Più 1 per Ronaldo: 601 a 600. Questi i freddi dati dei gol di un duello che sta entusiasmando il mondo del calcio e che abbiamo l’onore e il privilegio di vivere. Tali aridi numeri sono l’istantanea perfetta del momento. Chi è il migliore tra Cristiano e Messi? E’ il sondaggio più in voga nell’attualità calcistica. Soltanto di un’incollatura, ma potrebbe vincere il portoghese. Ecco le motivazioni.

Intanto, occorre chiarire che una domanda simile assomiglia molto a una “bestemmia calcistica”. In questo sport si sta parlando di assolute divinità, quindi, risulta davvero azzardato decretare quale sia la migliore. Sorge spontaneo un parallelo di tutti i giorni e viene da affermare che, con le dovute proporzioni, un amante del pallone che si trovi di fronte a un simile quesito debba discernere un rebus uguale a quello per il quale venga domandato a un bambino se preferisce la madre o il padre. La risposta è praticamente impossibile, ricca di imbarazzo e di difficoltà. Detto questo, non va dimenticato che si sta soltanto parlando di sport, quindi, è assolutamente lecito porsi questi interrogativi. Anzi, è il pane quotidiano degli appassionati che da una simile domanda possono far sorgere interessanti discussioni e dibattiti nei quali non è possibile non divertirsi.

Messi e Ronaldo. Si è di fronte ai più grandi della storia? Meglio di Maradona? I numeri parlano abbastanza chiaro. “El Pibe de Oro” ha conquistato un Mondiale, una Coppa Uefa, 2 Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa del Re, una Liga, una Supercoppa di Spagna, un campionato argentino, un Mondiale sub 20, una Coppa Artemio Franchi e un Pallone d’Oro. In 606 gare ha messo a segno 306 gol viaggiando alla media incredibile di una realizzazione ogni 178 minuti. E Pelè? Ecco, sotto il profilo dei dati il brasiliano è sui livelli di CR7 e della “Pulce”. Anzi, anche meglio. Ha conquistato 4 Torneo Rio San Paolo, un Torneo Roberto Gomes Pedrosa, 6 Campionati Brasiliani, 5 Taca Brasil, un campionato NASL, 2 Coppa Libertadores, 2 Coppe Intercontinentali, una Supercoppa dei Campioni Intercontinentale e 3 Mondiali. Un palmares devastante condito da una miriade di reti: 685 gol in 742 sfide. La media è da defibrillazione: un centro ogni 94 minuti. Però, non ha mai giocato una manifestazione europea. E’ risaputo, senza nulla voler togliere al calcio americano, che alle nostre latitudini è tutto diverso. L’aggettivo utilizzato non intende significare che sia più difficoltoso vincere nel Vecchio Continente rispetto al Nuovo, semplicemente non si possono azzardare paragoni.

I numeri, poi, rappresentano un indicatore molto importante del valore di un giocatore, ma non possono essere utilizzati come unico elemento di confronto. Le variabili che intervengono sono infinite. Inoltre, non è possibile nemmeno raffrontare calciatori in epoche diverse. Fatto il paragone con coloro che, nell’immaginario popolare, sono stati i simboli di un calcio che fu, diventa quindi impossibile dire se Cristiano e Messi siano il meglio nella storia di questo glorioso gioco.

Si può soltanto sostenere che siamo innanzi a qualcosa di magico e di poetico. E’ un duello fantascientifico e, con grande probabilità, uno è l’energia dell’altro. Ronaldo stimola la “Pulga” e viceversa. Sotto questo punto di vista risulta emblematica l’esultanza che il lusitano espresse dopo un centro contro la Spagna al Mondiale russo. Cristiano si toccò il mento come a mimare il pizzetto. Chiaro il riferimento all’acronimo G.O.A.T. (Greatest Of All Time). Il sostantivo “goat” in inglese significa capra. Proprio sfruttando tale comparazione, un celebre marchio aveva dato vita a una pubblicità con Messi e il citato animale. In parecchi hanno letto la celebrazione del gol di Ronaldo come una stoccatina nei confronti dell’argentino. Questo per sottolineare quanto l’uno stimi e stimoli l’altro. Il giocatore della Juve e quello del Barca sono così forti anche perché hanno avuto la fortuna di poter vivere la medesima generazione.

Messi e Ronaldo ci consentono di osservare da vicino un duello supremo come accade anche in altri sport. Si pensi a Federer e Nadal nel tennis. Anche in passato, quest’ultimo gioco ha avuto l’onore di vivere grandi sfide come quella tra Borg e McEnroe. La Formula Uno ha visto Lauda e Hunt, il ciclismo Bartali e Coppi. Insomma, non è la prima volta ed è sempre stato molto esaltante e stimolante.

