Luglio 2018.

Siamo nel pieno dei mondiali 2018 ed in Russia si respira aria di calcio.
Tutto il mondo dello sport si unisce nell'annata di questa magica rappresentazione, dove, come di consueto, tutte le migliori squadre, composte (di solito) dai 23 migliori calciatori di ogni paese, si sfidano per aggiudicarsi il titolo di campione del mondo.

Ma l'attenzione può spostarsi in un minuto.
Ronaldo alla Juve. Neymar al PSG. Entrambi, per un costo, escludendo i prezzi degli ingaggi, che si aggira sui 500 milioni di euro. Ripeto... Cinquecento milioni di euro.
Cifre da capogiro.

E pensare che qualche anno fa eravamo sorpresi quando, durante il miglior periodo di Bale, il Real Madrid sborsò la modica cifra di cento milioncini di euro.
Ad oggi, però, non esiste più un limite. Il calcio è diventato una macchina da soldi, e i valori, il significato, il bello del calcio, è andato sparendo man mano per lasciare spazio a questo che è un commercio spietato e senza alcun lato umano.

Sei forte, vali cento milioni. Non può esserci altrimenti. Ad oggi i giovani sono macchiati da questa piaga che è solo l'aspetto economico, da questa piega che il calcio sta prendendo.
Dimenticandosi che tutto inizia con pochi euro. Ed il calcio non fa altro che prendere la forma di questo dolorante Neymar, accasciato, per terra, mentre tanti sperano che si rialzi.

Ricordiamoci cos'è il vero calcio.
Quello fatto di valori, di spettacolo, e non solo di business.