Il prossimo week-end inizierà il campionato. Dalla fine dello scorso, in assenza della palla che "ruzzola", mi sono tirato fuori dal teatrino del calciomercato perché "voci di corridoio mi dicono che..." non mi hanno mai entusiasmato. Un "caroamicodelfratellodimiocuginomihadettoche" lascia il tempo che trova. Fare astruse formazioni con ipotetici cambi di ruolo e di modulo sono assolutamente fuori luogo. Il "lotteremo per..." è assolutamente ideologia nei sogni di ognuno; ve lo dice uno che nel 1993 ha visto retrocedere la propria squadra quando, il 2 gennaio, era seconda in classifica... Ma che significa essere tifoso viola? Perché ci si identifica così tanto con la nostra città? Cosa accadde quel giorno che ogni "malato di calcio" ha varcato la soglia del proprio tempio? Le origini nel calcio, così come nella vita, contano ancora qualcosa? Quando si cita la parola "calcio", nel senso sportivo del termine, si fa riferimento a Firenze. 

In pratica, in tutto il pianeta, quello che milioni di persone ritengono il gioco più bello del mondo, viene chiamato football. Calcio invece è diventato un termine internazionale grazie all'Italia. Tale vocabolo trae le sue origini dallo storico gioco in costume inventato dai fiorentini. A differenza di quanto comunemente si possa credere, anche il calcio moderno, a Firenze, venne praticato sin dal 1898 dai soci, nella quasi totalità stranieri, del Florence Foot Ball Club. In quegli anni, gli abitanti di parte Guelfa, erano più interessati al "pallone" (a bracciale), al ciclismo, all'ippica, e, nientepopodimeno che, alla ruzzola. Ci volle ancora quasi un decennio prima che questa nuova disciplina decollasse; ma quando avvenne la febbre salì in fretta determinando la nascita, la morte, la fusione, la rinascita di molte società. Tanta attività e altrettanta rivalità fu, per assurdo, il male iniziale per il calcio fiorentino che, chiuso nelle sue vicende cittadine e nelle tante sfide (il campanilismo in Toscana ha mietuto, sportivamente parlando, più di una vittima), a parte un'iniziale e sporadica supremazia regionale, scivolò ben presto alle spalle del calcio livornese, pisano e lucchese che più spesso si misero a confronto con gli squadroni del Nord Italia e le compagini estere. Quando a Firenze ciò venne compreso, e il merito va ascritto in primo luogo al marchese Luigi Ridolfi, la città intraprese una via che l'avrebbe portata a primeggiare a livello nazionale e internazionale, entrando a far parte della ristretta élite del calcio italiano ed europeo.

Nel 1898, quando la Federazione Italiana del Football organizzò il suo primo campionato a quattro squadre, vinto dal Genoa Cricket & Football Club sorto soltanto cinque anni prima, a Firenze, nel quadro dei festaggiamenti per i Centenari Fiorentini, venne disputata la prima partita di calcio. Correva il 28 aprile e si affrontarono con 19 giocatori per parte gli Azzurri e i Rossi che vinsero per 7 punti a 4. Si trattava in verità di una rievocazione del calcio storico alla presenza del Re d'Italia e della sua consorte. Nelle settimane successive al Club Fiorentino dei Velocipedisti si lavorò attivamente per fondare una Sezione Football che elesse suo primo presidente Giovanni Cosimo Cini e che alla Festa del Grillo, il giorno dell'Ascensione, vide la disputa della sua prima gara con due "partiti" formati quasi interamente da soci del club che terminarono la loro "accanita e disordinata lotta a pari punti". Le notizie sul football, nel 1898 e nel 1899, sono riconoscibili a "La Nazione", il nostro principale quotidiano cittadino, sotto il titolo di Società del Giuoco del Calcio, perché questo fu il nome del primo "complesso" cittadino dedito a tale disciplina.

