Era soprannominato Musagete, che nella mitologia greca era l'appellativo dato ad Apollo quale guida delle muse. Per tutti sarà per sempre Musagete. Danzava sul pallone. Classe e raffinatezza nel toccare la palla. Il classico numero 10. L'acquisto più costoso dell'era Silvio Berlusconi al Milan. Era impossibile non essere ammaliati dalla sua classe. Rui Costa è stato uno dei talenti più puri della storia del calcio. Uno dei più eleganti. Silvio Berlusconi nel corso della sua epopea al timone del Milan fu protagonista di acquisti spettacolari e talvolta anche molto costosi. Il calcio stava cambiando e i cartellini dei calciatori più importanti iniziarono ad avere costi sempre più esosi. Con Berlusconi arrivarono al Milan tra gli acquisti più costosi l'attaccante colombiano Carlos Bacca preso per 30 milioni di euro dal Siviglia nel 2015; nel 2002 arrivò dalla Lazio Alessandro Nesta, difensore italiano per 30,99 milioni di euro dalla Lazio; nel 2001 arrivò dalla Juventus Filippo Inzaghi, attaccante italiano per 36,15 mln di euro e infine il colpo più costoso dell'era Berlusconi che nel 2001 prese il fantasista portoghese Manuel Cesar Rui Costa dalla Fiorentina per 42 mln di euro.

Dopo la cessione del Milan da parte di Berlusconi si era già entrati in una epoca in cui spese del genere erano la norma, anzi. Non sembrano nemmeno tanto onerosi, ma per quell'epoca l'acquisto di Rui Costa fu una spesa ingente e davvero degna di nota ed esosa per gli standard economici dell'epoca. Difatti poi il Milan nell'unico anno in cui ci fu la proprietà cinese con Yonghong Lì e con Marco Fassone amministratore delegato e Massimiliano Mirabelli nel ruolo di direttore sportivo, pareggiò subito il record storico e trentennale di spesa Berlusconiana quando arrivò al Milan dalla Juventus Leonardo Bonucci, difensore italiano che nel 2017 fu pagato 42 mln di euro. Dimostrazione che spese del genere erano ormai la norma. Il Milan subito dopo l'epopea Berlusconi, sia con l'annata del dragone con la proprietà cinese e sia con la proprietà a stelle e strisce americana, il fondo Elliott, per quello che concerne le spese era diventata la normalità spendere cifre che per gli standard dell'epopea vincente di Silvio Berlusconi erano acquisti onerosi, mentre adesso erano la normalità. Se a quell'epoca a quelle cifre si compravano campioni affermati, dopo Berlusconi con quelle cifre ci si potevano prendere giovani talenti. Basti considerare che un giovane portoghese come Rafael Leao nel 2019 fu pagato 25 mln dal Lille. Lo stesso Lucas Paquetà, giovane brasiliano fu pagato 35 mln dal Flamengo come l'attaccante polacco Krzysztof Piatek, prelevato nel 2019 dal Genoa per la stessa cifra così come il difensore italiano Mattia Caldara dalla Juventus. Anche André Silva preso dal Porto, attaccante portoghese, nel 2017 fu pagato 38 mln.  Questo fa capire che ormai quelle cifre sono diventate la normalità e rapportate al dopo Berlusconi possono anche essere considerate basse. Un talento come Rui Costa lo si pagherebbe almeno 80 mln di euro almeno, forse anche 100 mln con i prezzi che si sono impennati da quando Berlusconi ha ceduto il Milan.  

