Sappiamo tutti che Lapadula non è il giocatore più forte della storia, né destinato ad infrangere tutti i record di quadra, non un attaccante destinato a vincere Palloni d'Oro come se non ci fosse un domani, probabilmente non arriverà nemmeno mai ad essere candidato per questo premio.
Lo sappiamo tutti. Ma, cosa più importante, credo lo sappia lo stesso Lapadula.

Fatta questa premessa, perché mantenere il ragazzo nella rosa del Milan? Perchè tenere in squadra un giocatore che teoricamente abbasserebbe il valore medio della rosa? Il primo motivo è per via della rivoluzione che sta subendo l'attuale rosa. Ad ora sono già stati ufficializzati sei ingaggi (Musacchio, Rodriguez, Kessié, Calhanoglu, Borini, André Silva), uno (Conti) dovrebbe essere ufficializzato ad ore. Non è da escludere che arrivi qualche altro uomo. Di fatto il Milan potrebbe giocare con una formazione di nuovi arrivati.

Se riguardiamo alla favola del Leicester, ripensiamo tutti alla vittoria di un gruppo forte, coeso. Da qui il dubbio. Quanto tempo impiegheranno i nuovi giocatori ad amalgamarsi, a trovare quella chimica necessaria per riuscire vivere assieme per un anno?
Chi ha giocato ad uno sport di squadra sa quanto sia importante avere un gruppo unito. Quanto siano importanti i gregari.

Certo, il calcio non è il ciclismo, in cui la funzione dei gregari è quella di mettere l'atleta più importante nelle condizioni di ottenere il massimo risultato. Per questo è importante che i giocatori non destinati ad una carriera da favola abbiano delle qualità importanti per il benessere del gruppo.
Un giocatore che ha deciso di fare esperienza in Slovenia, che ha girovagato tanto prima di riuscire a dimostrare il proprio valore, sa che deve sempre dare il 200% per provare a dire la propria in una squadra che ambisce ad arrivare in alto in classifica e punta all'Europa calcistica che conta.
Quanto può valere un giocatore assatanato in squadra? Forse poco a livello tecnico, ma tanto a livello comportamentale ed umano. Una persona che incita i propri compagni, che non pretende trattamenti speciali, dovrebbe essere tenuto in squadra anche se non dovesse mai scendere in campo. Tutti vogliamo una squadra che dia sempre il massimo. E per avere una squadra che dia sempre il massimo, servono giocatori che diano il massimo, che contagino i propri compagni con la propria voglia di spaccare il mondo.
E questo potrebbe essere il ruolo di Lapadula. Non l'attaccante da 40 reti l'anno. Non il leader tecnico che illumina le partite. Ma la persona che spinge i propri compagni a dare il massimo. Sempre.