“Al mio segnale, scatenato l’inferno”, è la famosissima frase che Russel Crowe pronuncia al suo esercito, prima della battaglia in Germania.

Detto fatto, al fischio d’inizio, la Juventus indemoniata mette subito l’Atletico alle corde. Spinazzola sembrava un Toro inferocito dopo aver visto rosso, e tutti gli undici giocatori bianconeri avevano le gambe che giravano come quelle del diavolo della Tazmania. 
L’ambiente era carico, c’era aria d’impresa, i giocatori avevano gli occhi della tigre, e lo Stadium sembrava un coro di ruggiti di un branco di Leoni pronti a difendere il loro territorio con i denti. 
Il gol annullato a Chiellini, non ha scoraggiato i bianconeri, che hanno surclassato i Chilchoneros in ogni zona del campo. Sczezny a parte (avrebbe tranquillamente potuto acquistare un biglietto per sedersi in tribuna) i 19 giocatori di movimento sono stati leggendari. 

Chiellini e Bonucci sono stati due querce secolari, insormontabili, a centrocampo Emre Can e Matuidi, hanno preso le sembianze di due cani che trainavano la slitta di Pjanic, che giostrava ogni pallone con metodi e tempi giusti. Spinazzola e Cancelo sono stati le sue spine nel fianco costanti nella retroguardia di Simeone, che è stata costantemente sotto pressione per tutti i novanta minuti. Mandzukic, acciaccato,ha offerto la solita partita maschia, fatta di sacrifici e lotta.

E poi ci sono stati due meravigliosi diamanti, come Ronaldo e Bernardeschi. Il primo, e non è una novità, ha sfruttato ogni pallone, rispolverando un po’ la memoria corta di chi lo ha criticato, dandolo addirittura in partenza verso un ritorno a Madrid. Lui ha risposto presente, dimostrando di essere il calciatore più decisivo della storia di questa competizione.

Una standing ovation poi, va a Federico Bernardeschi, anima, cuore, sudore, gambe e classe cristallina, per un giovane ITALIANO di assoluta caratura. Federico a fornito l’assit del 1-0 e ha avuto la forza al minuto 85 di fare in progressione impressionante conquistandosi il rigore della vittoria.
Se mai dovesse partire Dybala ( entrato con voglia insieme a Keane) meriterebbe di prendersi la numero 10 per l’amore che ha per questi colori.

Onori poi a Massimiliano Allegri. Lo scrissi ieri, chi dimentica i ribaltoni che ha compiuto la Juventus negli ultimi anni, non è un tifoso. Chi critica Allegri è un pazzo scatenato. Stasera ha dimostrato ancora una volta di essere probabilmente il migliore allenatore in Europa a livello di preparazione delle partite.
Ora che si fa? Lo si minaccia ancora o lo si vuole tenere? Non sono accetti i tifosetti che salgono sul carro dei vincitori.
Ed ora andiamo a giocare i quarti di finale, consapevoli della nostra forza.

 

#FINOALLAFINE

 

Samuel Consoli