Che il Milan venga preso a pallonate in casa da una squadra che non ha alcuna velleità in campionato, non è più una notizia. Credo che il solo Chievo non sia riuscito quest’anno ad emulare le squadre che hanno incontrato i rossoneri nel dominarli per lunghi tratti dell’incontro. Ma sottolineare questo aspetto oggi non va di moda, anzi! Si viene tacciati d’ingratitudine nei confronti del novello Rocco (magari!), che dalla panchina ha ridato un’identita’ alla squadra e bla, bla, bla...

No, non riesco ad essere felice per il terzo posto, perché sono milanista e pretendo che il Milan abbia un gioco e che lo imponga.

Il Milan è in questa posizione di classifica, non dimentichiamolo, per un fenomenale Donnarumma che ha tirato fuori dalla porta almeno 15 gol fatti e per gentile concessione delle concorrenti. Affrontare il resto della stagione così è molto, ma molto rischioso. E quel che è peggio affacciarsi alla prossima stagione, magari in Champions, con una squadra che non ha imparato a tenere in mano le partite (segnando il raddoppio), non è capace di schemi d’attacco, non sa cosa sia un contropiede decoroso, significa andare incontro ad amare sorprese.

Anche dopo l’inguardabile incontro col Sassuolo continuo a non capire la logica di continuare a schierare due giocatori assolutamente inutili come Calhanoglu e Suso. Ma solo a dirlo si scatenano le ire dei teorici dell’ingratitudine: Gattuso è il deus ex machina, chi critica è un Savini, vade retro satana.

Ma io insisto e sono peggio di Gattuso: sono milanista e non riesco ad esultare per una squadra che viene dominata da inizio stagione.