Sette mesi fa, il 25 marzo nel mio articolo "Salviamo San Siro" avevo già espresso le motivazioni di carattere "sentimentale" che, secondo me, avrebbero dovuto impedire di radere al suolo lo Stadio di San Siro.

Da quella data, il tempo trascorso è stato dedicato dai due club meneghini al completamento degli esami previsionali tecnico-economici relativi alla problematica. In particolare sono stati determinati i due progetti concernenti la edificazione dello stadio e delle infrastrutture inerenti e le problematiche tecniche-economiche che hanno determinato la rinuncia al recupero dell'impianto ora utilizzato.

Per quanto attiene l'esame sui progetti, la selezione effettuata da Inter e Milan ha ridotto a due le opzioni su cui scegliere il Nuovo Stadio e cioè il Progetto  dello Studio Tecnico USA Populous denominato "La Cattedrale" e quello dello Studio Tecnico Manica, italoamericano "Due Anelli".

Giovedi 26 settembre al Politecnico della Bovisa in Milano, si è svolta la presentazione dei due progetti a cura degli architetti che hanno firmato i progetti; trattasi di insigi Professionisti con adeguata specifica esperienza avendo Populous rifatto  i nuovi impianti di Wembley e Tottenham, mentre Manica ha progettato il nuovo stadio di Las Vegas e Cagliari.

In merito alle caratteristiche dei due progetti, vista la enorme diffusione e la facilità di reperire le comunicazioni in argomento, ci asteniamo in questa sede di entrare nel merito.

Parallelamente i club, come detto avevano analizzata anche la possibilità di recupero dell'obsoleto ma monumentale stadio di San Siro e hanno commissionato a terzi l'ipotesi di ristrutturazione dello Stadio e di riqualificazione dell'area.

L'esito di questo esame è stato assolutamente negativo a seguito delle considerazioni di seguito riepilogate: 

- Complessità e costi dei lavori di rifacimento, messa in sicurezza e rimodulazione e conseguente riduzione della capienza al di sotto dei 60.000 spettatori.

- Necessità di migrazione in altro impianto per un periodo di 5 anni per la disputa delle partite  dei due club e il disagio estenuante e prolungato per gli abitanti del quartiere.

- Limitazione della progettualità relativa alla riqualificazione dell'area attigua allo Stadio.

. Il costo di rifacimento si aggirerebbe sui 510 milioni di euro, cui andrebbero aggiunti circa 115 milioni di mancati introiti da parte dei club (con conseguente significativa riduzione della capienza al di sotto dei 60.000 spettatori); mentre un nuovo impianto con capienza di circa 70.000 posti verrebbe a costare circa 650 milioni.

Per le argomentazioni esposte Inter e Milan non hanno dubbi nel perseguire con la massima determinazione la scelta di sacrificare San Siro e realizzare uno dei due progetti scelti.

Il Sindaco di Milano, Sala e molti consiglieri però non si sono fatti convincere dalle belle parole  dei dirigenti dei club, nè dall'accattivante esposizione dei propri progetti effettuate dagli architetti. 

Dapprima il Sindaco, per smontare l'interesse delle Società  ai 2 innovativi progetti, ha loro proposto la vendita di San Siro a prezzo assolutamente conveniente; l'iniziativa non ha però prodotto gli effetti sperati, visto che da un lato i club si sono dichiarati disinteressati all'acquisto, dall'altro uno schieramento politico della Giunta Comunale ha annunciato il ricorso alla Corte dei Conti per una più corretta valutazione del prezzo di realizzo dello Stadio, che tenga conto non solo del valore come edificio, ma soprattutto "culturale e monumentale dell'opera che ancora oggi rappresenta la città di Milano".

L'ultimissima novità riguarda però un'altra iniziativa di un gruppo di consiglieri comunali che - per niente convinti circa la veridicità dei dati presentati in merito alla ipotesi ristrutturazione del vecchio Stadio - ha intenzione di riaffidare tale esame a uno Studio, ovviamente diverso da quello scelto dai club.

Da parte loro Inter e Milan hanno reagito minacciando di abbandonare l'idea di realizzare il nuovo stadio a Milano e di cercare un'area idonea in altro Comune limitrofo, come potrebbe essere un area individuata a Sesto San Giovanni un tempo occupata da una grande industria e ora oggetto di riqualificazione.

La cosa più spassosa è che -fiutato l'affare- è scoppiata un autentica "guerra" tra i due Comuni che si contendono il grande business comunque derivante dalla realizzazione di un nuovo stadio.

Riassunto lo stato delle cose, dobbiamo anche riportare la notizia che è in corso di creazione un Comitato cittadino per la raccolta di firme a scopo referendario consultivo cittadino.

Ma veramente Suning e Elliot pensavano di inaugurare il nuovo stadio nel 2026?