Ho atteso una certa ufficialità prima d’esprimere il mio pensiero, che poi per bocca del Sindaco Sala oggi s’è palesata.

Leggo in questi giorni del progetto di costruire un nuovo stadio ed in parallelo la dismissione di San Siro.

Lo chiamo così poichè l’intitolazione Meazza, pur facendo riferimento ad una nobile figura, ha poco a vedere con i sentimenti di un milanista. Per me era, è e rimarrà solo San Siro.

Prese questo nome nel 1980, in occasione d'una fase in cui la società rossonera non aveva voce in capitolo, una delle tante vicende societarie, ed il sindaco di Milano, Tognoli noto interista, ne approfittò. In seguito altri primi cittadini interisti colsero al balzo l’occasione derivata dal loro ruolo per intestare ad Angelo Moratti il piazzale antistante lo stadio, nientepopodimeno per mano della Sindaca Letizia Moratti ed i giardini nei pressi dello stadio ad Herrera, con l’attuale sindaco Sala.

Tutti interisti, si direbbe come battuta “cosa loro……” e mi viene da pensare che al prossimo giro toccherà a Facchetti, che ne so..... tipo intitolandogli la banale fermata metro San Siro Stadio.

Intendiamoci bene, da uno che per anni ha avuto la doppia tessera Milan-Inter, nulla contro ai suddetti, mi piacerebbe solo un minimo di par condicio creditorum……

 

I nomi di Piero Pirelli, il presidente del Milan che costruì per il solo Milan lo stadio, o di Nereo Rocco, l’allenatore del Milan che vinse parecchio di più di Herrera e con un più lungo sodalizio (dal 1961 al 1977), chiaramente non figurano nella toponomastica di Milano nei pressi dello stadio. Evidentemente i colori rossoneri sono trattati dalle istituzioni milanesi come “figli di un dio minore”, transit…..

A ricordo solo un viale anonimo della periferia, proprio davanti a ciò che Piero Pirelli creò e che oggi non c’è più ed intitolato goliardicamente per un solo giorno piazza Axum a Rocco.

Ribadisco, la targa è apparsa un solo giorno e cosa cavolo abbia a che fare Milano con una cittadina Etiopica di meno di 50 mila abitanti, anche perché la famosa stele si fermò a Roma, un giorno lo scopriremo.

 

Premetto che sono completamente agnostico rispetto al nuovo stadio piuttosto che alla ristrutturazione dell’esistente ed anche alla condivisione con l’Inter rispetto all’esclusività.

Non vorrei schierarmi per nessuna fazione, ma solo fare qui una mozione dei sentimenti, miei e credo di molti che hanno “vissuto” questo stadio, la quale s’intende come una proposta che abbia per oggetto il provocare una manifestazione dei sentimenti del Consiglio Comunale, tutto!

Non conosco i costi e la fattibilità tecnica d’una degna ristrutturazione di S.Siro nel dettaglio ed anche la possibilità di reperire due aree distinte per la costruzione di due stadi, per cui mi vedo costretto a sospendere ogni giudizio di merito.

Ovviamente ho come preferenza una scelta autonoma e possibilmente di rimanere in un S.Siro ristrutturato, ma poi si deve far conto pragmaticamente con la ragion di stato.

 

Ma al di là di tutto quanto sopra c’è una questione che mi lascia sconcertato: la demolizione di S.Siro, la "rimozione forzata" di 100 anni di storia. Laddove non è riuscita la nevicata del ’85, che fece abbattere il nuovo mal calcolato limitrofo palazzetto sportivo, ci deve riuscire una scelta Amministrativa chiaramente opinabile, se non poco ispirata.

 

Questo proprio non riesco a concepirlo e mi stupisco che l’Amministrazione Comunale proceda in tal senso senza alcun scrupolo. Scrupolo che, unitamente alla Sovraintendenza alle Belle Arti, s’è manifestato persino contro l’abbattimento di qualche campata del Portello, che alla fin della fiera era solo una fabbrica e non un centro di alti valori tradizionali e culturali milanesi, se non anche nazionali.

Voglio sperare che il Consiglio e la Regione nel loro insieme si ravvedano e blocchino sul nascere tale scellerata operazione. Non posso credere che queste Amministrazioni non considerino ciò che questo stadio ormai rappresenta: un monumento!

 

In attesa comunque trovo un fastidio persin fisico alla sola idea.

E’ come se gli antichi romani avessero abbattuto il Colosseo. E’ come se Milano avesse alienato l’Arena, dopo che anche l’Inter l’abbandonò. Persino Linate è rimasto l’aeroporto a “10 minuti dal centro di Milano”, nonostante il più tecnologico scalo di Malpensa. E la Scala non è stata demolita per farne un multisala, dato che i melomani, veri e non quelli di S.Ambrogio, ormai si contano sulle punte delle dita di una mano.

A proposito della Scala, S.Siro non era (per me è!) riconosciuta a livello mondiale come la Scala del calcio?

Gli inglesi del Times solo 10 anni fa assegnarono il primo (o secondo, non ricordo) posto al nostro stadio nella classifica di quelli più belli al mondo. La Camera di commercio e Università degli Studi di Milano solo nel 2014, lo ha segnalato come uno dei massimi simboli della città.

