecniche, cosa che nei trasferimenti internazionali, quasi tutti in cash, non si pratica di fatto più. Un bluff enorme, talmente grande che il Milan non c'è cascato. Comunque, tale bluff ha rivelato alla Juventus la debolezza della posizione dei rossoneri, incapaci di prendere Kaio Jorge in anticipo.
I bianconeri hanno rinnovato l'offerta ai procuratori del brasiliano per il 1° gennaio e hanno inviato una comunicazione al Santos avvertendolo che, nel rispetto dei regolamenti internazionali, il club di Torino sta trattando il giocatore.
E' stata una mossa strana, che si può spiegare solo come una maniera di demoralizzare Santos e Milan. Di solito, infatti, si pubblicizza la firma del contratto e non la trattativa.
Il Milan non si è demoralizzato, ma è rimasto alla finestra, convinto che, alla fine, il Santos prenderà i 3 milioni rossoneri invece del niente bianconero. Potrebbe essere Kaio Jorge, tuttavia, a voler sbarcare a Torino preferendo la Juventus al Milan.

Il gioco dei rossoneri è molto rischioso, se davvero tengono al giocatore. Stanno mantenendo pericolosamente in gioco un avversario come la Juventus, che gode al momento di maggiore appeal del Diavolo presso i giocatori. Fra Santos e Milan, Kaio Jorge avrebbe scelto il Milan, mentre è difficile che lo faccia fra Milan e Juventus, un po' come Chala che è passato in nerazzurro con un entusiasmo non giustificato da un solo milione in più di ingaggio.
La scelta rossonera di non fare aste potrebbe sembrare ammirevole, ma lo sarebbe solo se l'asta si tenesse per decine di milioni di euro. Se si tratta di una manciata di milioni, come in questo caso, non lo è più. Quello del Milan, in sostanza, potrebbe essere un atteggiamento autolesionista che, a lungo andare, potrebbe causare il mancato ingaggio di giocatori a 18 milioni, vedi Simakan, per comprarne altri nello stesso ruolo a 28, vedi Tomori.
Dovesse riuscire nello scopo, Maldini sarebbe ammirevole e lodevole per la sua freddezza, ma se Kaio Jorge passasse in bianconero, il dirigente del Milan sarebbe da biasimare, perché nel mercato contano i risultati. 
Nel caso di Kaio Jorge è davvero concreto il pericolo che arrivi qualcuno per finire il lavoro che i rossoneri non hanno voluto continuare. In bocca al lupo, ma il rischio c'è.
Come Pioli ha passato una stagione a gestire partite senza chiuderle, assumendosi rischi enormi e inutili, le strategie di mercato rossonere danno l'aria di voler ripetere lo stesso errore nelle trattative per l'ingaggio dei giocatori. Quando non chiudi, puoi sempre essere fregato.
E forse converrebbe meditare se sia davvero opportuno andare su obiettivi che non si è sicuri di voler perseguire fino alle estreme conseguenze. Se inizi, devi essere pronto ad arrivare alla fine, perché sui giocatori validi c'è sempre un po' di asta da fare, salvo eccezioni. Queste, come si sa, confermano e non smentiscono la regola.