La Lupa esordisce in Champions nella tana dei lupi: lo stadio "Santiago Bernabeu" di Madrid, al cospetto dei tricampioni consecutivi della manifestazione regina d'Europa.
Nonostante la caratura degli avversari, Eusebio Di Francesco spiazza tutti facendo esordire dal primo minuto il giovanissimo Nicolò Zaniolo, classe 1999 prelevato quest'estate dall'Inter nel maxiscambio che ha portato Nainggolan a Milano. Questa scelta rappresenta un unicum nella storia del calcio italiano: credo, infatti, non sia mai successo prima che un giocatore facesse il suo esordio da titolare in Champions League, senza aver disputato nemmeno un minuto in campionato. Sembra quasi che il coraggio tecnico della Roma abbia ascoltato le recenti parole del c.t. azzurro Roberto Mancini, lamentatosi per lo scarso utilizzo di ragazzi italiani nelle big del campionato. Eccolo accontentato! Per il resto, le scelte sono quelle della vigilia: 4-3-3 con Alessandro Fiorenzi terzino, trio offensivo Ünder-Dzeko-El Shaarawy e centrocampo in cui il baby Zaniolo è sorretto dall'infinita esperienza dei "vecchi" De Rossi e N'Zonzi. I Galacticos, allenati da Julen Lopetegui, si schierano a specchio: 4-3-3 anche per gli spagnoli, modulo meno strutturato di quello romanista vista la versatilità di Isco, capace di spaziare liberamente su tutto il fronte offensivo. Arbitro della contesa è l'olandese Kuipers, con il quale i giallorossi condividevano, prima del fischio d'inizio, un bilancio neutro: una vittoria, tre pareggi (tra cui l'1-1 col Barcellona, famoso per il fantastico gol da metà campo di Florenzi) ed una sconfitta. 

I ragazzi di Di Francesco giocano un buon primo tempo, chiudendolo però in svantaggio a causa della magia su punizione del fenomeno Isco. De Rossi e compagni si difendono con organizzazione e disciplina, non disdegnando qualche (rara) sortita offensiva, per lo più attraverso azioni di contropiede. In una di queste situazioni, il turco Cengiz Ünder sciupa tutto provando un deleterio pallonetto su Navas, piuttosto che servire l'accorrente El Shaarawy. Gli unici difetti giallorossi sono riscontrabili in un'eccessiva lentezza e morbidezza nell'andare a contrastare l'avversario, contro cui il pressing imbastito dalla Roma non era accompagnato dalla necessaria voglia e grinta nel recupero palla. Questo atteggiamento remissivo ha favorito i padroni di casa che, sebbene poche volte nello specchio della porta, sono andati troppe volte al tiro; e, in quelle rare occasioni, il poriere Olsen sembrava un muro invalicabile. Siamo sicuri che lo svedese, così tanto bistrattato dai tifosi, sia meno forte di Allison? 

Alla ripresa delle ostilità, l'estremo difensore ex Copenhagen - già decisivo in campionato con una paratona che ha evitato la sconfitta contro il Chievo al '94 - conferma di essere in enorme e costante crescita, migliorando patita dopo partita e salvando il risultato in almeno tre occasioni: pazzesca la parata di piede in uscita sul gioiellino spagnolo Marco Asensio! Il resto della squadra però, stanca fisicamente e carente alla voce autostima, non accompagna a dovere la serata di grazia del portierone di Malmö, concedendo troppi tiri facili come già successo nei primi quarantacinque minuti. Se poi permetti ad un velocista come Bale (autore del 2-0) di partire indisturbato in contropiede e non sfrutti le poche chance che la difesa spagnola comunque ti apparecchia, ecco che una sconfitta in casa del club più forte del mondo non deve sorprendere più di tanto. A ciò va aggiunta l'inconsistente leggerezza con cui Patrick Schick ha approcciato i (pochi) minuti concessigli da Di Francesco, sembrando troppo molle in area di rigore al momento della conclusione in porta.

Nonostante la pesante sconfitta - solo nel risultato - la Roma esce dal "Santiago Bernabeu" con alcune certezze in più, fondamentali per il prosieguo di una stagione lunga e dispendiosa: l'affidabilità di un portiere sconosciuto ai più, pagato 1/10 dei soldi avuti dalla cessione al Liverpool del compianto Allison, ma che a questi livelli ha dimostrato di poterci stare alla grande; e soprattutto un Daniele De Rossi che pare ringiovanire più passa il tempo, straordinario ed indispensabile nel ruolo di frangiflutti davanti la difesa (mettendoci anche lo zampino in alcuni salvataggi in extremis). I giallorossi, per potersi risollevare anche in campionato, devono ripartire da queste note positive nella serata amara di Madrid. La Roma non aveva l'obbligo dei tre punti questa sera: non è con il Real Madrid che i giallorossi si giocano la qualificazione agli ottavi di finale, bensì contro le più abbordabili CSKA Mosca e Viktoria Plzen. Insomma, c'è tutto il tempo, a Trigoria e dintorni, per ritrovare la trebisonda.                                          


PAGELLE

OLSEN 7.5 = La Roma ha un portiere.                               FLORENZI 5.5 = Perché non gioca nel suo ruolo?                     MANOLAS 6 = Mette una pezza con la sua velocità.                     FAZIO 5 = "El Comandante" comanda poco.                  KOLAROV 5.5 = Fuori forma. N'ZONZI 4.5 = Macchinoso. Acquisto sbagliato?                       DE ROSSI 7 = Certezza imprescindibile.                 ZANIOLO 6 = Nessuna paura. ÜNDER 5 = Fuori forma o involuto?                                         EL SHAARAWY 5.5 = Si applica e corre tanto.                               DZEKO 5.5 = Frustrato negli atteggiamenti.

SCHICK 5 = Abulico ed inconcludente.                     PEROTTI + L.PELLEGRINI 6 = Entrano col piglio giusto.