Juels Verne sosteneva: “La scienza […] è fatta di errori, ma di errori che è bene commettere perché a poco a poco conducono alla verità”. Direi che questo aforisma non vale soltanto per la disciplina citata dall’autore francese. E’ sempre utile tenerlo ben saldo nella mente. L’uomo non è perfetto e la svista è parte della sua natura, dell’essenza stessa. Se si vuole agire, è necessario essere consapevoli della possibilità di fallire altrimenti diventa inutile provare ad approcciarsi a qualunque attività. L’inesattezza rappresenta un passo ulteriore verso l’obiettivo. Qualcuno afferma che “sbagliando si impara”. E’ vero. Sovente si sottovalutano espressioni tanto utilizzate da divenire linguaggio gergale privo di un contenuto efficace. Quando non si riesce in un’opera, si apprende comunque qualcosa che sarà utile per provare a effettuarla in futuro o per approcciare diversamente a un’altra. Capita di sostenere che, nel tentativo di raggiungere un target, si sia sprecato tempo vanamente. Non è mai così. Ogni azione conduce a un risultato positivo ed è urgente concentrarsi su quello. Credo che tale sia il segreto di un’esistenza serena. Socrate affermava: “So di non sapere”. Provare, gettarsi nelle avventure con la giusta volontà di riuscire negli intenti, con entusiasmo, ma anche con la piena consapevolezza dei limiti della nostra specie e l’accettazione, quindi, dell’abbaglio. La Natura è conscia dell’imperfezione umana e concede sempre nuove chance.

Non voglio dilungarmi troppo e perdermi nella retorica. Di recente ho scritto più di un pezzo relativo al calciomercato della Juventus. Gran parte del contenuto di quegli “articoli” rischia ormai di essere carta straccia. Con l’addio di Sarri e la scelta di concedere a Pirlo la panchina della Vecchia Signora, gli scenari si modificano in toto. La realtà è che nella scorsa stagione, la dirigenza bianconera ha commesso qualche piccolo errore. Ci può stare e di certo non mi sentirei mai di giudicare negativamente l’operato di ottimi professionisti che negli ultimi 9 anni hanno donato una miriade di soddisfazioni ai loro tifosi. Se svolgessi una tale attività, mi sentirei persino in colpa. Un abbaglio, però, è stato preso. Se si sceglie Sarri come allenatore, poi è necessario concedergli una compagine che sia adatta al suo stile. Esistono vari tipi di tecnici. A fianco del mister in grado di plasmare qualsiasi materia perché “gestore”, esiste il manager che abbisogna dei suoi discepoli per mostrare il suo credo. Il figlinese è sicuramente parte di tale ultima categoria e la più recente versione sabauda non era un abito tagliato su misura. Oltre all’ottimo risultato raggiunto con la vittoria dello Scudetto, è proprio tale considerazione a rendere ancora maggior omaggio al lavoro svolto dal toscano. “Sbagliando si impara” e quanto accaduto a Maurizio potrebbe essere fondamentale al suo successore per vedersi recapitare una creatura vicina alle proprie richieste.

