Fino ad una decina di anni fa, quando Braida (e non Galliani) era il più stimato ds in Europa e, soprattutto, quando Berlusconi era propenso a cospicui investimenti sul mercato (pro domo sua, sia chiaro), quando si leggeva blitz quasi sempre si traduceva campioni in arrivo. La solfa, almeno sulla stampa, non è cambiata: quelle che sono cambiate, e di molto, sono la volontà di investire e, quando i denari erano a disposizione, la capacità di comprare. Di non più tardi di due anni fa è infatti, nella triste memoria rossonera, la disastrosa campagna di indebolimento da 230 milioni; un paio di anni prima emulata dallo scempio di quella da 90 (Bertolacci per intenderci). Eppure nonostante qua si voglia alienare il prima possibile, sottostare senza pugna ai diktat Uefa (che peraltro non stanno in piedi), non investire in un asset troppo indebitato e sprofondato tecnicamente, la tribù dei gazzettieri è più agguerrita che mai. Non si contano più i raid su Madrid ("però è insorto un problema"), Kessié può partire (ma è sempre in rosa), sottotraccia su Tizio (ma non arriverà mai, neanche per visitare il Cenacolo), il Milan sonda Isco ("ma ci vogliono 90 milioni").

La cosa che più avvilisce, tuttavia, non è il grottesco, per quanto comprensibile, tentativo di mettere insieme quattro notizie al giorno, quanto il numero di lettori che continua a bersela come se anni di vacche magre, regali a chi vende, e rosa da decimo posto non fossero stati sufficienti a capire la portata delle bufale che svolazzano a più non posso. Credo, arrivati ormai in fondo ad un burrone entro il quale rotoliamo da anni senza la minima capacità o volontà di rialzarci, sia più saggio il silenzio che, opportunamente, sta adottando Maldini. Nel dubbio (di dire panzane), meglio tacere.