E' consuetudine oramai vedere interviste prima, durante e dopo la partita, ma è altrettanto vero che da anni si invoca il fatto che sia giusto che anche gli arbitri abbiano il dovere e la possibilità di spiegare a fine gara quanto fatto.
Prima di ogni partita c'è una conferenza stampa degli allenatori che spiegano che tipo di partita si aspettano e che tipo di partita vorranno fare, dicendo anche su richiesta dei giornalisti come vorrebbero interpretarla, in base alla situazione che vive in quel momento la propria squadra.
Al termine della partita questi vengono nuovamente chiamati in causa dalle varie emittenti tv per esporre il proprio pensiero sulla partita fatta, e spiegano, oltre al risultato acquisito, se quello visto in campo fosse quanto di preparato in allenamento e quello che si aspettavano dai propri giocatori, e se tutto questo fosse in linea con gli obiettivi della squadra.
Oltre gli allenatori, gli atri protagonisti, in questo caso principali, chiamati a rispondere alle mille domande dei giornalisti sono i calciatori, che a turno su richiesta del proprio allenatore accompagnano questi nella conferenza stampa, e poi vengono intervistati sia prima che alla fine della gara. Novità degli ultimi anni, i calciatori in piena adrenalina vengono fermati all'intervallo dal giornalista di turno, che cerca di capire se quello visto in campo realmente è quello che si aspettava per lui e per i suoi compagni e cosa ci potesse riservare il secondo tempo.
Tutto molto bello, tutto molto partecipato, e che ci fa vivere in ogni istante la partita che ci stiamo gustando, ma manca qualcosa... manca l'altro protagonista che determina il risultato con le sue decisioni super partes e che viene chiamato a dirigere lo spettacolo: l'arbitro!
Ma voi avete mai assistito a una sentenza dove il giudice alla fine di un processo, data la sentenza non motiva la sua decisione e spiega ai partecipanti quali leggi ha applicato, e perchè su casi simili precedenti ha preso decisioni differenti?
L'arbitro in questo senso, non è un giudice chiamato a dirigere una diatriba fra due fazioni, che vogliono la ragione sull'altro? E questi non deve applicare il regolamento cercando di non influire su una fazione piuttosto che sull'altra limitandosi a far rispettare le leggi in campo?
E soprattutto al termine della gara perché non deve spiegare a noi poveri comuni mortali, agli addetti ai lavori il perchè ha preso alcune decisioni piuttosto che altre, e come queste abbiano potuto influire nel risultato finale?
Io sono stato sempre della schiera di quelli che pensano che gli arbitri bravi sono quelli che non si "vedono" in campo, e soprattutto che non lasciano polemiche dietro di se, ma ultimamente ho visto tutto tranne questo.
Ho visto sempre più arbitri protagonisti (nel bene e nel male)!
Sarebbe nel nostro ma soprattutto nel loro interesse, spiegare come e perchè hanno preso determinate decisioni durante una gara, e soprattutto quale interpretazione hanno fatto di un determinato episodio che è stato decisivo in quel match. Ancor di più sarebbe interessante se lo stesso arbitro avesse agito differentemente in un altro match su un episodio simile.
Faccio due esempi su tutti, non andando troppo lontano citando le due semifinali di Coppa Italia che hanno fatto ricominciare il nostro calcio.

Primo episodio che voglio citare è l'espulsione di Rebic, dove Orsato si sta dirigendo con il cartellino giallo verso il giocatore, poi chiamato all'auricolare dal Var Aureliano, cambia decisione e estrae il rosso diretto( senza aver rivisto le immagini, e fidandosi del giudizio del collega). Come mai nell'episodio del rigore dove lui non aveva visto nulla, e chiamato dal Var Aureliano va a vedere le immagini e poi decide in prima persona? Attenzione qui non sto discutendo se fosse o meno calcio di rigore su fallo di Conti, o se fosse meno giallo o rosso diretto su Rebic, qui sto semplicemente chiedendo il perché dell'atteggiamento quanto meno discutibile dell'arbitro. Tutto ciò è reso ancora più incredibile dato dal fatto che è lo stesso arbitro del tanto citato episodio di un Juve-Inter dove nello scontro Pjanic-Rafinha prende una decisione differente su un fallo simile, e ha un'altra interpretazione.
Sarebbe stato quanto meno interessante chiedergli come mai abbia agito in maniera differente, ma tutto questo non è lecito saperlo, perchè ancora oggi possono agire indisturbatamente, senza dover dare nessuna spiegazione.

