Nonostante non sia l’unico giocatore in odore di scadenza, Donnarumma tiene banco per il suo eventuale rinnovo, sia perché si tratta di Milan, sia perché si tratta di Raiola, sia perché si tratta di uno dei talenti migliori del nostro calcio.
Molto si è detto, ancor più speculato, ma il pensiero comune è che Raiola chieda troppo e che Donnarumma sia un ingrato. Sarà realmente così?

Proviamo a fare un excursus della trattativa partendo dal principio.
Donnarumma deve rinnovare col Milan nel 2017, la situazione non è delle migliori in casa Milan, Berlusconi abdica per un personaggio decisamente poco limpido e Raiola, da sempre bravo a sfruttare qualsiasi situazione, chiede un rinnovo record, sapendo che la nuova proprietà non si può presentare senza il suo unico giocatore potenzialmente top e così ecco i 6 milioni annui e un contratto di 4 anni (nemmeno 5, come ci si auspica per un giovane).
Mirabelli recentemente ha raccontato un retroscena che vedeva Raiola dirgli di non firmare perché voleva chiedere di più e un Donnarumma firmare ignorando il suo procuratore, sintomo che sì, il soldo conta, ma che tutto sommato una parvenza di attaccamento c’è.
Qui ci si sarebbe aspettato un divorzio tra Raiola e Gigio, invece nulla di fatto. Il matrimonio continua legato da un fil rouge: la qualificazione alla CL. Fissazione che a corrente continua spunta in ogni articolo che riguarda Donnarumma.
Passano circa due anni, iniziano i contatti per il rinnovo (a due dalla scadenza trattasi di decorso naturale delle cose) e il Milan vive una stagione a due facce, con una prima parte dettata dalle malsane scelte di Giampaolo e un’altra dove il Milan sembrava imbattibile. Anche qui, l’obiettivo primario era la CL e un rinnovo nel 2019, a due anni dalla scadenza, non si poteva fare, perché il Milan era partito malissimo e la CL sembrava ancora un miraggio. Quindi Gigio attende, intanto però Raiola e il Milan studiano una soluzione per non attendere.
Ecco quindi l’idea (nel 2020) di Raiola, idea che già tempo prima era spuntata sui giornali. Raiola, come già in passato, voleva inserire nel contratto una clausola rescissoria non alta nel caso il Milan non centrasse ancora la CL.
Pare (dico pare perché con le notizie ormai non c’è nulla di sicuro) che la richiesta sia arrivata ufficialmente e qui è il Milan a dire di no. L’idea di perdere il suo assistito ad una cifra inferiore al suo valore e per giunta da un momento all’altro, non permetterebbe una programmazione solida.
Cosa fare allora? Il Milan prova a fare leva sull’aspetto pecuniario ed è qui che il Milan decide di alzare l’offerta a Donnarumma, perché la clausola non convince i rossoneri e l’idea di non giocare la CL non piace a Donnarumma (ma nemmeno a Raiola).
Ed ecco ancora la controfferta di Raiola, dettata sempre dalla volontà di giocare la Champions League. Il procuratore dice “sì ok, va bene la cifra offerta, ma voglio un contratto più breve” e scatta quindi la proposta di un contratto biennale, anche questa offerta rispedita al mittente. Per il Milan doversi risedere al tavolo per ridiscutere il contratto dopo solo un anno, significava perdere peso contrattuale sotto ogni aspetto.
In questa situazione non ci sono notizie riguardanti un rifiuto da parte di Donnarumma per la prima offerta pecuniaria, sintomo che il problema non è il soldo, ma la CL. L’alzarsi dell’offerta da parte del Milan è un modo per anticipare il rinnovo senza dover inserire clausole o rinnovi bassi.
Donnarumma infatti temporeggia per l’offerta da 7 milioni, non rifiuta, il Milan quindi alza ancora a 8, nonostante non ci sia stato un rifiuto, quindi ancora una volta è proprio la CL a farla da padrone e Gigio temporeggia ancora.
Infine arriva quindi la provocazione di Raiola “dammi 12 e rimaniamo anche senza CL”. Ovviamente in questo caso non si tratta di una richiesta reale, ma solo un modo per confermare al Milan che non è il soldo il problema, ma la CL, e fino a quando questa non sarà sicura, Donnarumma non firmerà nulla. Raiola conosce perfettamente la situazione Milan e sa per certo che 12 è una cifra fuori mercato.

La sensazione è che se il Milan finirà in EL, Donnarumma lascerà i rossoneri, al massimo rinnoverà per quantomeno far guadagnare al Milan qualcosa dalla sua cessione, se il Milan andrà in CL, probabilmente Donnarumma rinnoverà a circa 7 milioni.
Io personalmente non mi sento di criticare Donnarumma. Lui non ha chiesto più soldi, nonostante si pensi il contrario, il gioco al rialzo è stato fatto dal Milan per convincerlo a rimanere anche qualora la Champions League non fosse centrata.
Donnarumma vuole solo evolversi calcisticamente e se non si centra la Champions nemmeno nell’anno in cui il Milan al giro di boa termina come campione d’inverno, allora Gigio dice “ringrazio, sono rossonero, ma voglio fare altre esperienze”. Il concetto di bandiera è molto bello, molto poetico e romantico, ma nel contesto moderno anche poco realistico.
Non sono un cinico, ma il fatto di andare via dal Milan (nonostante si provi rispetto e attaccamento) per egoisticamente giocare il massimo traguardo per una competizione per club, non lo trovo un pensiero così malsano né tantomeno criticabile.

Il Milan si è svegliato tardi per questo rinnovo? Sinceramente penso proprio di no. Nel 2019 sono partite le trattative per il rinnovo, non credo sia pensabile che potessero partire prima (per un contratto di 4 anni), né che il Milan potesse fare più di quello che ha fatto. Ha alzato l’offerta, offerta non rifiutata perché non era quella la richiesta, richiesta rifiutata dal Milan perché una clausola rescissoria o un contratto breve erano impensabili.
Semplicemente credo (abbastanza fermamente) che il matrimonio sia fattibile solo se il Milan a fine campionato si trovi nella massima competizione europea. Se fosse un problema di soldi, Donnarumma avrebbe già firmato, se fosse un problema di ambiente, Donnarumma avrebbe già fatto le valigie.
Il tifoso potrebbe dire “sei milanista, quindi nella buona e nella cattiva sorte devi rimanere, altrimenti vattene”. No, assolutamente no. Gigio è milanista, ma è anche uno dei portieri migliori del panorama europeo, quindi pensa anche alla sua carriera. Ha fatto una scelta, la scelta di giocare la CL anche senza Milan e questo può non piacere, ma non si può criticare più di tanto. Se il Milan non centrasse la CL da qui a 6/7 anni (oddio speriamo di no), Donnarumma avrebbe un rimpianto enorme e da tifoso, avere un giocatore che tifa Milan e che rimpiange qualcosa, non mi piace.
Se poi invece è solo questione di soldi, ritiro tutto, ma credo proprio che il nodo sia la Champions League e la voglia di Donnarumma di cimentarsi in palcoscenici che oggettivamente gli competono e che oggettivamente competono anche al Milan.
Quindi speriamo che a fine maggio tra le prime quattro figuri il gagliardetto rossonero, in modo da continuare con Donnarumma un percorso che entrambi dovrebbero (ri)vedere.