Si fa un gran parlare in questi giorni degli articoli “il Milan secondo Ruiu”. Si è scritto molto al riguardo. Si è scritto che non dovrebbe essere commentato, ignorato e poi come in ogni paese democratico c’è la controparte: chi dice che ha sempre avuto ragione e che i ciechi sono i tifosi del Milan.

Poi però ci si ferma e ci si chiede: cosa critica Ruiu? Una mente ben attenta potrebbe dire che critica tutto. E così è. Ruiu critica TUTTO.
Mercato estivo? Pessimo.
Dirigenza? Anche peggio.
Che nella nuova società siano stati fatti degli errori è chiaro ed evidente ma come in tutte le cose sono state fatte delle cose buone. Prendete come la nuova dirigenza tratti con i procuratori. Niente procure superiori al 5%, trattative con procuratori prima proibiti ( vedi Mendes), dismissione della parola “saldi” quando si tratta di vendere. Guardate come è stata gestita la vicenda Gustavo Gomez. Chi credeva che sarebbe entrato in Casa Milan e avrebbe dettato regole e condizioni si è trovato un muro invalicabile. Non è sintomo questo di serietà e di “aziendalismo” puro?

E allora Ruiu perché critica? Critica perché lo DEVE fare, perché un Milan serio, che ti guarda dritto in faccia non deve andare bene. Perché c’è una logica in tutto questo. Qualche “puparo” vuole che si debba vivere del ricordo di quell’altro Milan, di quello italiano e che no, no, no, un altro Milan non deve esserci. Ruiu non fa altro che prestare la faccia a questo gioco.
Pensateci bene, è la stessa logica che ha portato Raiola a tirare su il caso Donnarumma dopo due vittorie scacciacrisi ed è la medesima che nel momento in cui si vince con la Lazio il buon Mino parli di Mirabelli. Il fine? Lo stesso. DESTABILIZZARE perché il Milan deve essere in crisi, non deve rialzarsi.!

Chiudo con una parentesi sul bersaglio preferito dal Ruiu: André Silva. Il ragazzo ha bisogno di supporto, il talento si vede, deve entrare in fiducia.
Smettiamola di dare addosso. Il passato ci insegna che quando abbiamo criticato a priori poi si sono prese cantonate clamorose. (vedasi Huntelaar e Kluivert).