L’ultimo vocabolo è assolutamente cercato e preciso. Se affermassi di conoscere Pirlo nelle sue nuove vesti, sarei falso. Qualche sua intervista, però, mi ha permesso di comprendere che non sia molto distante da Sarri nella sua visione tecnico-tattica. Ama il 4-3-3, ma i moduli sono pura teoria con poca concretezza. Occorre concettualizzarli e renderli tangibili attraverso l’espressione del campo. L’idea è quella di un allenatore che predilige il possesso palla. In uno scambio di vedute con Fabio Cannavaro, visibile sui social e risalente al periodo del lockdown, il bresciano afferma che la sua squadra ideale avrebbe fatto circolare la sfera anche “dietro la panchina”. La fattispecie pare abbastanza vicina ai concetti di Guardiola, Sacchi e tipici proprio del figlinese. Potrebbe, quindi, proseguire una strada che già è stata avviata su un canovaccio che contempla il tiki-taka. D’altra parte, la nozione è molto banale: “Se dispongo della palla, gli altri non possono ferirmi”. Credo che il ragionamento sia lineare, corretto e semplice. Maurizio, però, complica la situazione perché nel suo modello contempla un gioco a due tocchi con schemi ben precisi. Ha sempre sostenuto che, negli ultimi 30 metri di campo, lascia spazio alla fantasia e all’estro dei suoi talenti, ma questa rappresenta probabilmente una limitazione già troppo importante che qualche campione juventino potrebbe aver sofferto in maniera evidente. Penso che il lombardo non concepirà alcuna rigidità lasciando il dettaglio alla fantasia dei suoi calciatori. Si assisterà a una compagine di grande qualità in cui il singolo non avrà un copione ben preciso come se stesse recitando una parte. Ricordate il format di Buona la prima o Improvviserai messi in scena da Ale e Franz? La situazione rischia davvero di essere simile. Rispettando una sorta di “Legge quadro”, il resto è deciso dal talento. Qualcuno sosterrà che si tratti di grossolanità, di mancanza di cura della propria professione. E’ tutto il contrario. E’ una decisione coerente e dimostra fiducia verso gli interpreti a disposizione. Le prime versioni bianconere di Allegri lavoravano proprio così. Dopo aver costruito un’imponente fase di non possesso, Max lasciava libero l’estro dei suoi uomini ottenendo risultati fantastici. Ciò che conta è governare il gioco. Nelle ultime 2 stagioni del suo regno, però, la squadra aveva perduto la forza di comandare le ostilità ed è assolutamente scontato che, quando si difende a oltranza, ci si espone all’avversario. Credo che nell’idea di Pirlo ci sia una gestione continua della sfera senza forzare tempi e ritmi, ma difendendo molto alti. Per attuare un tale progetto servono qualità, forza fisica e aerobica.

In precedenza, ho trattato di richieste da esaudire. Stando ai vari media, ho notato come il lombardo paia avere le idee abbastanza chiare su alcune operazioni. Sicuramente serve un centravanti. Higuain somiglia sempre più a un lontano ricordo. I nomi relativi all’eventuale sostituto, però, sono tanti. Zapata, Milik, Morata, Dzeko, Lacazette e Raul Jimenez paiono i più gettonati. Chi sarà l’eletto? Innanzitutto, occorre riuscire a non sacrificare Dybala. Nel momento in cui la Joya ha giocato da falso nove è risultato parecchio più efficace che nel ruolo di attaccante esterno. L’argentino deve agire nei pressi della porta avversaria. Difficile, quindi, inserirlo in un trio offensivo con una vera e propria punta. Pirlo dovrà trovare immediatamente una soluzione che potrebbe anche essere un 4-4-2 mascherato dal 4-2-3-1. In effetti, in passato, quel modulo ha concesso al numero 10 di stazionare praticamente di fianco al Pipita ottenendo ottimi risultati. Qualcuno obietterà che sono già in contraddizione. Ho appena affermato che occorre rispettare le volontà del mister e già sostengo che questi si debba adeguare a un suo giocatore. Come ogni situazione, però, necessita di equilibrio. Non si può pensare di rinunciare a un talento del calibro di Paulo per le esigenze di un allenatore. Ciò che importa realmente, poi, sono i concetti. Non il modulo. Urge comprendere come calibrare la vicenda. Serve un’armonia perfetta tra CR7, la Joya e il nuovo bomber. Gonzalo pareva davvero l’uomo ideale, ma per vari motivi l’esperimento non è andato a buon fine. Non conosco nel dettaglio Jimenez per cui preferirei non esprimermi a riguardo. Escluderei Lacazette perché trattasi di giocatore che non è mai riuscito a convincere pienamente. Mi pare si possa considerare alla stregua di un’eterna promessa mai sbocciata. Dzeko potrebbe essere l’uomo ideale, ma ha notevoli limiti relativi alla carta d’identità. I bianconeri necessitano di un lifting che li ringiovanisca. Milik è sicuramente un ottimo profilo soprattutto dal punto di vista della media realizzativa, ma ultimamente ha giocato poco ed è sovente vittima di importanti infortuni. Dal canto suo, però, potrebbe avere la disponibilità ad accettare un’alternanza offensiva nel caso in cui si renda impossibile la convivenza con il “tandem Dybaldo”. Lo stesso potrebbe valere per Duvan che sta vivendo probabilmente la fase migliore della sua carriera. Ha 29 anni ed è risaputo che trattasi del momento più prolifico per un centravanti. Le doti fisiche sono indiscutibili così come la capacità di svariare. Attenzione, però, a Morata. Alvaro non è sicuramente un “piantagrane”, conosce bene Pirlo e l’ambiente bianconero. Ha dimostrato di sapersi destreggiare a livelli molto elevati e non ha necessità di ambientamento in un campionato in cui ha già militato. Corre e si sbatte per la compagine. Non segnerà 30 gol a stagione, ma per quello scopo i sabaudi sono già attrezzati con CR7. Forse è l’ideale.

