In questi ultimi mesi il calcio è stato messo in "pausa forzata", con esso le discussioni tra tifosi, e addetti ai lavori, cedendo così il passo a ricordi di eventi passati (le varie televisioni ci hanno propinato in tutte le salse vecchie finali di Champions o la cavalcata trionfale degli eroi di Berlino) che hanno fatto compagnia in periodo di quarantena.
Ieri, grazie all'incontro tra le varie rappresentanze (sportive e politiche) si è finalmente arrivati ad un accordo che ha messo fine alla "quarantesima" della massima serie, allontanando lo spettro di una conclusione anticipata che ha condizionato il percorso di questi mesi. Per molto tempo non si sapeva se il nostro campionato sarebbe ripartito e se sì in quale modo. Si parlava di provare e casomai fermarsi, oppure cambiare in corsa le regole e fare i play off e i play out per decretare vincitori e vinti.
Finalmente, possiamo mettere da parte i panni di virologi (ognuno di noi ha sentenziato come affrontare il Covid-19) e rimettere addosso quelli di tifosi, allenatori, direttori sportivi, Presidenti, moviolisti, ma anche l'abito più bello, quello di polemisti di professione. E ci è andata pure bene, immaginate la Serie A che imita la Ligue 1, tutto fermo e arrivederci al prossimo anno, e ci sarebbe toccato di parlare di economia e come risolvere il calo del Pil italiano. Sarebbe stata una doppia tragedia. Ma lasciamo a Visco e al nostro Governo questo arduo compito.
Tenendo presente che non ci sono in gioco solo interessi legati al contesto salute, ma soprattutto economici e di rilievo strategico.

Ieri si è delineata la road map con cui la stagione ripartirà, si giocherà quasi tutti i giorni (troppo) e non siamo a conoscenza di quali saranno le conseguenze di tale scelta. Senza neanche iniziare qualcuno si è già infortunato e molti pensano che non saranno i primi a finire ai box anzitempo. Ma non c'era altra scelta possibile e ripartire era cosa assodata da tempo, serviva sapere solo quando. La Germania ha già fatto tre turni di campionato e tutto è andato per il meglio, ed ha preso vantaggio in termini di visibilità e di preparazione (il Bayern Monaco diventa in questo momento il mio favorito per la vittoria in Champions) e sarebbe stato un rischio continuare a veder giocare solo il loro campionato. Spagna ed Inghilterra si stanno attrezzando come noi e la Francia (perlomeno molti club) si stanno mangiando le mani a riguardo.

Nonostante anche da noi qualche presidente non voleva ripartire, mettendo avanti la bandiera del troppo pericoloso per tutti, finalmente si è arrivati ad un accordo. Le dichiarazioni di Gravina di qualche giorno fa: “Il calcio in Italia rappresenta uno straordinario fattore sociale ed economico, un ineguagliabile generatore di entusiasmo. La diffusione del contagio da Covid-19 ha stravolto le nostre vite, ha imposto cambiamenti radicali alle nostre abitudini e messo in discussione le relazioni interpersonali. Ma non ha spezzato il filo d’amore che lega il calcio all’Italia”. La FIGC è scesa in campo con determinazione, affinché l’Italia riparta insieme al calcio, un settore occupazionale importante, che produce emozioni e che genera introiti ingenti per lo Stato. Abbiamo lavorato incessantemente insieme al Ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri e al Ministro della Salute Roberto Speranza, per creare le condizioni di sicurezza per la ripresa dei campionati professionistici, perché solo il ritorno in campo consente di attutire il crollo dei ricavi sul breve periodo stimabili altrimenti in oltre 700 milioni (più di 500 generati dal blocco imposto dal Covid-19)” erano state il preludio di una scelta ineluttabile che doveva soltanto trovare l'imprimatur definitivo delle parti in cause.

Sarebbe stato un guaio non indifferente non ripartire perchè il calcio non è solo un aspetto sociale, ma anche economico, e la sua perdita in termini di milioni sarebbe ricaduta su più parti, anche tra coloro che non si capacitano di tutto questo interesse delle istituzioni verso i calciatori.
Ma, come dicevo, non è sport se non manca la polemica! Sepolta subito la bandiera anticovid (andrà tutto bene) è stata ripresa in mano quella del proprio club che va tutelato in tutte le sedi. Ci ha pensato subito il Presidente del Milan che ha fatto notare, giustamente, che il calendario che era stato stilato, metteva subito in palio la tanto bistrattata Coppa Italia, facendo giocare il resto della competizione in una manciata di giorni (semifinali di ritorno e finale) dopo una pausa lunga e snervante.

Anche l'Inter ha ipotizzato un boicottaggio paventando di mandare a Napoli la Primavera. Se già due squadre si sono lamentate pubblicamente vuol dire che la scelta non è stata certamente delle migliori. Infatti, cosa buona e giusta, sarebbe stata iniziare subito con i recuperi di campionato che avrebbero portato tutti ad avere le stesse partite giocate, e nel caso ci fosse stata una cristallizzazione delle classifiche, avrebbe dato un quadro più chiaro della situazione. Magari, visto che non erano coinvolte nel recupero, si poteva giocare almeno la prima semifinale, quella relativa tra Juventus e Milan e ridare almeno un pochetto di dignità ad una coppa che è bella solo quando la si vince.
Certamente la situazione di emergenza non ci permette di essere schizzinosi, ed almeno in questa situazione si poteva evitare di partire con le polemiche, ma con un pò di accortezza si sarebbe trovato una situazione certamente non ai limiti del grottesco.
In più, aggiungo, visto che da anni si parla di riformare i campionati, c'è chi vorrebbe la A a 18 squadre, ma è sicuramente la Serie C che necessita maggiormente di un maquillage (io sono per una Lega Pro ad uno o massimo due gironi da 20), anche la Coppa Italia deve essere assolutamente rivitalizzata, per non relegarla a trofeo minore.
Se posso dare il mio contributo io sono per due format. O cercando di allinearla al modello inglese, ma ho paura che i grandi club hanno poca voglia di far giocare la squadra migliore dai primi turni e, ahiloro, se venissero subito eliminati sarebbe una bella scocciatura; oppure si potrebbe prendere spunto dal Basket e creare una sorta di "final eight" che prenda in considerazione la classifica scaturita nel girone di andata. Idea carina, che nel basket piace a molti. Casomai sarebbe necessario qualche accorgimento. Nel basket si gioca tutto in tre giorni, da noi si potrebbe giocare i quarti in un certo periodo dell'anno (partita secca nel campo della squadra arrivata davanti) e le semifinali e finali in un sabato/domenica a fine campionato, in una sede scelta dalla Lega. Così, ogni anno, varie città avrebbero un evento che attirerebbe numerosi tifosi.
Sarebbe un'idea da portare non solo in A, ma anche il campionato cadetto avrebbe la sua final eight e, perchè no, anche la Lega Pro. Nel caso avesse due gironi (le prime quattro di ognuno).
Se avessimo preso la classifica di Serie A dopo il girone di andata avremmo assistito a queste sfide: 

(1) Juventus- (8) Torino
(2) Inter- (7) Parma 
(3 ) Lazio- (6) Cagliari
(4) Atalanta- (5) Roma

Ma queste cose lo so, necessitano di tempi lunghissimi ed ora non c'è tempo. Sta per ripartire tutto e con esso tutte le polemiche che ci piaccia o meno, sono il sale del nostro amato calcio. Prepariamoci dunque, perché parafrasando un vecchio detto: non di solo calcio vive l'uomo, ma di ogni polemica che esce dalla bocca del tifoso.