"Domani deve dimostrarci di essere un grande giocatore, è l'occasione che aspettava da bambino e credo che sia una responsabilità che un giocatore forte come lui si deve prendere. Vi assicuro che ha potenzialità impressionanti, ce lo deve dimostrare", parole e musica di Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, che alla vigilia del ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Barcellona, carica il suo miglior giocatore: Radja Nainggolan. Il belga è chiamato, senza troppi giri di parole, a trascinare i propri compagni nella parte finale della stagione.
A cominciare da domani, nella complicatissima (eufemismo) remuntada ai danni del Barcellona, ma soprattutto nel prosieguo del campionato ed in modo particolare nel derby-spareggio per la qualificazione Champions in programma domenica prossima. Nainggolan, come molti suoi compagni, non sta rendendo come dovrebbe.

Inutili i paragoni con la passata stagione, nella quale il numero 4 giallorosso realizzò 12 gol complessivi: Nainggolan con Spalletti giocò tutto l'anno da trequartista-incursore, quest'anno con il tecnico abruzzese ha arretrato il proprio raggio d'azione, tornando a fare l'intermedio di centrocampo.
Ma non sono soltanto i gol a mancare. Quel che preoccupa è il fatto che Nainggolan stia fornendo buone prestazioni soltanto ad intermittenza: basti pensare all'ultima sfida contro la Fiorentina, nella quale è apparso poco lucido e non proprio in forma (anche se a pesare sulle sue condizioni c'era l'infortunio rimediato a Bologna).
Al di là della sfida di domani sera con il Barcellona, ai giallorossi rimangono sette finali per conquistare la qualificazione alla prossima Champions, complicatasi in maniera preoccupante dopo lo stop casalingo contro la Fiorentina: il Ninja ora deve dimostrare tutte le sue straordinarie qualità, mettendole al servizio della squadra con costanza e caparbietà. Di Francesco e i tifosi giallorossi si affidano a lui per risalire in fretta la china e conquistare quello che ad inizio stagione sembrava essere l'obiettivo minimo, quasi scontato, ma che con il passare dei mesi è diventato complicato e soprattutto fondamentale anche per il futuro economico della Roma.