Manca davvero poco alla fatidica data del 14 giugno, giorno dell'inaugurazione dei Mondiali. Russia 2018 sarà l'occasione di vedere all'opera grandi squadre e straordinari campioni, ma rappresenterà anche il momento dei rimpianti per chi - nonostante la gloriosa storia - dovrà rimanere mestamente a casa. L'Italia - quattro volte campione del mondo -, ma anche l'Olanda - tre volte finalista -  e il Camerun - vincitrice della Coppa d'Africa - ed altre importanti squadre sono state eliminate troppo presto.

A prescindere dalle grandi assenze, sarà una Coppa del Mondo ricca. Anzi, ricchissima. Grazie all’apertura di nuovi mercati, infatti, i diritti televisivi sono aumentati dai 112 milioni di dollari di Francia ’98 ai 2,4 miliardi di Brasile 2014: una cifra da capogiro, destinata ad essere ancora più elevata dopo la finale di Mosca. Lasciando da parte l'aspetto finanziario, la straordinarietà dei Mondiali sta in quello prettamente "umano": seppur a distanza di anni, il puro evento sportivo scolora - anche se alcune partite entrano di diritto nella leggenda dello sport - mentre rimangono invece ancorate nella memoria le emozioni, il come eravamo di quel mese in cui il pallone rotolava senza sosta. La bellezza di questa competizione - composta da tifo, allegria, fratellanza - rischia di essere macchiata dalle solite questioni extracalcistiche (politica, religione, problemi interni alla Russia), che dovrebbero essere nettamente separate dal pallone simbolo di spensieratezza. Purtroppo, così non è accaduto.

Inizialmente in programma sabato prossimo presso il "Teddy Kollek Stadium" di Gerusalemme, l'amichevole Argentina-Israele è stata annullata, a causa delle torrenziali critiche politiche piovute verso la scelta dell'Albiceleste. In particolare, Husni Abdel Wahed, ambasciatore palestinese in Argentina, ha dichiarato nei giorni scorsi: "Sarebbe come celebrare l'anniversario dell'occupazione delle Malvinas, sarebbe un'aberrazione, una mancanza di rispetto e un'aggressino al sentimento del popolo argentino". La Seleccion, in queste ore in ritiro a Barcellona, sarebbe inoltre stata fatta oggetto di gravi minacce negli ultimi giorni, dirette in primis verso Lionel Messi. Il generale Jibril Rajoub - l'erede designato del capo di governo Abu Mazen e ad ora presidente della Federcalcio palestinese - ha gettato ulteriore benzina sul fuoco: "La partita di Gerusalemme sarà usata come strumento politico. Spero che lui (Messi ndr) non venga. Bruceremo tutte le sue magliette se giocheranno". Inoltre, negli ultimi giorni, un gruppo di palestinesi avrebbe preso di mira i calciatori dell'Argentina in ritiro in Catalogna, mostrando loro maglie macchiate di sangue, con evidente e becero intento intimidatorio. Dunque Argentina-Israele non si giocherà - manca ancora il comunicato ufficiale dell'AFA, ma arrivano conferme molto importanti dai giornali locali - per assurde questioni poltiche, con le quali Messi e compagni sono estranei. Adesso, l'Argentina partirà direttamente per la Russia, senza passare da Gerusalemme. In ottica preparazione, Jorge Sampaoli spera di trovare un avversario per disputare un'ultima amichevole prima della partenza alla volta del mondiale. 

Vicende politiche così delicate sono una piccola fiammella che, se venisse cosparsa dalla benzina della religione, provocherebbe un fuoco ben più pericoloso. In Inghilterra, migliaia di proprietari dei pub di proprietà del gigante della birra "Greene King" hanno dovuto strappare le bandiere dell'Arabia Saudita dalle stringhe della Coppa del Mondo dopo le denunce di molti musulmani offesi. Ogni bar era già decorato con le decorazioni con le bandiere nazionali di tutte e 32 le squadre per celebrare il mondiale, ma - poiché la bandiera dell'Arabia Saudita contiene la "shahada", la dichiarazione di fede islamica, ed essendo vietato l'alcol dall'Islam - i musulmani si sono lamentati per l'offesa alla loro religione. Il pub "Air Balloon" di Filton (Bristol) è uno dei migliaia di pub che hanno rimosso la bandiera dell'Arabia Saudita a seguito della grandine di denunce e lamentele ricevute Le bandiere di altre sei nazioni islamiche che gareggiano nella Coppa del Mondo - Iran, Egitto, Senegal, Marocco, Nigeria e Tunisia - restano in bilico, poiché nessuna di queste ha il caratteristico testo islamico presente invece sul vegliardo saudita. Il fuoco - generatosi dal mix letale di questioni politiche e controversie religiose - diverrebbe un incendio incontrollabile, qualora venisse a contatto con la diatriba dei diritti civili. Campo nel quale i russi sono rimasti indietro di almeno una cinquantina d'anni. Per spiegare ció che sta succedendo a Mosca e dintorni bisogna fare una doverosa premessa: le restrizioni al diritto alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica sotto al Cremlino sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni. Non a caso, ciò avvenne da quando Putin fu eletto per la prima volta presidente, ed è chiaro che il capo di governo russo - praticamente imbattibile - sia diventato una sorta di "semidittatore" grazie alla violazione dei diritti umani. Detto questo, non sorprende l'anacronistica presa di posizione dei cosacchi (popolazione della Russia occidentale), i quali hanno confermato che pattuglieranno la città di Rostov sul Don - una delle 11 città ospitanti durante i Mondiali -, assicurandosi che le coppie omosessuali non si scambino effusioni in pubblico. Trecento cosacchi - da sempre individui fedeli a Vladimir Putin, formano gruppi paramilitari impegnati a salvaguardare l'ordine pubblico nelle città russe - affiancheranno la polizia regolare nelle strade di Rostov,  facendo rispettare la legge contro la propaganda omosessuale ai minori, che di fatto proibisce manifestazioni pubbliche di orientamenti sessuali non tradizionali. "Se vediamo due uomini baciarsi, lo comunichiamo alla polizia - ha detto il leader dei cosacchi locali Oleg Barannikov - poi spetterà a questa decidere cosa fare." Questi veri e propri "vigilantes" si sono distinti già in passato per la violenza e crudeltà delle loro repressioni, in particolare durante le proteste in occasione della quarta nomina a presidente di Putin. Spero che i giocatori delle 32 squadre partecipanti riescano - come dei veri e propri vigili del fuoco - a spegnere il terribile incendio propagatosi a causa di vicende che nulla hanno a che spartire con i sani principi del calcio.