Breve divagazione storica. La Festa del grillo è una delle più note manifestazioni folkloristiche di Firenze. Viene celebrata ogni anno, il giorno dell'Ascensione, nel Parco delle Cascine. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Nonostante questo, sembra ci siano tre scuole di pensiero riguardanti il nome. La prima si rifà alla considerazione che il grillo fosse assurto a simbolo delle giornate primaverili, e pertanto la festa fosse appunto in suo onore. La seconda scuola di pensiero era invece all'idea che il grillo fosse un insetto nocivo per le campagne toscane e pertanto ne dovesse essere eliminato il numero più alto possibile. La terza è la più romantica: i giovanotti compravano la gabbietta con il grillo "imprigionato" e la regalavano alla ragazza in segno di volersi "incarcerare" con lei. La canzone "Mattinata fiorentina", si rifà a questa tradizione "... alle Cascine messere Aprile fa il rubacuor... E a tarda sera, Madonne Fiorentine, quante forcine si troveranno sui prati in fior". C'è anche una interpretazione religiosa (non per niente veniva celebrata esattamente il giorno della Ascensione): la larva del grillo di inverno sottoterra, si libera in volo a maggio cantando (resurrezione - ascensione). Nella stagione calcistica 1908-1909 un giovane amante di nuove cose e, soprattutto, di nuovi trionfi, forse non soddisfatto delle due società che prima lo avevano accolto al loro interno, l'U.S. Fiorentina e la S.S. Itala, decise di fondarne una esclusivamente di calcio che da lui e dai suoi amici, ai quali si riunirono poi alcuni stranieri ed ex soci dell'Itala, avesse vita e che sotto la sua direzione facesse risorgere, in Firenze, il gioco del calcio. Con questi ideali di rinascita e di azione, rinforzati dal fermo proposito di formare una squadra superiore a ogni altra toscana, nacque il Firenze Foot Ball Club per merito di Umberto Sensi. Fu coadiuvato, per quello che riguarda la parte tecnica, da un tedesco: Matthias Schiffer, capitano al quale molti giocatori del Firenze devono la loro carriera.

Dopo la partenza del Sensi e dello Schiffer, il Firenze F.C. passò dei momenti d'indecisione che lo avrebbero condotto a una fine prematura e ingloriosa, se non fosse che una mente nuova, molto attiva, già pratica di società, non fosse venuta a trarlo a salvamento. Fu Luigi Livio, membro del collegio arbitrale della FIGC e presidente per un biennio del Firenze, a riportare entusiasmo. Si iscrisse al Campionato Regionale 1908-1909. Il primo incontro ebbe luogo per l'eliminatoria fiorentina e si trovarono di fronte l'Itala, alla quale si era già unito il Florence F.C e il Firenze F.C. Dopo una partita che resterà memorabile negli annali toscani del calcio, il giovane sodalizio vinse con 3 porte a 2 dopo un'ora di gioco. Quindici giorni dopo la S.P.E.S. di Livorno, che veniva descritta come una corazzata imbattibile, subiva la stessa sorte, dopo un incontro accanito, soccombendo con 1 porta a 2.Per la finale del campionato, il Firenze batté due volte il Lucca F.C. aggiudicandosi per la prima volta l'ambito titolo. Nello stesso anno si recò a disputare il Torneo per la Challenge Reale a Lucca. Dopo aver battuto l'Itala, soccombeva con 1 a 0 alla forte squadra del Lucca FC. che non aveva disputato alcuna partita del girone del torneo. Nel 1910 il Firenze si rivelò, indiscutibilmente, la migliore squadra toscana e il presidente Livio, coadiuvato dal segretario e buon amico Ubaldo Fortini, poté formare una ottima squadra. Vinse, contro la sua eterna rivale l'Itala, per 2 a 1 aggiudicandosi la Challenge Benizzi. Concorrente al Campionato, lo conquistò nuovamente battendo l'Itala per 3 a 2, il Pisa per 5 a 0 e la S.P.E.S. per 4 a 2.

La squadra andò a Lucca, a sostenere un incontro con la prima squadra dell'Internazionale, allora Campione Federale, e, dopo un gioco spumeggiante, addirittura straordinario, grazie a una difesa impenetrabile, quando ormai a 6' dalla fine la vittoria pareva certa con 2 porte a 1, il Firenze dovette soccombere. In quella manciata di minuti l'Internazionale riuscì, per una disattenzione dell'arbitro (anche allora? Maremma distratta...), a segnare i 2 punti che ribaltarono l'incontro. Partito Luigi Livio, il Firenze elesse Presidente il Sig. Salvini che, con l'aiuto vigile e costante del prezioso Fortini, ne resse le sorti. Vale la pena ricordare le belle gare che riuscì a fornire: gli incontri col Bologna e la splendida vittoria con la Virtus Juventusque (già aria di gobbi in... salsa burlesque?), oltre che sull'Itala. Guardigli, Gatti, Restelli, Wyss, Coppedè, Magnin, Vanni, Nufer, Baldassini, Valvona, Zingler, Cardini, Reschigna. Eccoli i valorosi che si fecero rispettare, con le loro bianche camicie dal giglio rosso, contribuendo a dare al Firenze le ultime gloriose vittorie. Nuovo Giornale, 7 gennaio 1915. "Da vario tempo si parla della fusione delle quattro maggiori società sportive fiorentine in una grande associazione. Di questa opera utilissima per rinvigorire il morituro sport cittadino e toscano, alla quale diamo il nostro apporto ed entusiasmo, avremo occasione di parlarne più ampiamente in un prossimo numero facendo la storia delle trattative e prospettando gli enormi vantaggi che ne trarrebbero le società e tutti coloro che hanno a cuore l'educazione fisica della nostra gioventù. Le società che dovrebbero unirsi sono: il Club Sportivo Firenze, il Firenze FBC, la SS Itala e la USF Sempre Avanti!. La sede di questo nuovo ente dovrà essere il Velodromo delle Cascine, la gloriosa pista dove si sono svolte le battaglie più pure e più belle dello sport italiano e internazionale. Tutti i rami dello sport dovranno essere curati, dal ciclismo al fiorentinissimo gioco del calcio, motociclismo, ginnastica, giochi olimpici, automobilismo. Per continuare le già iniziate trattative e gettare le basi di questa fusione si riuniranno lunedì sera, in una sala del Gambrinus i signori avv. Lodi Focardi, prog. Pastorini, Ragnini, Cipolloni, avv. Zavattaro, Gelli, Sansoni, gar. Macciani, Burci, Lombardi, Chiesi, delegati delle quattro società e Moretti, Vanni e Borghi per la Stampa. Dopo una discussione cordiale e animatissima fu deliberato di sottoporre la proposta dello scioglimento delle singole società e la costituzione della nuova "Società Sportiva Firenze" alle assemblee dei soci che saranno tenute contemporaneamente il 21 prossimo. Siamo certi che tutti gli appassionati approveranno questa simpatica iniziativa e che i soci non voranno frapporre ostacoli a coloro che con tanto ardore si sono prefissi - per il bene dello sport fiorentino - questo nobilissimo intento".

