Ever Tried. Ever Failed. No Matter.Try Again. Fail Again. Fail Better...

Potremmo riassumere cosi la strategia del Milan da 4 anni a questa parte. Con la differenza che questo celebre motto di Samuel Beckett fu evidentemente partorito con una visione se non altro positiva verso il futuro mentre al Milan, di positivo, esiste ben poco. In questi ultimi 2 mesi devo riconoscere come per seguire le vicende sportive e societarie della mia squadra del cuore abbia dovuto fare appello ai sentimenti più profondi visto che verosimilmente la stagione si e' conclusa a fine settembre con l'esonero di Giampaolo e la piega intrapresa che e' durata fino a gennaio con l'arrivo di Dio a Milanello.

Senza fare troppa dietrologia, ma andando in ordine sparso sugli ultimi sviluppi, la considerazione che mi sento di fare parte da lontano e affonda le sue radici ad almeno un annetto fa, quando si e’ iniziato a guardare con rabbia alle operazioni di Leonardo e Maldini. Forse piu di Leonardo che Maldini a dire il vero.

Ad ogni modo già la scorsa estate durante le indecisioni di Paolo sul rinnovo del contratto nella nuova veste di Direttore Tecnico, la sua conferma non mi sembro' mai, davvero, un atto di stima. Anzi, mi apparve lampante come fosse da un parte un esempio di idolo da dare in pasto ai tifosi in un momento molto negativo come quello della esclusione del Club dalle coppe europee e dall’altro un personaggio da tenersi buono e da usare eventualmente come futuro capro espiatorio in caso di insuccesso.

Solo l'insorgere di molti tifosi, preoccupati da una possibile trasformazione del Club in una societa' piu dedita al "Players trading" che alla competizione sportiva d'alto livello, probabilmente spinse i vertici societari ad affidare a Maldini la direzione tecnica con la possibilità di mettere su un team di lavoro che vide Boban come Chief Football Officer e Massara come Direttore Sportivo. Ma, ribadisco, non ebbi mai la sensazione che si credesse ad occhi chiusi in queste figure dirigenziali come quelle capaci di gestire la "svolta", secondo l'accezione che Elliott attribuisce al termine naturalmente. Il tutto per altro, con i rischi annessi di possibili scelte sbagliate, inesperienza e quant’altro nell'ottica pero' di un nuovo anno 0 nel 2020, con un Milan un pelo più stabile e più in grado di programmare. 

Ora, al di là delle valutazioni personali e professionali che si possano avere su Boban e Maldini, va da sé che ove fosse confermata l'indiscrezione sul futuro allenatore tedesco e sul fatto che la componente tecnica della dirigenza sia stata scavalcata nella gestione di questo contatto, si tratterebbe di una caduta di stile non da poco. Certamente non da Milan o almeno per come siamo stati abituati a concepire il Milan. Quindi, almeno umanamente lo sfogo del croato e la sostanziale insofferenza palesata nell'ultima intervista sono comprensibili. Lo e' meno, evidentemente, il fatto che un dirigente vincolato da un contratto da dipendente diffonda pubblicamente delle vicende societarie, ancorche' spinose e ingiuste dal suo punto di vista. Da qui, deriverebbero i rischi e gli ultimi sviluppi che vedrebbero il croato a rischio licenziamento per giusta causa, da vedere se gestito con effetto immediato o "salvando la faccia" solo a fine stagione. Con tutto cio che esso comporterebbe sulle scelte di Maldini stesso, Raiola e i giocatori nella sua scuderia. Certamente un rischio forse non troppo ben ponderato.

Ad ogni modo, non riesco a non pensare ad una chiave di lettura forse più maliziosa ma di certo non troppo insensata. Ovvero che per me entrambi sarebbero cascati, soprattutto Boban, in quello che potrebbe essere definito come l’inganno della cadrega di Gazidis che sarebbe quello di forzare leggermente la mano e spingere  i dirigenti, o il meno paziente tra i due, a dare un "Out- out" manifestando le difficolta' attuali e la palese, a detta di Boban, assenza di unita' di intenti. In questo modo, sarebbe il responsabile di questa "trovata" a determinare da se' il proprio allentamento e distacco dal progetto tecnico deciso dalla proprietà senza dover mettere quindi quest'ultima a motivare una futura cessazione del rapporto lavorativo per eventuali risultati non in linea con le attese. No, sarebbe solo l'atteggiamento da loro stesso/i mostrato a determinarne l'uscita di scena.

Arrivati a questo punto, la nota "positiva" almeno dal punto di vista della coerenza del progetto, e’ che dal 2020 ci saranno i veri uomini scelti e voluti direttamente da Elliott e Gazidis per dare vita al loro progetto senza dover ricorrere all'italianita' o alle bandiere del passato per tenersi buona una piazza e i suoi tifosi ma badando solo al fine ultimo. Quello di creare una squadra mediamente competitiva, giovane o giovanissima, dai bassi costi di ingaggio e cartellino e con una struttura debitoria snella in modo da renderla appetibile per un potenziale acquirente. E possibilmente con un progetto stadio almeno approvato...

Della serie, la vita e' costellata di successi e insuccessi, come ci ricorda Beckett ed e' un destino ineluttabile.
Quanto meno, lo facciamo a modo nostro e con i nostri "uomini".

Spero che questo tizio stia prendendo lezioni di italiano da mesi perché in Italia con l’inglese non vai da nessuna parte.