E' arrivata ieri sera al "Santiago Bernabeu" di Madrid la quinta sconfitta su 7 partite giocate in trasferta dalla Roma in Champions League nella gestione Di Francesco: il dato dovrebbe essere preoccupante ma se andiamo a considerare gli avversari affrontati dai giallorossi (Atletico Madrid, Shakhtar Donetsk, Barcellona, Liverpool e Real Madrid) la situazione sembra essere meno allarmante. Ma ciò che fa impietosire e non poco l'ex allenatore di Sassuolo e Lecce è il numero dei gol presi in queste sette gare dai suoi ragazzi: 20! Una media di quasi tre reti a partita, assurda se pensiamo che ad averli subiti è la squadra semifinalista della scorsa edizione.

Un altro particolare importante, evidenziatosi molto anche contro il Chievo, è la facilità impressionante con la quale la Roma viene attaccata centralmente, caratteristica che sembra avere soprattutto quando gioca con 4 uomini arretrati: il contrario è successo con il Liverpool l'anno scorso e il Milan a fine agosto, quando con la difesa a 3 è stata in continua difficoltà a contenere le avanzate degli esterni rossoneri e dei reds. 

I giallorossi nella gara contro le "merengues" giocano bene il primo tempo soprattutto dal punto di vista tattico, in cui sembra mancare in particolar modo la precisione dell'ultimo passaggio durante le azioni offensive (che non sono mancate, ma che non hanno portato a vere occasioni da gol), subiscono quasi allo scadere la rete del vantaggio madridista con una bella punizione di Isco sulla quale il povero Olsen (il migliore in campo nelle fila della Roma) non può far nulla.

Nella ripresa i ragazzi di Di Francesco entrano in campo cercando di sfruttare maggiormente le poche opportunità lasciate dai difensori del Real Madrid, ed è solo un super Keylor Navas a negare al 48° minuto un gran gol a Ünder che sarebbe valso il pareggio. Ma successivamente sono i "Blancos" ad affacciarsi nella metà campo dei giallorossi, che riescono a contrastarli, ed è Bale, dopo aver colpito una traversa al 53°, a segnare la rete del raddoppio madridista grazie a un sinistro rasoterra di prima intenzione sul secondo palo dopo una splendida imbucata centrale di Modric che sorprende completamente una Roma scoperta in difesa. 

I giocatori di Lopetegui cominciano quindi a gestire la partita forti delle due segnature di vantaggio ma rischiano anche di farla riaprire prima da Kolarov, con un sinistro dalla distanza, e poi da Dzeko con un colpo di testa, ma il portiere costaricano del Real non fa passare nulla. 

Nel finale la squadra di Di Francesco torna a subire prepotentemente le avanzate centrali di Isco e Mariano Dìaz (quest'ultimo subentrato al posto di un sontuoso Gareth Bale): Olsen fa quello che può e salva i suoi compagni in almeno 5 occasioni nella partita, ma non può nulla sul bellissimo destro a giro proprio del nuovo numero 7 dei "Blancos" che si infila all'incrocio dei pali. 

Male davvero tutta la difesa, eccetto il portiere svedese. In particolar modo sono state negative le prestazioni di Kolarov e di Fazio: irriconoscibile rispetto alla prima parte della scorsa stagione il primo, che ha sulla coscienza un'altra brutta partita dopo quella contro i clivensi, e tremendamente insicuro il secondo, ai cui errori hanno dovuto spesso rimediare il suo estremo difensore e Manolas.

Preoccupante la situazione di Schick: non lo dico soltanto per il tiraccio di ieri, ma l'ex Sampdoria non riesce proprio a mostrare il talento messo in evidenza due stagioni fa a Genova e ho paura cominci a diventare un peso: la pazienza allenatore, società e tifosi ne stanno avendo con lui (e anche tanta) ma non può durare all'infinito.

Deludenti anche Dzeko ma soprattutto, a mio parere, le scelte e la preparazione alla partita di Eusebio Di Francesco: il bosniaco ha ricevuto pochi palloni giocabili, ma al contrario del solito si è fatto vedere molto poco a centrocampo e non ha aiutato la squadra nella costruzione della manovra offensiva;  invece dell'allenatore cresciuto in Toscana resta davvero poco chiara la scelta di puntare dall'inizio su un ragazzo come Zaniolo, si molto promettente ma ancora con zero minuti tra i professionisti, per poi toglierlo subito dopo il gol del 2-0. 

Non sto discutendo la prestazione del giovane, che non mi è dispiaciuta, ma la gestione del tecnico cresciuto in Toscana: lui ne saprà sicuramente più di me, ma ho paura che toglierlo dopo la rete del raddoppio gli possa aver trasmesso un messaggio del tipo "Stiamo perdendo e abbiamo preso due gol con te in campo quindi ti levo". Forse sono io che sto esagerando, ma con un talento come lui ma specialmente con un ragazzo di 19 anni la prudenza, a mio avviso, non è mai troppa.

Sicuramente se avesse segnato o fatto una gran partita avremmo tutti elogiato la scelta tecnica del mister, ma a me è sembrata una mossa leggermente presuntuosa. Spero di sbagliarmi, ma dopo un mercato (che comunque non mi è sembrato da big europea che vuole confermarsi ad alti livelli) in cui la dirigenza ha cercato di mettere a disposizione dell'allenatore una rosa più lunga dell'anno scorso (specialmente a centrocampo), perché scegliere un esordiente proprio in una partita così e in un reparto così importante?

La Roma, nella passata stagione, ha tirato fuori il meglio di sé nella parte finale e soprattutto nelle partite casalinghe di Champions League: spero per loro possa accadere anche quest'anno, ma al momento mi sembrano inferiori per quanto riguarda la condizione atletica (anche se ci sarà tempo per migliorarla) e il livello generale della rosa in particolar modo a centrocampo dove abbonda di certo la quantità ma non so la qualità. 

Per finire volevo ricordare Maria Lando, consorte dello storico presidente giallorosso Franco Sensi, e l'enorme passione che hanno avuto lei e suo marito per la loro squadra del cuore: hanno sempre cercato il bene della Roma ed è grazie a loro se i tifosi durante la loro gestione hanno assaporato grandi vittorie e soddisfazioni. 

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Buona serata di Europa League a tutti

Nicola Civetta