Il 20 settembre 1926 iniziò la storia agonistica dell'Associazione Fiorentina del Calcio, sorta pochi mesi prima dalla fusione di Palestra Ginnastica Fiorentina, Libertas e Club Sportivo Firenze. L'allenatore fu l'ungherese Karoly Csapkay che l'anno precedente aveva condotto i "Ghiozzi Rossi". I popolarissimi calciatori in divisa gigliata, rosso scarlatto, presero questo soprannome a causa dei frequenti tuffi nel fosso per recuperare il pallone. Di questi 45 anni di attività rimane testimonianza in un libretto realizzato a ricordo dell'inaugurazione del Campo sportivo velodromo Libertas, di via Bellini, avvenuta il 2 aprile 1922 in alcuni numeri di un periodico edito dalla stessa Società: il "Ghiozzo Rosso". La rosa era composta da diversi giocatori, in prevalenza delle due squadre appena unitesi, oltre ad altri elementi provenienti dalla provincia. Si cercò un'avversaria di valore ma che al tempo stesso non fosse di primissimo piano. La scelta cadde sul Signa che aveva appena "bruciato" il CS Firenze nella corsa alla promozione in 2^ Divisione. Il campo di gioco, quello storico di via Bellini, venne gremito di spettatori, molti dei quali anche di parte signese. I "canarini" chiusero il primo tempo in vantaggio per 2 a 0. Nella ripresa Baldini accorciò le distanze ma i biancorossi (la maglia viola non era ancora stata adottata) non riuscirono a pareggiare. Le cronache dei quotidiani "La Nazione" e "Il Nuovo Giornale" riportarono una sola formazione per la Fiorentina e per giunta con quindici giocatori, quattro dei quali furono elencati due volte. 

Ecco chi difese l'onore della Fiorentina per la prima volta nella storia. Baccilieri, Baldini, Bandini, Barigozzi, Benassi, Carulli, Focosi, Posteiner, Salvatori i, Sbrana, Taddei e Tuti. Allenatore Karoly Csapkay. L'appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme. Non è il conforto di un normale voler bene. L'appartenenza è avere gli altri dentro di sé. "l volger del ciel della luna cuopre e riscopre i liti sanza posa, così fa di Fiorenza la Fortuna: per che non dee parer mirabil cosa ciò ch’io dirò delli alti Fiorentini onde è la fama nel tempo nascosa". Sono 45 anni esatti che vado allo stadio! Quante ne ho viste... A quale formazione sono più legato? Alla prossima! Sarebbe troppo facile pensare a quelle che, annali docet, hanno contribuito al "buon nome".  7 maggio 1978. Galli, Zuccheri, Orlandini, Galdiolo, Della Martira, Pellegrini, Caso, Braglia, Sella, Antognoni, Casarsa. All'ultima giornata si giocarono qualcosa più della salvezza: la loro stessa dignità. Solo chi c'era quel giorno potrà capire... Chi indossa la nostra maglia dovrebbe, fin da subito, apprendere cosa significhi la città per la Fiorentina e la Fiorentina per Firenze visto che è inscindibile e motivo di orgoglio per noi, portatori sani, delle nostre origini. In fondo, anche Ennio Flaiano affermò che "molti muoiono a Firenze, non avendo potuto nascerci...".