Tempo di verdetti in Serie C: la composizione dell'intricata griglia Play Off chiude il cerchio dopo le ufficialità di promozioni e retrocessioni. Le quali non hanno di certo fatto mancare le sorprese, uno degli ingredienti principali del menù della vecchia Lega Pro, condite dalle altrettanto solite certezze, soprattutto nelle zone alte della classifica, dove squadre gloriose come Livorno, Padova e Lecce hanno finalmente abbandonato gli Infernali campi della C, trovandosi ora di fronte l'impervia montagna del Purgatorio di B, ultimo ostacolo per raggiungere ed abbracciare un giorno - chissà, magari tutt'e tre! - il Paradiso celestiale rappresentato dalla Serie A. 

"Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande,  che per mare e per terra batti l’ali,  e per lo ’nferno tuo nome si spande!  Tra li ladron trovai cinque cotali  tuoi cittadini onde mi ven vergogna,  e tu in grande orranza non ne sali.  Ma se presso al mattin del ver si sogna,  tu sentirai di qua da picciol tempo  di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna."

Così recita il XXVI canto dell'Inferno, dove Dante rivolge un aspro rimprovero a Firenze, che può davvero vantarsi della fama che ha acquistato in ogni luogo e persino all'Inferno, dove il poeta ha visto (nella VII Bolgia) ben cinque ladri tutti fiorentini che lo fanno vergognare e non danno certo onore alla città. Ma se è vero che i sogni fatti al mattino sono veritieri, allora Firenze avrà presto la punizione che molti le augurano, compresa la piccola città limitrofa di Prato: se anche già fosse così sarebbe troppo tardi e più passerà il tempo, più il castigo della città sarà grave per il poeta invecchiato. Vedendo ciò che è successo domenica, quella di Dante sembra una vera e propria premonizione: è infatti retrocesso in Serie D, dopo 41 anni di professionismo, il glorioso Prato Calcio. Il club - dopo le riforme del 1926 che introdussero la classica tripartizione del calcio italiano professionistico - ha partecipato ad oggi a ben 64 campionati di Serie C, risultando il club più presente in assoluto nella categoria e quello con il maggior numero di partecipazioni consecutive (dal 1977-1978 fino, appunto, alla stagione odierna). Decisiva la sconfitta in casa contro la Robur Siena e la contemporanea vittoria dell'Arezzo a Carrara: al fischio finale è iniziato così il solito "teatrino" delle accuse, in primis tra il Sindaco della città, Biffoni, e il Presidente del Club, Paolo Toccafondi. Il primo non le ha sicuramente mandate a dire al massimo dirigente gigliato e le tante colpe imputategli - scarsa esperienza del mister Pasquale Catalano; ritardi nel rifacimento dello stadio Lungobisenzio; le connesse accuse di criminalità nella gara di appalti; infine, l'aspra polemica su un calciatore extracomunitario, che ha portato addirittura il Toccafondi a dimettersi, per poi comunque riprendersi il potere - non cancellano di certo una retrocessione che ha del clamoroso, ​​​​​​senza dimenticare che, a dire il vero, la società toscana veniva da due stagioni salvate per il rotto della cuffia. 

La città di Prato consta di quasi 160 mila anime, numeri schiaccianti se paragonati ai piccoli comuni di Albissola Marina, Albisola Superiore e Gozzano, i quali, d'altro canto, possono far valere dalla loro la carta della promozione in Serie C. E che promozione! Sia l'Albissola che il Gozzano Calcio, infatti, hanno meritatamente centrato la loro prima salita tra i professionisti. La squadra ligure - nata della fusione di due piccoli club di due minuscoli comuni da sempre in lotta tra loro e separati da un fiumiciattolo a "S", lettera quest'ultima che le differenzia anche nel nome - ha centrato un obiettivo straordinario, viste le premesse, battendo 2a1 a domicilio il Seravezze, club di Forte dei Marmi. 

"Al termine della gara per un paio di minuti non ho più respirato, sono entrato in un mondo parallelo - ha detto l'allenatore Fossati - Poi sono stato svegliato dall'abbraccio tumultuoso dei ragazzi e mi sono reso conto che era finita ed eravamo in C". Parole che fanno pendant con quelle dell'artefice principale di questo vero e proprio miracolo sportivo, il presidente Saviozzi: "Ho preso l'Albissola nel 1993 in Terza Categoria. Ora siamo tra i professionisti, al fischio finale mi è passato davanti agli occhi tutto il nostro incredibile percorso." L'Albissola, società all’avanguardia tra quelle presenti nel territorio, dotata di numerose e valide strutture nell’arco delle due città a cui fa riferimento e riconosciuta Scuola Calcio Elite (vanta più di 200 iscritti tra bambini e adulti), nonché protagonista di una proficua collaborazione con il Torino F.C. (dal Luglio 2015), rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’intera provincia savonese, se non dell'intera Liguria. Della quale - è fondamentale sottolinearlo - sarà l'unica società rappresentativa in Serie C. 

L'altra eccezionale sorpresa è quella che ha organizzato ai suoi tifosi e a tutti gli appassionati il Gozzano Calcio, società dell'omonima cittadina piemontese affacciata sul lago d'Orta.

La squadra della Provincia di Novara ha dovuto soffrire di più rispetto all'altra cenerentola, essendo stata protagonista di un finale di campionato al cardiopalma, superando il Como in un appassionante duello. I piemontesi, che prima dell'ultima giornata avevano 2 punti di vantaggio, sono riusciti a spuntarla nonostante una sconfitta casalinga per 1-2 allo stadio D'Albertas ad opera dell'Arconatese: i ben più quotati lombardi non sono andati infatti oltre lo 0-0 in trasferta sul campo della Folgore Caratese (il club in mano a Michele Criscitiello).

La classifica ha visto così il trionfo del Gozzano, primo con 82 punti, davanti appunto al Como, staccato di una lunghezza. Nell'impianto del Gozzano erano presenti circa mille tifosi, che prima del match sono stati protagonisti della consueta "processione" dal bar Serenella verso lo stadio, e che al fischio finale sono esplosi in un tripudio festoso e inusuale per un paese che conta poco più di 5.500 abitanti e che si affaccia per la prima volta in assoluto nel calcio che conta. 

Noi che amiamo il calcio vorremmo che favole come quelle dell'Albissola e del Gozzano si ripetessero anche nei prossimi anni, perché in questo sport l'organizzazione, la programmazione e la costanza pagano sempre. Auguriamo, naturalmente, una pronta risalita del Prato, sperando che Dante non lo venga a sapere.