Risolta la grana del bomber, non può passare in secondo piano il discorso legato agli esterni. Credo che Bernardeschi sia incedibile perché è il maggior dispensatore di equilibrio. Propenderei per un addio di Douglas con Kulusevski pronto ad assumere subito un ruolo importante, ma quando ho udito ventilare l’ipotesi Coman, le mie papille gustative si sono eccitate procurandomi la nota acquolina in bocca. La cessione del francese penso abbia rappresentato uno dei rari errori della dirigenza sabauda. Il giocatore del Bayern è dotato di velocità, estro, tecnica, ma anche capacità di rientrare. Perfetto per Pirlo.

Lo svedese, invece, potrebbe essere schierato pure in mediana. Tale reparto necessita di ritocchi. Dopo aver salutato Pjanic e Matuidi, Khedira potrebbe avere le valige pronte. Il tecnico bresciano desidera qualità e già un anno fa rimarcava tale lacuna del centrocampo bianconero. Sotto questo profilo, Arthur potrebbe rappresentare una scelta corretta. Il nome di De Paul non mi scalda il cuore come, invece, mi accade con quelli di Pogba, Milinkovic-Savic o soprattutto Zaniolo. Vi starete chiedendo se voglia ricostruire la prima Juve targata Allegri. E’ probabile, ma non sto parlando di acquistare giocatori bolliti o di affidarmi alla classica “minestra riscaldata”. Penso a ipotesi di uomini che vivono il momento migliore della loro carriera. Tonali? Sarebbe perfetto. E’ un giovane importante, italiano e soprattutto adattabile a più soluzioni. Potrebbe giocare in un centrocampo con 3 uomini, ma pure a 2 interpreti. Fisico e classe sono i segreti che gli consentono grande duttilità. E’ tagliato per un calcio di possesso che richieda enormi sforzi aerobici e fantasia.

Per quanto concerne la difesa, se Chiellini è a disposizione, non credo servano ritocchi nella zona centrale. De Ligt, Demiral, Chiellini, Bonucci e Rugani sono una garanzia. Non penso alla cessione dell’ultimo soltanto perché l’olandese dovrà stare fuori 3 mesi a causa dell’operazione alla spalla. Una simile ipotesi potrebbe tornare di moda a gennaio, quando si comprenderà se Matthijs sarà pienamente ristabilito. Occorrerà, invece, operare sui terzini. Continuo a pensare che Luca Pellegrini non sia ancora pronto per l’avventura bianconera e sono calcisticamente innamorato di Emerson Palmieri. L’italo-brasiliano è particolarmente adatto a un calcio di possesso. Non manca certo di spinta, forza fisica e qualità anche se fatica leggermente quando la sfera è nei piedi degli avversari. Se l’alternativa è Gosens non si versano sicuramente lacrime amare. Attenzione, però, perché l’atalantino non è abituato a un reparto con 4 uomini. A destra, invece, si potrebbe ipotizzare una cessione di De Sciglio. Resterebbero esclusivamente Cuadrado e Danilo con il colombiano che tornerebbe utile pure come ala. Un altro innesto sarebbe gradito. Chi? La risposta vaga nell’etere… Da ultimo, rimane da valutare la situazione legata al portiere. Credo che Sczcsney sia un ottimo giocatore, ma non è formidabile con i piedi. L’estremo difensore moderno deve vantare pure tale prerogativa. Sarebbe, però, assurdamente difficile trovare un’alternativa in un minuscolo spazio temporale. Non credo si possa ragionare, quindi, a una simile ipotesi. Anzi, già i cambi paventati rappresentano un’importante rivoluzione da eseguire in circa un mese con la necessità di donare a Pirlo una creatura adatta a lui. Non esagererei rischiando il collasso di un sistema.