Ritorna. Oramai l'abbiamo capito. Non hanno mollato il colpo.
Dipendere in gran parte dai diritti televisivi ha delle conseguenze. E le conseguenze sono che se queste entrate vengono le società vanno incontro a difficoltà importanti. L'emergenza coronavirus dovrebbe aver insegnato quanto debole sia la macchina del calcio. E non è detto proprio per niente che da questa emergenza ne verrà fuori una società migliore. I ricchi saranno ancora i ricchi, ma i poveri rischiano di essere spazzati via a partire dal calcio. I poveri non hanno voce in capitolo, non contano nulla. Riparte il calcio televisivo, quello che consentirà alle società di non andare KO con le spese. Non è una questione sportiva, questa la si sarebbe potuta risolvere, e non ritorna neanche per dare una speranza al Paese.
Questa è una favoletta che può andare bene per gli ingenui, ma chi ha un minimo di cervello funzionante sa bene che il vero motivo del ritorno del calcio in condizioni complicate come queste è solo per questioni economiche. Si tratta di una delle aziende più importanti della società italiana. E' stato detto. Perchè se l'interesse era quello di far ripartire il calcio, l'attenzione ci sarebbe dovuta essere per calcio vero, quello che nel Paese è KO. E rischia di uscirne con le ossa rotte.
Quello delle categorie minori, quello del mondo dei dilettanti, quello che sopravvive con le entrate dei tifosi negli stadi e con i contributi dei Comuni e con il volontariato.
Questo calcio non interessa. E dunque ritorna il calcio, è vero. Ma quello televisivo. Giusto o non giusto? Ognuno avrà le proprie idee. Tanto l'emergenza coronavirus andrà avanti fino a quando non ci sarà il vaccino e fino a quel momento scordiamoci la normalità di prima.
Ma il calcio di tutto ciò sembra non interrogarsi minimamente.
Si pensa solo a quello del vertice. Ma se da qui a settembre, spariranno dall'album del calcio italiano centinaia di società, con tutte le conseguenze che ne deriveranno, non facciamo finta di cadere dal cielo, perchè i segnali c'erano tutti ma non si vuole salvare l'anima del calcio, non si vuole difendere lo spirito del calcio.
E ciò, nel bene o nel male, determinerà delle conseguenze. E non saranno felici.