Soprannominato anche O Maestro, Rui Costa ha speso la sua carriera tra le file del Fafe, Benfica, Fiorentina e Milan. Fu scoperto dalla leggenda portoghese Eusebio che all'età di 9 anni lo fa entrare nelle giovanili del Benfica. Cresce nelle giovanili del Benfica. Nel 1990/91 viene prestato al Fafe, club della seconda divisione portoghese. Nel 1991/92 fa rientro al Benfica dove resta fino al 1993/94 e dove vincerà una coppa di Portogallo nel 1992/93 e il campionato portoghese nel 1993/94. Dal 1994/95 fino al 2000/2001 giocò nella Fiorentina. Era la sua prima esperienza fuori dal Portogallo. Fu un grande amore quello tra la Fiorentina e Rui Costa. A Firenze divenne presto un idolo. I tifosi della viola restarono subito incantati dai suoi assist al bacio, i dribbling soavi, le carezze che dava al pallone, l'eleganza che aveva quando progrediva palla al piede e ovviamente anche i gol di pregevole fattura, destro o sinistro non importava. Lo stesso Rui Costa si legò molto alla piazza viola. L'affetto dei tifosi della Fiorentina lo travolse e lui ne restò piacevolmente sorpreso tant'è che dichiarò: "Quando andavo a fare l'allenamento lasciavo la macchina (una umile Mitsubishi rossa N.d.r.) davanti al Bar Marisa, fuori dal Franchi, per poter godere del calore dei tifosi una volta uscito dagli spogliatoi" Rui Costa si sentiva a casa. E non ne voleva sapere di andarsene dalla Fiorentina.  L'allora patron della Fiorentina lo cedette due volte, prima al Parma, e una seconda volta alla Lazio. Ma lui rifiutò. Voleva restare nella sua amata Fiorentina. Ci restò il più possibile. Fino a quando i problemi economici che travolsero la Fiorentina e il suo allora patron Vittorio Cecchi Gori lo costrinsero a malincuore a comprandere che il suo percorso a Firenze era finito. Il destinò aveva in serbo altro per lui. Accettò di lasciare la Fiorentina e si lasciò sedurre dal Milan. Il diavolo lo accolse tra le sue grinfie. Nel 2001/2002 c'è il passaggio al Milan per 42 mln di euro, circa 85 mld del vecchio conio. Rui Manuel Cesar Costa nato ad Amadora il 29 marzo del 1972, di ruolo trequartista, lasciò la Fiorentina dopo che con essa vinse 2 coppe italia, nel 1995/96 e nel 2000/2001,  e 1 supercoppa italiana nel 1996.  Complessivamente con la Fiorentina tra Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Coppa Uefa e Champions League  giocò 276 volte andando a segno in 50 occasioni.  

Dal 2001/2002 al 2005/2006 gioca nel Milan. Incanta anche in rossonero. La sua classe è ancora intatta. Il primo anno al Milan segna solo in Coppa Uefa 3 gol in 10 presenze ma non va a segno nè in campionato in 22 presenze e nemmeno nell'unico match disputato in coppa Italia. Il secondo anno al Milan trova il gol solo in coppa italia, dove in 5 presenze va in gol una volta ma non segna nè in Serie A in 25 presenze e nemmeno in Champions League in 18 presenze. Bisogna aspettare il terzo anno al Milan, nell'annata 2003/2004 per vedere i primi gol di Rui Costa in campionato. Saranno 3 i gol a fine stagione in 28 presenze in Serie A con la maglia rossonera. In quell'anno per Rui Costa anche 4 presenze in Coppa Italia e 6 presenze in Champions League. Per lui una presenza anche in Supercoppa Italiana, in Supercoppa Europea e in Coppa Intercontinentale. In quell'anno arrivò al Milan anche un certo Kakà che successivamente diventerà titolare nel Milan proprio ai danni di Rui Costa. Il Milan è un'altra dimensione  rispetto alla Fiorentina dove era certo del posto e non si poteva avere la titolarità indiscussa a prescindere, tuttavia Rui Costa riuscirà sempre a dire la sua e a ritagliarsi il suo spazio. Nel 2004/2005 nel Milan accumula 24 presenze in campionato con un gol fatto, 4 presenze in Coppa Italia, 9 presenze in Champions league e 1 presenze in Supercoppa Italiana senza andare a segno in queste competizioni. Nel 2005/2006 per quella che sarà la sua ultima annata con la maglia del Milan accumulerà 25 presenze in Serie A, 3 presenze con 3 reti in Coppa Italia, e 4 presenze in Champions League senza andare in gol. Con il Milan vincerà una Champions League e una coppa Italia nel 2002/2003, una supercoppa europea nel 2003, un campionato italiano nel 2003/2004, e una supercoppa italiana nel 2004.

Chiuderà la sua carriera da calciatore nel club dove è cresciuto, nel Benfica, come a chiudere un cerchio, dove giocherà le sue ultime due annate da calciatore, nel 2006/2007 e nel 2007/2008. Con il Portogallo giocherà 94 match andando a segno 26 volte. Con il Portogallo Under 20 vincerà il Mondiale di categoria nel 1991. Rui Costa è stato un gioiello portoghese. Ha giocato in 4 club nella sua carriera e in tutti ha lasciato il segno. Ha ammaliato il calcio con la sua immensa classe. O maestro, oppure Musagete. Semplicemente Manuel Rui Costa.