Attesa alla prima prova stagionale, la Roma di Fonseca si dimostra già dall'undici iniziale un cantiere ancora apertissimo. L'unico volto nuovo nel 4-2-3-1 del portoghese è infatti il portiere Pau Lopez. Per il resto, la formazione è quella dell'anno scorso, ma con due calciatori fondamentali non ancora sostituiti. Al centro della difesa si accomoda dunque Juan Jesus, mentre davanti, visto l'ennesimo infortunio di Perotti, la maglia da titolare va a Kluivert. 

La Roma del primo tempo è una squadra a due facce: la fase offensiva che sembra girare molto bene e quella difensiva che mette in mostra problemi evidentissimi. Lo dimostrano, nel bene e nel male, i singoli. Al netto di un Kluivert impalpabile (il che dovrebbe far riflettere Petrachi sulla necessità di un esterno offensivo, vista l'inaffidabilità fisica di Perotti), Dzeko e Under mettono qualità e quantità, segnando peraltro due splendidi gol. Dietro però si balla alla grande, e il principale responsabile è senza dubbio Juan Jesus, che prima si fa saltare in testa in occasione del gol di Pinamonti, e poi si concede un'entrata senza senso sullo stesso giovane ex-Inter, regalando al Genoa il rigore del pareggio. In generale, comunque, si nota chiaramente come la Roma abbia paura di difendere dentro l'area di rigore. 

Non va molto diversamente nel secondo tempo, prima che ci pensi Kolarov a togliere le castagne dal fuoco con la solita punizione perfetta. Ma la Roma è sempre in apprensione quando si tratta di assorbire gli attacchi avversari nella propria metà campo. Al contrario, davanti sembra sempre in grado di mettere in difficoltà il Genoa, soprattutto sull'asse Zaniolo-Dzeko-Under. Quando i ritmi si abbassano, però, è proprio la Roma ad andare sotto, sfilacciandosi e lasciando il possesso al Genoa, che puntualmente punisce i giallorossi per la terza volta con Kouamè, lasciato solo da Mancini appena entrato. La reazione giallorossa è tutta di nervi, ma i calciatori di Fonseca sono veramente poco lucidi nelle ultime scelte, quelle decisive (come il clamoroso liscio di Zappacosta sotto porta) al cospetto di un Genoa che si chiude e prova a ripartire.

Un esordio dolceamaro per il tecnico portoghese, che vede la sua squadra spaccarsi nettamente a metà. Bene, a tratti benissimo davanti, e male, veramente malissimo, dietro. Il problema, diversamente da quanto si potesse pensare, sembra essere più l'organizzazione della difesa a ridosso della propria porta che la difesa alta. A ulteriore dimostrazione di quanto sia necessario consegnare a Fonseca un centrale degno di questo nome, "esperto e veloce" proprio come ha chiesto lo stesso portoghese.

La Roma conferma comunque un difetto ormai quasi genetico: un'insicurezza che a tratti sembra proprio terrore, e che si traduce con una frequenza impressionante in rimonte subite.

Manca una settimana alla fine del mercato ma, soprattutto, a un derby contro una squadra che sembra in forma decisamente migliore della Roma. Petrachi e Fonseca hanno tanto materiale su cui riflettere e lavorare.