Più di una settimana fa la nostra amata Nazionale ha perso lo spareggio decisivo con la Svezia. Prima di scrivere questo articolo ho voluto far passare un po' di giorni sia per analizzare meglio i fatti, sia perché ancora non riuscivo a crederci.

L’Italia è fuori dai Mondiali 2018 per la prima volta dopo sessant’anni. Scrivo questo articolo con il cuore in mano, lo scrivo con le lacrime; con le lacrime di Buffon.
Dopo il fischio finale sono rimasto lì fermo a fissare lo schermo per almeno cinque minuti così, come inebetito. Non ci potevo credere (e non ci credo ancora) che quella fosse stata l’ultima partita di Buffon, Barzagli e De Rossi (e forse anche di Chiellini). Io sono interista e voi sapete bene che non provo grande simpatia per la Juve; ma di fronte alle lacrime di Buffon e al pensiero del suo ritiro mi sono sentito molto triste.
Ho sempre sostenuto Ventura non perché fosse un top, ma perché il mister e il gruppo vanno sostenuti anche nei momenti peggiori, sennò come si pretende che si vinca? Ecco io l’ho sempre sostenuto e nonostante tutto non gli addosso tutta la colpa, come è stato fatto dalla maggior parte degli italiani negli ultimi giorni.
Credo che Ventura abbia sbagliato molto nella sua gestione che tuttavia ha però avuto anche dei risvolti positivi come il pareggio con la Spagna e il lancio di molti giovani (il cui merito va riconosciuto al mister), io sono sicuro che con un po' più di convinzione questo girone poteva essere vinto  anche perché la squadra c’è, abbiamo avuto molta sfortuna in alcune partite (ritorno con la Svezia, pareggio con i Macedoni) ma abbiamo sbagliato molto peccando di presunzione in altri casi (andata Svezia, ritorno Spagna e Israele).
Certo nel doppio incontro con la Svezia gli arbitri non sono stati tanto generosi nei nostri confronti (la Svezia meritava di rimanere in dieci in ambo le partite e ci hanno negato un rigore che avrebbe indirizzato la partita), ma ormai è inutile piangerci addosso e recriminare, sia usciti per demeriti nostri e meritiamo di stare fuori.

In questi giorni si è diffusa pure la notizia che l’Italia potrebbe essere ripescata, in realtà un metodo ci sarebbe ed è previsto dall’articolo 7, il quale dice che se una Nazionale già qualificata dovesse ritirarsi dalla competizione per motivi sociali/politici/interni, la federazione dovrebbe scegliere a propria discrezione quale nazionale (tra quelle rimaste a casa) convocare al posto dell’uscente.
Ma poiché l’articolo entrerebbe in funzione solo per motivi seri, come una guerra, lo vedo impraticabile anche perché ne vale veramente la pena? Una stupida competizione calcistica vale decine di vite? No.

“Cosa sarebbe il mondo senza Giacomo Uncino!” questa la celebre frase pronunciata da Capitan Uncino in “Hook: capitan Uncino”. Questa frase potremmo trasformarla in “Cosa sarebbe il Mondiale senza l’Italia” perché d’altronde è così: la seconda squadra (a pari merito) per palmares della competizione in questione è fuori.
Questa notizia ha scosso il mondo, tutti sono rimasti scioccati e straniti (soprattutto le casse della FIFA) ci sarà sicuramente chi tra le masse avrà goduto della nostra eliminazione (nevvero tedeschi?), ma questa è solo una conferma: ci temono!
Ma non vi preoccupate, ci vediamo all’Europeo, da quella terribile sera è nata una rivoluzione con obbiettivo rivoluzionare il calcio e la Federazione; per ora ad aver pagato è stato Ventura, ma state tranquilli che presto molti se ne andranno o perché costretti o perché frementi di vergogna. La sensazione è che con gli addii di Tavecchio e Ventura possa veramente venire una nuova era per il nostro calcio; gli italiani chiedono, dopo le dimissioni già rassegnate dei due già citati, anche quelli degli altri membri del consiglio e della Federazione, ma io non sono d’accordo. Va bene rinnovare il sistema ma spesso e volentieri le rivoluzioni totali non portano altro che danni.
Dovrà pur rimanere qualche simbolo di congiunzione col passato! Un gruppo di giovani è troppo intraprendente e imprevedibile, ma un gruppo di vecchi è troppo compassato e stazionario; bisogna trovare il giusto equilibrio.

Da interista poi vorrei aprire e chiudere una parentesi: nei giorni dopo la partita si è diffusa “la moda” del criticare il povero Candreva e in particolare i giocatori interisti presenti in Nazionale come Eder ritenuto una pippa e Gagliardini ritenuto un giovane promettente rovinato dall’Inter…

Ma è possibile che anche quando la situazione richiede silenzio e vergogna i rosiconi debbano parlare? Candreva è un ottimo giocatore e l’ha dimostrato ancora una volta contro l’Atalanta. Se Ventura non lo sa usare che colpa ne ha lui? Avete visto che sfracelli fa sotto l’ala di Spalletti? O fate finta d’esser ciechi? Il problema principale è che Ventura gli chiedeva di farsi l’intera fascia e di cercare il fondo; tant’è che Candreva non ha giocato benissimo (che poi non capisco perché abbia lasciato fuori un giocatore in gran forma come D’Ambrosio ora vabbè che non avrebbe cambiato la partita ma intanto è un piccolo tassello fuori posto; così come lo sono Insigne e Jorginho e se questi tasselli venissero uniti…).

Spalletti a Candreva non chiede tutto questo, gli chiede di cercare la sovrapposizione con D‘Ambrosio, gli chiede d’accentrarsi, gli chiede di tentare il tiro da fuori, di tentare il cross basso (a proposito avete notato che Candreva con Spalletti non fa più molte di quelle finte con cui tentava di mandare fuori tempo l’avversario?). Insomma Candreva è uno di quei giocatori che va maneggiato con cura; egli è forte, ma solo se vengono toccate le corde giuste.

E comunque anche se fosse non mi pare giusto addossare tutta la colpa dell’eliminazione sul povero Antonio che il suo l’ha fatto a differenza di altri come Immobile (in quella partita aveva perso la vista sennò non si spiega) o Belotti. Chiudo la parentesi.

In conclusione che posso dire? La delusione c’è ed è tanta ed è destinata a crescere col passare dei mesi; ma non dobbiamo farci abbattere, è capitato e nella crescita o nella vita in generale ogni tanto ci sta prendere qualche brutta scoppola perché anche quelle servono per la formazione della persona che verrà.
La delusione più amara per me è il ritiro delle tre leggende di questa Nazionale che lascia l’amaro in bocca, comunque io conserverò un bel ricordo di loro soprattutto di De Rossi per i suoi gesti post partita o l’escalation avuta in panchina (ha rifiutato di entrare ben sapendo fosse la sua ultima partita dato l’andazzo).
Ricorderò sempre le lacrime di Buffon, lo sguardo roccioso di Barzagli, la sicurezza e la tranquillità di De Rossi che farebbe apparire semplice anche una rovesciata da centrocampo, ricorderò gli interventi comici e molto al limite di Chiello, ricorderò (nonostante sia milanista) la “cazzimma” di Bonucci nel gettare via la maschera, ricorderò questi momenti e li porterò sempre nel cuore e un giorno potrò dire “Io ho visto giocare la Nazionale di De Rossi, Barzagli, Chiellini e Buffon. Io ho visto giocare il più forte portiere della storia del calcio italiano e non solo, io ho visto giocare le ultime vere bandiere del nostro calcio.”
Addio ragazzi e buona fortuna, alla prossima avventura.