Considerando tutto l’affetto per Gattuso, vero milanista che si è fatto carico di supportare una squadra e di un club allo sbando, o quasi, in tempi difficili ottenendo risultati sicuramente apprezzabili e che di questi tutti i veri milanisti gli devono dare atto di coraggio e legame affettivo ai colori rossoneri.

Valutando, con altrettanta obiettività e serenità gli evidenti ed oggettivi limiti nell’impostazione del gioco, limiti che si fatica a capire fin dove siano determinati da una rosa oggettivamente incompleta e deficitaria di personalità piuttosto che da imputabili all’inesperienza di un tecnico che appare sicuramente preparato dal punto di vista motivazionale e agonistico, ma di esperienza ancora limitata, appare evidente che il destino di Rino come tecnico della prima squadra vada verso la conclusione qualsiasi siano possano risultare gli esiti della stagione.

Pertanto proviamo a vedere quale potrebbe essere la scelta migliore del sostituto.

Uno scenario, per altro di difficile attuazione sia per motivi legati alle legittime ambizioni del tecnico che ai rapporti con la dirigenza, mai davvero ottimali dopo le ruggini del passato tra Leonardo e Gattuso, e negli negli ultimi tempi raffreddatisi in coincidenza di scelte tecniche (in particolare riguardanti la valorizzazione del ruolo di Paqueta’ e l’assoluto ostracismo verso Montolivo) potrebbe essere quello di Gattuso impegnato come tecnico di campo con la supervisione di un “grande vecchio” alla Wenger, quasi a ripetere agli albori la carriera di Nereo Rocco con Gino Viani. A sfavore gioca la già “affollata” competenza tecnica della dirigenza (Leonardo e Maldini).

Scartata l’ipotesi di “grandi” della panchina poiché Conte è ormai vicinissimo all’Inter, Pochettino ha un ingaggio elevato e il Totthenham, in ascesa nel borsino delle grandi europee, gli ha ormai consegnato in toto le chiavi sportive del club, situazione che a Milano non sarebbe possibile; l’ipotesi che trova maggior riscontro sui media è quella di Sarri, che comunque, a sentore  della dirigenza, non avrebbe lo spessore e il physique du role “da Milan”.
Gasperini potrebbe essere la soluzione migliore per svariati motivi.
Prima di tutto per la sua capacità di guidare i giovani e per la sua abilità nel creare la squadra con quello che “passa il convento” e la Rosa del Milan possiede giovani talenti non ancora affermati, motivati/motivabili e plasmabili.
Il tecnico ha già dimostrato di saper ottenere risultati coniugando buon gioco, ottenendo il meglio dalla rosa disponibile e, soprattutto, lanciando e valorizzando giovani talenti. Queste doti sicuramente sarebbero apprezzate da Elliot, Maldini, Leonardo e Gazidis.
In seconda battuta per la conoscenza di giocatori che ha già avuto alle sue dipendenze con successo quali Caldara, Conti e Kessie.

Inoltre si creerebbero i presupposti spettacolari dal punto di vista mediatico degli ex: Conti, Allegri e Gasperini alla guida di team rivali di squadre già allenate e con voglia di rivincite verso chi li ha esonerati o comunque ha creato i presupposti per il loro allontanamento.

Di contro qualcuno potrebbe evidenziare il fallimento della precedente esperienza di Gasperini a Milano sponda nerazzurra. In quel caso il tecnico aveva una squadra già plasmata, con giocatori poco propensi a mettersi in discussione e con necessità di raggiungere risultati in brevissimo tempo; nel Milan attuale, anche se non si vincesse subito lo scudetto, non ci sarebbero dammi e basterebbe raggiungere e restare in Champions con buoni risultati.

Certo sarebbe difficile staccare Gasperini dall’ambiente bergamasco con cui ci sono ottimi rapporti e fiducia biunivoca, ma la voglia di rivincita nella metropoli potrebbe convincer il tecnico e, a quel punto, il presidente Percassi non potrebbe negare l’occasione al tecnico che tante soddisfazioni, sia di risultati sportivi che “rese” economiche in termini di lancio talenti, gli ha riservato.