08 marzo 2022, Anfield Road, Liverpool, minuto 63, Alexis Sanchez va improvvisamente controvento e ferma quella che sarebbe forse stata una delle più epiche imprese calcistiche dei primi ventidue anni del ventunesimo secolo.

Facciamo un passo indietro: l’Inter inizia la gara con il giusto piglio, la testa è libera ma concentrata, non c’è pressione, nulla da perdere, c’è solo voglia di dimostrare all’Italia, all’Europa, al Mondo di essere forti, di essere tra le più forti. Le gambe vanno ai giri giusti, i piedi non sono rigidi e si passano la palla come fosse telecomandata, come fosse un video game. Il Liverpool non giganteggia, non è arrembante, non lascia l’Inter senza fiato, non la travolge, non la schiaccia, la osserva quasi timoroso di aver di fronte qualcosa alla pari, forse addirittura superiore. Il resto è storia, la storia di una partita che piano piano i padroni di casa prendono in mano a livello territoriale, i numeri dicono possesso palla a loro favore, ma al minuto 61, dopo due pali dei Reds, Lautaro Martinez come per incanto ritorna ad assumere le sembianze di un giocatore da Champions League e dai venti metri insacca di mezzo esterno la palla alle spalle dell’incolpevole e rassegnato Allison Ramses Becker.

Due minuti, neanche il tempo di esserci resi conto del miracolo sportivo che poteva realizzarsi e Alexis Sanchez da Tocopilla, città che ha dato i natali anche a Alejandro Jodorowsky, drammaturgo, regista, attore, compositore e soprattutto scrittore del sogno lucido, decide di svegliarci tutti quanti, di riportarci alla realtà, e decide di farlo entrando, come già aveva fatto nel primo tempo, con il piede a martello sulla gamba di un contendente, facendosi così espellere, fermando la barca che con il vento giusto stava correndo dritta verso un traguardo che solo un folle avrebbe potuto presagire.

Cosa rimane di quell’impresa sfiorata, sognata lucidamente per soli due miseri minuti? Rimane il coraggio, la grinta, il sudore; rimane l’aver onorato la maglia e la risposta dei ragazzi della Curva Nord volati nella fredda Inghilterra per sostenere i loro beniamini è stata: APPLAUSI.
Purtroppo però rimane anche la grande fatica mentale e fisica, gli infortuni muscolari di De Vrji e dell’insostituibile Brozovic, la delusione di sapere che in undici contro undici ce l’avrebbero probabilmente fatta, ma con i ma e con i se non si va da nessuna parte, alla fine quello che veramente conta è il risultato, e purtroppo dice Liverpool ai quarti di finale e Inter incerottata a casa.
Da qui alla fine della stagione rimangono undici partite da giocare in campionato, compreso il recupero con il Bologna, e la ricca di significati semifinale di ritorno di Coppa Italia con i cugini milanisti.

Speriamo che il vento giri dalla parte giusta e che nessuno dei nostri decida di prenderlo al contrario, e speriamo di non pagare in maniera esagerata la fatica di ieri sera, tempo per sbagliare non ce n’è più, il Milan è davanti, la Juve incalza, il Napoli ci marca stretto, la seconda stella è un sogno che non deve diventare un incubo.