Ultimamente fanno a gara a chi la spara più grossa. L'ultima è quella di invocare una responsabilità civile per gli arbitri. Un po' come avviene nella giustizia italiana. Dove esistono tre gradi di responsabilità, civile, disciplinare e penale.  Non si può agire direttamente nei confronti del giudice che a detta del cittadino, sbaglia, ma nei confronti dello Stato, che poi, per rivalsa agirà contro il giudice nei modi che riterrà più opportuni. Un concetto del genere introdotto nel calcio spalancherebbe le porte alla distruzione totale di questo sport, che non sarebbe più sport.

Gli errori fanno parte del calcio, fanno incazzare, certo, se poi dietro l'errore c'è altro, gli strumenti per agire ci sono già. Calciopoli ne è stata una prova. Il sistema va migliorato. Il VAR è una rivoluzione e come tutte le rivoluzioni scombussola un pò tutto e tutti. Serve meno anarchia e maggior coordinamento e collaborazione.
Ma qui sembra di essere in guerra. Tutti contro tutti. 

Di cose non piacevoli ne abbiamo viste, e in questa stagione sembra che di segnali anomali ve ne siano diversi. La paura di una nuova calciopoli incombe. E' innegabile. Però, se siamo ridotti a questo delle domande bisognerebbe pur porsele. Gli arbitri finiscono continuamente sotto il tiro, e non vengono tutelati a dovere. Il fatto che non possano rilasciare dichiarazioni, cosa che invece possono fare allenatori, calciatori, dirigenti, siamo certi che sia una una valida misura? Io penso di no. Anche gli arbitri devono avere il diritto di difendersi!

Dobbiamo arrivare a scrivere: salviamo gli arbitri italiani? Qui il linciaggio è a portata di mano, dietro il quale spesso si nasconde il fallimento di pianificazioni societarie, di stagioni sbagliate, di prestazioni calcistiche pessime. 

Avevamo i migliori arbitri al mondo, come avevamo tante altre cose. I miglior portieri, i miglior difensori, i miglior allenatori. Di questo passo, ci rimarranno, di migliore, solo le polemiche per rimanere con il cerino in mano.