E noi l’abbattiamo, per far cosa? Parcheggi solo parcheggi (ogni riferimento a “Benvenuti al sud” è voluto!)?

 

Del resto l’area limitrofa dell’ex-trotto, quella dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio, è decisamente più grande di quella occupata dall’attuale stadio, per cui le due strutture potrebbero tranquillamente coesistere. Segnalo che l’area, in stato d’abbandono dal 2012, è di oltre 130 mila metri quadri (escluse le aree di rispetto) e la proprietaria Snai vorrebbe cederla per un progetto di……. «sviluppo residenziale».

In sintesi, Snai cederebbe al Comune l’area, che poi ne destinerebbe parte al nuovo stadio e parte, compreso l’abbattuto S.Siro, verrebbe rivenduto a privati per la costruzione di palazzine di pregio.

 

Parliamoci chiaro, al di là della notorietà, complice anche i risultati sportivi, la sua architettura è unica, immediatamente riconoscibile. Un segno orgoglioso di distinzione per tutta la città.

Quando fu costruito il terzo anello ero un po’ dubbioso sulla riuscita estetica, ma le modifiche apportate, allo stato dei fatti, l’hanno persino migliorato, ancor più reso unico.

Giungendo nei pressi di San Siro non si può far meno di notare la sua maestosità, specialmente di notte o nei giorni di quella nebbiolina milanese, che velando lo stadio, lascia quel grigio confacente alle ipotesi, ai dubbi, ai timori, alle speranze.

Certamente, ormai da anni versa sempre più in peggiori condizioni, questo è oggettivo, ma i sentimenti, i valori, la storia, tutto ciò che non è materiale è ancora vivo. Ha solo qualche ruga d’espressione, che non intaccano il suo fascino. Proprio come una bella e fatale signora.

 

Pertanto trovo che non si distrugge solo un manufatto, si distrugge la storia, i sentimenti nascosti e condivisi, quell’alone di forza che da sola incute rispetto.

Un giorno portando un mio nipotino (se mai l’avrò) sul piazzale Moratti (….) cosa gli dirò?

Che una volta qui c’era un ecomostro, oppure un luogo dove battevano 100 mila cuori?

Senza conoscere il passato non si può prevedere un futuro e la conoscenza del passato passa attraverso dei simboli ben visibili!

Ovvio che cinesi o nordamericani conoscono poco o nulla di certi nostri valori storici, sta a noi spiegare i motivi, ma da parte dell’Amministrazione m’aspetto, esigo, maggior sensibilità. L’identità innanzi a tutto!

Osservo pure quel certo radicalismo chic, il quale, con un certo snobismo, mal tollera le persone invaghite da 22 smutandati, che sudati rincorrono una palla, ma non tutti anelano transitare in certi loro salotti. Anche perché la "fede dei salotti" prima o poi cessa, invece quella per il calcio vive e si tramanda.

Non sono uno che guarda il passato come “meglio e comunque”. No, non sono qui a scrivervi che per svariati decenni è stato ed è “casa mia” alla domenica, per cui percepisco la demolizione come un prossimo sfrattato. Tutt’altro adoro le innovazioni, ma senza distruggere i simboli d’un fulgido passato e non per sentimentalismo o nostalgia, bensì per la tangibile presenza del nostro passato.

 

Credo che, anche nell’ipotesi della costruzione del nuovo stadio (o stadi), il vecchio caro S.Siro non debba essere abbandonato ed abbattuto. Può essere riconvertito, dopo un’adeguata ristrutturazione adibito ad altre attività, ad esempio: concerti, eventi, manifestazioni e magari anche con una parte adibita al commerciale.

Perché fare un nuovo palazzetto da 5 mila posti attiguo al nuovo stadio? Per fare la fine del PalaSharp?

Perché allora non adibire a “Casa Milan” (ma anche Inter), una parte del dismesso S.Siro?

Una ristrutturazione interna, adatta a 1000 e più attività, lasciando l’esterno pressoché intatto, non sarebbe meglio?

 

Ed in ultimo una considerazione banale, ma simbolica. Ho letto che buona parte della nuova costruzione rimarrà sotto il livello strada. Altra sciocchezza.

Tutto è possibile ed a meno che l’intenzione sia quella di giocare in metropolitana (...), in una città dove gli ultimi esempi d’architettura si sono sviluppati, distinguendosi, unicamente in verticale (la nuova skyline, per intenderci) risulta essere assai bizzarro che una costruzione pubblica, che per logica dovrebbe avere come prerogativa l’esser “monumentale”, venga in gran parte nascosta.

Comprendo i motivi economici che hanno determinato tale probabile scelta, ma credo sia necessaria anche una certa idea di megalomania, di grandezza sragionata, di sfrontata prepotenza, proprio quella che aveva ed ha ancora S.Siro.

 

Nella speranza che fermino i Caterpillar, innanzitutto della irragionevolezza e ripensino ad una lungimirante riqualificazione, un saluto a tutti voi.