Spalletti non ha mai nascosto la preferenza per le squadre schierate con il 5-3-2 o con un 4-3-3 che esalti le qualità di giocatori in grado di applicarsi sulle fasce - con potenza e fantasia talentuosa - nella doppia funzione di terzino e di ala.
Gli interisti non ricordano forse le inarrestabili progressioni di Maicon ai tempi del Triplete che divenne poi Pentatitolo anche grazie al calvo Sissenando? Spalletti era a Roma quando convocò il Colosso - aggravato dall'età e dagli infortuni - in riva al Tevere.
E sicuro dell'utilità decisiva di un'ala destra mascherata da terzino - di rinforzo alla punta destra - ha imposto alla Roma le volate di  Florenzi e Bruno Peres lungo l'out.

Siccome nel calcio oggi si vince con la "superiorità" - cioè muovendo due o tre dei tuoi ove c'è un solo avversario - diventa facile trovarsi in vantaggio numerico in zone strategiche del campo con difensori in grado di trasformarsi all'improvviso in punte di complemento.
Non solo per buttar palloni "in the box" come dal '66 Cohen e Wilson tra i Leoni inglesi che vinsero la Rimet. Ma come vedemmo fare quattro anni dopo con gli Azzurri al terzino carioca Carlos Alberto. Si fece tutta la fascia di corsa, fintò, rientrò sul sinistro e nello spazio apertogli dall'ala Jairzinho, tirò a rete dopo aver superato Riva (rimasto fermo lontano) e Facchetti (segui' l'ala).

Nell'Inter di Spalletti, il pur bravo Candreva non c'entra con queste mosse. Sull'out a destra correrà Cancelo con o senza il terzino dietro, con o senza punta o rifinitore davanti. Che la difesa sia a 5 o a 3 non sarà il romano ad arare la fascia.
Il portoghese farà il terzino, l'ala, entrambe le cose e duetterà con la mezza punta, con il rifinitore o la punta.
Ma - troppo simile a lui e con troppi cross sbagliati sulla coscienza l'anno scorso - non sarà Candreva il suo partner. Per 30 milioni finirà al Chelsea di Conte che lo stima e lo reclama.
All'Inter quei soldi servono agli ultimi tre o quattro acquisti. Spalletti pretende una squadra più Schick.