Secondo episodio che vorrei citare è quello che riguarda Napoli-Inter, dove lo scellerato Young, già ammonito viene graziato da Rocchi per un fallo scomposto e fuori tempo ai danni del collega partenopeo, che avrebbe potuto influenzare il risultato. L'Inter era in vantaggio e giocando in 10 uomini il resto della partita avrebbe avuto sicuramente più difficoltà e avremmo assistito a tutta un'altra partita. Non era il caso di chiedere al Signor Rocchi a fine gara il perché di questa decisione? Il fatto che abbia passato il turno il Napoli ha fatto passare in cavalleria un errore marchiano, ma resta il fatto che l'errore ci sia stato e pure grave... ma anche qui tutto tace.
La cosa che mi stupisce e fa sorridere a volte è vedere come questi vengano protetti ancora oggi e non diano nessuna spiegazione sulle loro decisioni. Ma appena smettono di vestire la toga di giudice, vadano in tutte le trasmissioni tv a spiegare come avrebbero dovuto fare gli ex colleghi, che decisioni dovevano assumere e quale atteggiamento dovevano avere.
Hanno la lingua lunga e si vede che la gola c'è, l'hanno bella umida dopo che gli si è seccata in quasi 20 anni di silenzio, dove ne hanno fatta di ogni, e oggi fanno i sapientoni screditando il lavoro altrui. Eccezionale e soprattutto onesto.
Se poi a farlo è gente che nella propria carriera è stata mediocre, e che con i suoi errori ha influito negativamente su stagioni intere, converrete con me che siamo al grottesco.

Io proporrei di riformare il sistema arbitri almeno in 3 punti.
Primo, ho notato vedendo i mandati di chi è a capo dell'AIA che il signor Nicchi, siede sulla poltrona principale da 12 anni (3 mandati consecutivi), cosa che in Italia non è permessa neanche ai sindaci che possono essere eletti per non più di 2 mandati (tranne se a capo di comunità sotto i 3000 abitanti).
Il calcio va avanti, e con lui anche le idee, e credo che 2 mandati consecutivi siano più che sufficienti per stare a dirigere un ambiente che è sempre in continuo cambiamento, se no si rischia di finire in un'oligarchia che chi ha studiato sa che non porta quasi mai a cose buone. Sempre le stesse persone e sempre gli stessi interlocutori, non mi sembra una cosa tanto trasparente.
Secondo, mi sembrerebbe opportuno che il capo designatore si prenda le sue responsabilità, e dica in una conferenza stampa pre gare di campionato, il perchè ha messo un arbitro piuttosto che un altro, nelle partite che devono essere valutate tutte allo stesso modo. Perchè anche chi sta dietro e si gioca la salvezza deve essere garantito con un arbitro di livello (è capitato di vedere arbitrare scontri salvezza nelle ultime giornate non proprio ai migliori).
Alla fine di ogni gara farei fare agli arbitri una conferenza stampa di 20 minuti, dove interpellati dai giornalisti possano spiegare le loro azioni in campo, e l'interpretazione che hanno fatto della gara. Con sobrietà e pacatezza, si potrebbero subito dare delle delucidazioni, cosi che noi abbiamo la sensazione che questi abbia agito al meglio delle proprie possibilità, senza dover aspettare le mille prese di posizioni di ex arbitri pronti a dire la loro nelle varie trasmissioni, dando ognuno un'idea differente.
Se a spiegarlo è l'attore principale, chi meglio di lui può dirti che sensazione ha avuto dal campo e il perchè è arrivato a prendere talune decisioni. Sarebbe utile a tutti, noi in primis, perchè ci verrebbe spiegato cosa è successo realmente durante la partita e agli addetti ai lavori dopo, perchè dovendo documentare poi nelle trasmissioni o giornali la partita avrebbero chiaro in mente le decisioni dell'arbitro, senza dover fare disamine fantasiose.
Terzo, a voi non è mai capitato di aver visto un vostro collega che dopo aver assunto decisioni sbagliate durante il lavoro, sia stato punito dall'azienda, prima con una sospensione e poi se l'atteggiamento fosse reiterato addirittura con il licenziamento? Potrebbe anche essere che avete assistito a un ridimensionamento della posizione del collega in causa all'interno dell'azienda. Ecco, funziona cosi un po' ovunque, tranne che per gli arbitri dove, mal che vada e dopo errori davvero grossolani  questi vengono fermati per una giornata, per poi tornare subito in quella dopo (chissà a combinarne anche di più grosse).
Io personalmente proporrei una classifica pubblica e a punti (diretta dall'Aia naturalmente) con 2 promozioni dalla serie B e 2 retrocessioni dalla serie A ogni anno, cosi anche loro avrebbero la giusta competitività e saprebbero che sbagliando reiteratamente, potrebbero incappare in un campionato di cadetteria, e dal basso i più meritevoli avrebbero visti riconosciuti i loro meriti.
E' fuor di dubbio che se un lavoratore sapesse che anche sbagliando in serie non può essere punito, se non con un giorno di sospensione (perché di questo si tratta quando parliamo di arbitri che vengono fermati per una giornata), questo si sentirà sempre protetto e pronto a sbagliare nuovamente, tanto sa che poi tornerà sempre e comunque sul suo posto di lavoro e sempre con la stessa mansione.
Questo ricambio annuale farebbe anche sì, che non ci siano sempre le stesse persone chiamate a dirigere le stesse partite, e i giocatori stessi non avrebbero la confidenza (soprattutto quelli delle big), che negli ultimi anni abbiamo visto in crescendo, cercando di dare una trasparenza che a volte viene meno.