Dopo essere stato (neanche troppo) accusato di:
a) razzismo
b) bullismo
c) arroganza
mancava solo che gli affibbiassero anche un declino fisico. Ed ecco puntualmente farsi largo nell'opinione pubblica l'idea (speranza?) che il gigante svedese cominci a tirare il fiato. Va detto che a Bologna ha giocato in maniera meno brillante del solito ma, come ha dichiarato Mihalovjch a fine gara, se Ibra lo avesse avuto il Bologna sarebbe finita diversamente. Al di là che manchi la controprova, sono certo del fatto che su altri campioni ci sono valutazioni estremamente diverse.

Partiamo da Lukaku, che non segnava su azione da varie partite è tutt'altro che brillante, CR7 è 3 partite che non segna, ma è silenzio. A Ibra basta invece mezza partita storta per beccarsi dell'egoista, nervoso e in crisi. Certo, ha sbagliato l'ennesimo rigore, ma a nessuno dei suoi compagni e del Milan sembra pesare. Certo in campo sbraita con i compagni e li redarguisce pubblicamente quando perde, ma allora perché ad ogni gol tutti vanno sempre ad abbracciarlo? Ibra non ha spaccato niente se non il fegato degli avversari. E allora perché? Semplice, lo svedese rappresenta un altro calcio, maschio, senza moviola, fatto di colpi ad effetto capaci di infiammare il pubblico. Qualcosa di profondamente distante insomma, rispetto al calcio anestetizzato di oggi, dove si abusa della VAR per qualsiasi cosa, trasformato gli arbitri in critici televisivi, pronti ad interpretare qualsiasi cosa non sia un calcio al pallone.
Un calcio politicamente corrotto, che si vorrebbe ridurre a gioco per educande e che per questo ad ogni anno perde pubblico.
Ecco perché su tutti si dovrebbe preservare Ibra, punendone falli e scorrettezze, ma rispettando l'uomo e il campione.