Il “Corriere dello sport” di Ivan Zazzaroni è tornato nella bufera delle polemiche. Stavolta, a far parlare (male) del secondo giornale sportivo più venduto del bel paese, non è un titolo a sfondo discriminatorio, ma una lettera. Già, avete letto bene, una lettera, che nella sua innocenza, è riuscita nell’arduo compito di scatenare un altro putiferio, dopo quello che sempre per responsabilità del Corriere dello Sport, ci eravamo appena lasciati alle spalle.

“Il post”

“Il post” è il nome della rubrica “incriminata”, uno spazio dove i lettori del suddetto quotidiano inviano lettere che poi vengono pubblicate ricevendo la risposta di Italo Cucci, una penna piuttosto famosa. Di preciso, la lettera in questione, quella che avrebbe scatenato la dura reazione della dirigenza interista, e di Conte successivamente, è firmata da un certo “Salvo24”, il nickname scelto per attaccare duramente l’Inter dopo la sconfitta in Champions League contro il Barcellona, che è costata l’eliminazione dalla coppa. Fin qui, non ci sarebbe neanche nulla di strano, perché che un tifoso di un’altra squadra (in questo caso del Bologna) critichi in maniera anche piuttosto rude le sorti di altre squadre, è qualcosa a cui siamo abituati ormai da tempo. Quello che invece davvero non è ammissibile, è il come. Già, perché nel testo pubblicato dal Corriere dello Sport, non ci sono solamente pareri negativi sulla prestazione dei nerazzurri, ma anche – anzi, forse sopratutto – insulti, parolacce, insomma, cose che su un giornale proprio non ci dovrebbero finire. Ecco, adesso prendiamo in considerazione invece un altro fattore: la parola “pubblicata”: quella lettera, come già specificato, è stata pubblicata sul giornale con tanto di risposta da parte di Italo Cucci, ma come mai uno dei quotidiani sportivi più venduti d’Italia ha preferito pubblicare un testo pieno di parolacce, preferendolo magari a qualcosa di meno volgare? Vogliamo davvero credere che un giornale di una tiratura simile non aveva a disposizione nient’altro con cui sostituire la pessima lettera di “Salvo24”? Assolutamente no, quella di pubblicarla è stata una scelta ponderata, presa a tavolino, con la consapevolezza che nel giro di qualche ora si sarebbe (di nuovo) alzato un polverone mediatico gigantesco attorno a Cucci e al suo direttore Ivan Zazzaroni, che ultimamente, di polvere, ne ha causata forse anche troppa.

Quando diventa un vizio

Il Corriere dello Sport, non è la prima volta che finisce nella polemica: proprio qualche settimana fa infatti, era stato attaccato duramente da quasi la totalità del web per un titolo da prima pagina sulla partita tra Inter e Roma, che raffigurava due giocatori di colore: Smalling per la Roma e Lukaku per l’Inter. Il titolo con cui si pensava di far ridere i propri lettori? “Black Friday”. Durissima è stata la risposta di lettori e non, che hanno definito quel titolo come un qualcosa di banale, inutile e a sfondo razzista. Lo stesso Zazzaroni si è subito indignato, giustificandosi che il suo giornale, si è da sempre battuto per la lotta al razzismo. Ma come possiamo credere a chi dice di ritenersi un paladino della lotta al razzismo se poi partecipa come ospite a una manifestazione di Casapound?

Salvate il giornalismo sportivo

La gogna mediatica è stata quindi servita, ma – perdonate il gioco di parole – a cos’è servita? Oltre al provvedimento della Roma di allontanare ogni giornalista inviato dal suddetto giornale nel centro sportivo di Trigoria, e dell’Inter di annullare la conferenza stampa precedente alla partita Fiorentina-Inter, cos’è cambiato? Zazzaroni ha smesso di esserne il direttore? Cucci ha chiuso la sua rubrica? Ovviamente no, anzi, nelle ultime settimane, le copie vendute dal giornale sono addirittura aumentate, perchè dove c’è polemica c’è interesse. Ma in un periodo difficile come quello che sta vivendo il nostro calcio, possiamo permetterci idiozie del genere? Ma sopratutto, il giornalismo sportivo può permettersi discussioni cosi futili? Ovviamente no, ma invertire la rotta è un compito che spetta solo ed esclusivamente ai lettori, chiamati a farsi un esame di coscienza. Meglio continuare con queste pagliacciate e finire ogni volta sotto i riflettori, o iniziare a dare il giusto spazio e visibilità a chi davvero fa questo mestiere con passione e impegno? Possiamo salvarci solo ed esclusivamente così.