Padovan dà oggi per spacciato il Milan nella gara di ritorno, e sono abbastanza d'accordo, visto il Diavolo con il forcone spuntato di ieri, e dall'altro al contempo dà l'Inter con poche speranze contro una delle due semifinaliste che si sono già incontrate.
E qui sono meno d'accordo. Sono d'accordo nel primo caso comunque con qualche se e qualche ma. Quest'anno l'Inter ha mostrato un carattere decisamente bipolare rispetto ai suoi mezzi, notevolissimi, che ieri hanno schiantato un Milan che questi mezzi non li ha neppure a pieno organico, figuriamoci senza il portoghese e l'ottimo algerino, reinventato incursore trequartista, una delle poche cose buone che Pioli ha fatto, in questo anno di gestione davvero inferiore alla sua prestazione dello scorso anno. Inoltre da un Kjaer imbufalito che se ne va dritto negli spogliatoi e dallo stropicciamento di occhi di uno stranamente sconsolato Ibra, mi sembra che il nostro condottiero abbia perso un poco di feeling con la squadra. Anche i suoi gesti sconsolati a bordo campo, più volte impietosamente ripresi, davano un Pioli quasi rassegnato. Al contrario di Inzaghi molto sicuro di sé  e anche più tranquillo del solito. Gli allenatori oggi dispongono i campo i propri giocatori e il posizionamento della difesa milanista sul primo gol interista, grida vendetta. Alla fine Calabria, pure in prestazione modestissima, in un tragico mismatch, se la deve vedere con Dzeko che lo sovrasta fisicamente e pure lo beffa, nemmeno di testa ma con tocco di sinistro.
Come con il Benfica l'Inter deve mettere la stessa determinazione per il ritorno, perché il classico punteggio inglese di 2 a 0 è il risultato calcistico più falso che ci sia. Chiamato così perché negli anni 70/80 in Inghilterra era il risultato più comune, e poi era anche lo sforzo di andare a 2 a 0 per mettere più al sicuro la vittoria. Avevo invocato Thiaw al posto del molto calato Tomori di quest'anno proprio per meglio aumentare la contraerea sui calci piazzati da tempo nostro tallone di Achille.
Se l'Inter gioca come sanno i suoi mezzi la finale è sua. Uno sperabile gol, per noi milanisti, all'inizio potrebbe scompaginare i nervi non solidissimi di questa squadra che i nervi dei suoi tifosi li ha scossi e parecchio, giocando troppo spesso al di sotto della sue potenzialità.

Da Inter e City mi aspetto che ne esca il Real, per due motivi. Il primo è che Ancelotti non si farà più ingabolare dal geniale Pep, a meno che il migliore allenatore del mondo non si inventi un'altra delle sue, e il secondo è che il tasso di classe complessivo del suo Real è superiore a quello del City. Se è  così si ritroveranno a Istanbul già fatale per Ancelotti che dissipo' un 3 a zero gentilmente offerto da Benitez e una Inter in piena forma e gasata al massimo.
Che questa ipotetica finale sia così scontata come dice Padovan, non ne sarei così sicuro, per tre motivi.
Il primo è che la difesa Inter è forte ma è ancora più forte il suo centrocampo. E Guardiola ha messo in crisi quello madrileno con un pressing alto e  numerosità elevata, cosa che l'Inter sa fare benissimo, perché è l'unica squadra che fa avanzare i centrali, oltretutto uno con piedi buonissimi che è  Bastoni.
La seconda è che il tasso di esperienza internazionale dei suoi giocatori non è così  trascurabile, e in una finale questo conta molto.
E la terza è la cabala del mio titolo.
Era strafavorito il Real di Munoz, al Prater di Vienna, il 27 maggio del '64, anche se molti dei suoi campioni erano a fine carriera e l'Inter lo ha toreato con ripartenze micidiali, come sa fare benissimo, anche ora. Personalmente auguro ai cugini più il Real del City, perché al contrario di quello che afferma Padovan, per me conta molto l'allenatore più  dei DS. Non mi sembra che a Napoli si strappino i capelli, perché se ne va Giuntoli da tanti considerato el deus ex machina del Napoli di quest'anno. E quest'anno Pioli non si è ripetuto. Che è  anche un poco qualcosa di ricorrente nella sua grande carriera di allenatore di prima fascia. Per quello che ci ha dato gli auguro, prima una onorevole uscita dalla Champions e poi di acchiappare il quarto posto senza il quale temo non possa rimanere. Anche se comunque parlare di fallimento il  giocarsi un tentativo di andare ad una finale di Champions, mi sembra parola inappropriata.
Ci metto Giacinto che al Prater la coppa la vinse in una delle difese più  forti che si siano mai viste.