Non è umano, ho pensato guardandolo giocare e nemmeno un extra-terrestre, semplicemente Dio travestito da Ronaldinho. 
Questi furono i primi pensieri che mi passarono per la testa dopo aver visto Ronaldinho giocare, pensieri che ritornano puntuali ogni volta che sento il suo nome o guardo su Internet le sue magie.
In questo articolo non voglio annoiarvi con dati biografici o con la sua palmares, semplicemente raccontarvi quello che è stato per me e per il calcio intero.
 
La prima volta volta che ho sentito il potere ipnotico di Ronaldinho avevo circa 10 anni e per innamorarmi di lui mi bastò semplicemente leggere le prime righe della sua autobiogarfia che lo descriveva come un giocatore fuori da qualsiasi schema tattico, con un modo di giocare tutto suo, basato sulle sue origini brasiliane e sul suo estro calcistico.
Quella biografia l'ho riletta giusto qualche settimana fa e le emozioni che ho ho provato non sono mutate nel tempo; emozioni che ho provato solamente di fronte a pochissimi calciatori, uno su tutti proprio Ronaldinho.

Calciatori come lui sono ormai rarissimi nel calcio attuale, non tanto per le sue straordinarie abilità tecniche ma per una dote innata di trasformare qualsiasi partita, e sottolineo qualsiasi, in uno spettacolo di magia fatto di sombreri, doppi passi ubriacanti, giocate di fino nello spazio di un fazzoletto che nemmeno alla moviola saremmo in grado di comprenderle per poi provare ad emularle nella vita reale o di fronte ad una console.

Non voglio negare l'evidenza dicendo che  è stato il migliore calciatore al mondo (ora dopo una lunga carriera ha appeso gli scarpini al chiodo) perchè la storia del calcio è stata e tuttora è piena di campioni, semplicemente invitarvi a guardare il video linkato qui in basso per rendersi conto che è stato la stella più luminosa in una galassia, quella calcistica, in continua espansione.