Tutti questi personaggi hanno una caratteristica in comune. Sono su poli opposti. Diversi stili di vita, modi di affrontare la propria professione oppure semplicemente caratteristiche differenti. Accade anche tra Messi e Cristiano. La “Pulce”, infatti, è un giocatore dotato di un fisico non eccezionale. Tutto quello che Dio non gli ha donato dal punto di vista della corporatura è stato posto in lui nel talento. Leo ha una classe superiore e proseguire nell’analizzare le sue caratteristiche tecniche risulterebbe stancante esercizio di stile. Ognuno le conosce. Ronaldo, invece, ha una fisicità disarmante. In una celebre intervista ha recentemente affermato di non essere un automa. Vero, ma l’impressione che fornisce è proprio quella della macchina perfetta. Basti pesare che su 601 centri, 101 sono giunti di testa. CR7 è alto, ma non è uno “spilungone”. Per realizzare così tanti gol nel modo citato occorre avere una potenza suprema. Insomma, ha ragione Capello. Cercando di parafrasare il suo pensiero: se Messi è il genio, Ronaldo è il robot perfetto. L’argentino ha il dono del talento, CR7 ha alimentato il suo potere con la costanza, l’allenamento, la fatica e la perseveranza.

Perché dunque si dovrebbe preferire lo juventino? Al fin di rispondere occorre nuovamente fare riferimento ai numeri e ai trofei. La bacheca dell’uomo di Madeira vede 5 Palloni d’Oro, 5 Champions League, 3 Premier League, una Coppa d’Inghilterra, 2 Coppe di Lega inglese, 2 Liga spagnola, 2 Coppe di Spagna, una Supercoppa di Spagna, uno Scudetto, una Supercoppa Italiana, 4 Mondiali per club, 3 Supercoppe Uefa, 2 Community Shield, una Supercoppa portoghese e un Europeo. Messi, invece, ha vinto 5 Palloni d’Oro, 4 Champions League, 10 Liga spagnola, 8 Supercoppe Spagnole, 3 Mondiali per Club, un Mondiale Sub 20, 3 Supercoppe Uefa e un’Olimpiade.

Ronaldo possiede una Champions in più rispetto a Messi ed è in vantaggio pure nel numero delle Coppe Intercontinentali. Presto, però, la Pulce potrebbe raggiungerlo e superarlo nel dato relativo ai Palloni d’Oro. In tutto questo sarà decisivo l’immediato futuro della stagione del Barcellona. Sotto tale profilo, quindi, lo scarto è minimo e non utile al fine di determinare chi sia il migliore. Forse, però, parte della risposta può giungere dal tipo di trofei in bacheca. CR7 ha vinto a ogni latitudine. Ha trionfato in Portogallo, Inghilterra, Spagna, Italia ed Europa. Messi non ha mai lasciato la Catalogna. Cosa sarebbe la Pulce senza i blaugrana? Questo è il quesito che assilla gli intenditori. Partendo dal presupposto che chiunque vorrebbe avere l’argentino nel proprio club ed è impossibile affermare che non farebbe la differenza in qualsiasi compagine, non si hanno certezze assolute. Anzi, con la “camiseta albiceleste”, Messi diventa un giocatore normale. Tale dato è un indicatore, ma non una scriminante e porta ad analizzare l’ultimo motivo per cui Cristiano pare essere il numero uno.

Trattasi dell’aspetto caratteriale. Anche sotto questo punto di vista, CR7 sembra un automa. A volte ci si chiede se provi sentimenti simili ai nostri oppure se sia completamente apatico. Questa è chiaramente una provocazione per sottolineare che il lusitano riesce a gestire perfettamente pure tale aspetto del suo corpo. Pare avere quasi un controllo totale sulla sua mente. Ciò si nota anche nella professione. Cristiano gioca tutte le partite con la medesima tranquillità. Che sia la finale di Champions League, una gara del Mondiale o la partitella all’oratorio di sabato pomeriggio, a lui nulla cambia. Anzi, più la sfida è di valore, maggiore è la sua propensione a fare meglio. E’ incredibile. Sembra non conoscere così sia l’ansia. Messi è diverso. La “Pulce è più umana”. Pare vivere le normali emozioni di ognuno di noi. Inoltre, è un argentino e in quel Paese il calcio è vita. Basti osservare come lo affronta Higuain. Quando questi 2 campioni vestono la maglia della Nazionale si trasformano in calciatori normali. Sembra che quella casacca sia la loro “criptonite”. Risultano emblematici gli sguardi che il numero 10 regalava l’estate scorsa durante l’inno nazionale al Mondiale. Una maschera di ansia. A questo punto i risultati sono scontati. Con una rappresentativa storicamente fenomenale, a livello di nazionale maggiore, Messi ha vinto zero titoli. Con un Portogallo che non aveva praticamente mai goduto di un successo, Ronaldo ha conquistato un Europeo. E’ vero, non ha giocato la finale a causa di un infortunio patito nei minuti iniziali del match, ma sino a quella sfida è stato determinante. Il suo contributo, poi, è stato fondamentale anche nell’ultimo atto parigino perché la sola presenza e i consigli che forniva ai compagni durante quella gara sono risultati decisivi. L’immagine è ancora scolpita nella mente. Si è nei tempi supplementari del match, Ronaldo e Santos sono in piedi, insieme, a fornire indicazioni alla squadra. Il c.t. e il calciatore guida. Il simbolo del trionfo lusitano.

Insomma, “preferisci Ronaldo o a Messi?”. Di un’incollatura, ma preferisco Cristiano.