Quando l'arbitro Chiffi ha fischiato il secondo rigore in favore della Roma, al minuto ottantasette, sul risultato di uno a uno, il ricordo del bravo e simpatico allenatore della Sampdoria, Vujadin Bosckov, si è improvvisamente materializzato, trasformando la mia incredulità e amarezza, nella stessa ricerca di sdrammatizzare e ironizzare, con cui l'allenatore Serbo sapeva affrontare le conferenza stampa. Chi non ricorda la sua frase: "rigore è quando arbitro fischia". Stava a sintetizzare che la decisione era inappellabile e bisognava accettarla. Erano altri anni, meno tecnologici, ma anche più "genuini".

Per chi è della mia generazione diventa sempre più difficile riuscire a comprendere quale strada stia percorrendo uno sport così tanto amato nel mondo, come è il calcio. Noi che giocavamo tutti i pomeriggi, su campi impolverati o per strada, dove il dribbling era un gesto atletico da completare saltando la gamba dell'avversario, poichè si rischiava solo di sbucciarsi le ginocchia o peggio, rovinare i pantaloni, con conseguenti rimproveri al ritorno a casa, mentre oggi non solo viene evitato, ma chi lo prova è subito pronto a tuffarsi con tanto di urlo, alla Tarzan. Noi, che non avevamo l'arbitro, ma conoscevamo perfettamente le regole, che non perdevamo tempo, perchè sarebbe stato tempo perso ed era troppo grande il desiderio di gustarsi ogni attimo di partite che duravano ore, ma specialmente, noi, che non volevamo l'espulsione di nessun avversario, anche se reo di un fallo grave o pericoloso, perchè il "RISPETTO" non era una cosa da insegnare o spiegare, era già compreso nel gioco.

Con il passare degli anni, diventando più spettatori che praticanti, abbiamo accettato gli sbagli degli arbitri, come umani e parte del gioco, sebbene in alcuni casi, poco comprensibili, chiedendo che la tecnologia potesse venire in aiuto per azzerare ogni interferenza extra calcio. Quando finalmente siamo stati accontentati, ci siamo accorti non solo di aver creato una spaccatura nel mondo del pallone, ora diversissimo fra professionisti e dilettanti, ma ancora peggio, dando spazio e forma ad una confusione tale per cui, quelle stesse regole che ci sembravano così semplici e chiare, oggi appaiono tanto illogiche quanto dannose.               

La facilità con cui quest'anno sono stati assegnati i calci di rigori è di difficile comprensione.
Ogni tocco di mano o braccio, volontario o involontario, per proteggersi il viso o zone più pericolose, di fronte o girati, restando in piedi o scivolando, che si tirasse in porta o si mirasse al campanile della chiesa comunale, se in area di rigore, è stato sanzionato con il tiro piazzato dagli undici metri. Non bastasse si è aggiunto il fallo, dopo la conclusione. Succede spesso che un portiere o un difensore, nella foga dell'azione possano travolgere l'avversario, ma una cosa è se succede prima o durante il tentativo di arrivare al gol o se invece accade successivamente. Ultimamente, come accaduto ieri a Roma, viene punita anche questa seconda possibilità. Così facendo nessun portiere potrebbe più tentare l'uscita, poichè chi attacca non tenta mai di evitarlo cercando proprio di essere colpito. A completare la casistica, già sufficientemente ridicola, c'è il più comico dei rigori, quello assegnato mentre si è nel tentativo di uscire dall'area, magari in direzione della bandierina del corner e si viene toccati o spinti, con conseguente svenimento. Una volta sapevamo che il rigore veniva fischiato dall'arbitro se veniva interrotta in modo falloso una "nitida occasione da gol", possibile che oggi non si possa usare questa stessa semplicissima dicitura? Certamente la "classe arbitrale" non ha accettato volentieri di veder diminuire il proprio potere, dipendendo da una macchina, al punto che stanno mostrando il peggio sia di loro, che dell'utilizzo che viene fatto da questa utilissima tecnologia.

A mio modesto parere sarebbe opportuno intervenire subito, assegnando al VAR ogni incarico decisionale, arbitrando la partita, mentre la terna presente in campo avrebbe solo un ruolo marginale. Basta con malintesi, incomprensioni o sbagli, grazie alla tecnologia e ad un auricolare tutto sarebbe di facile gestione e sono certo che tutte queste interpretazioni, che tanto hanno dilagato in questa stagione, verrebbero dimenticate.