"Ars gratia artis", tradotto dal latino "l'arte per l'arte": una delle più celebri frasi resa nota dai vari movimenti artistici e lettarari del 1800. Ma cosa si cela dietro questa frase? Un concetto vuoto e artificioso, votato a nascondere l'assenza di moralità all'interno delle opere di alcuni artisti giulivi e superficiali o la spontaneità e la libertà dell'arte stessa, da ogni tipo di involucro politico e sociale, riassunto in una semplice frase? Dare una risposta in realtà sembra essere impossibile, a salire sul trono della ragione, infatti, è sua maestà soggettività. L'unica cosa certa è che, se assumessimo il punto di vista del tipico dandy del 1800 (tanto caro ad Oscar Wilde), allora, Ricardo Kishna, fino a qualche anno fa, sarebbe stato la massima espressione calcistica di questo tanto dibattuto concetto.

Gli inizi 
Kishna nasce nel 1995 in Olanda, più precisamente all'AIA: una città di circa 500.000 abitanti. Qui, il giovane futuro lanciere, muove i suoi primi passi da calciatore, in alcune società minori tra cui il VUC e l'ADO Den Haag, fino ad entrare nelle brame dell'Ajax. I biancorossi decidono cosi di acquistare il cartellino del funanmbolico ragazzino per pochi spiccioli. Da lì in poi, Kishna, non ha alcun problema a scalare le gerarchie: le sue doti sono sorprendenti, il suo rapporto con il pallone più che far pensare al calcio giocato e ai suoi tatticismi, fa più che altro pensare ad una bellissima danza: un tango argentino in cui, quella sfera, sembra essere in totale balia e controllo dei dolci tocchi dell'olandese.

Sembrava destino
Nel 2014, i dirigenti dell'Ajax, non possono quindi fare a meno di dare un'occasione al talentuoso giovane. Tra l'altro, quell'anno, incensato dalla rivista di caratura internazionale "Don Balon", come uno dei migliori giovani in circolazione. E gli spagnoli non sbagliano: Ricardo si rivela una delle più grandi sorprese della Eredivise, mettendo a segno 5 reti e 5 assist in sole 26 partite. Il tutto all'età di 20 anni. Per Kishna ogni cosa sembra puntare in un'unica direazione: quella del successo. Ma come in tutte le più belle favole, anche qui il fulmine a ciel sereno non si lascia attendere: Il rapporto con Frank De Boer non decolla, anzi, precipita. E dopo svariati punzecchiamenti, il talento olandese decide di chiedere il trasferimento.

Il declino a tinte biancocelesti
Il litigio con De Boer sembra quasi un nefasto presagio. Non sarebbe di certo la prima volta che, un ragazzo dalle grandi doti, getta il suo futuro alle ortiche per colpa di schiribizzi e pensieri nebulosi  tutto meno che producenti, in una chiave volta alla crescita sportiva. La Lazio, però, famosa per la sua capacità di fiutare gli affari low-cost, e nel valorizzare giocatori apparentementi alla deriva e problematici, decide di investire sul giovane, portandolo all'ombra del Colosseo nella calda estate del 2015. L'olandese si ambienta subito nel migliore dei modi, svolgendo, sotto le tre cime di lavaredo, un ritiro estivo pieno e soddisfacente. Tant'è che, l'allora allenatore della Lazio, Stefano Pioli, decide fin da subito di lanciarlo nel campionato italiano come asso nella manica. Il funanmbolico olandese non delude, e alla prima partita della stagione, in un Lazio-Bologna datato 22 agosto 2015, segna il gol vittoria all'esordio in biancoceleste. Sembra fatta: la Lazio ha trovato una nuova freccia per il suo arco
La realtà però è tutt'altra: come un'infida serpe, la verità, si nasconde nel destino del promettente olandese. Quel Lazio-Bologna che sarebbe dovuto essere solo la prefazione del suo romantico romanzo a tinte biancocelesti, si rivelerà essere, invece, il canto del cigno per la carriera di Ricardo Kishna: quell'anno l'ex promessa dei lancieri, toccherà a malapena quota 11 presenze in Serie A, e l'anno successivo un numero ancor più esiguo. Portando cosi, la società biancoceleste, a considerare il suo imminente trasferimento in terre lontane.

Il canto del cigno olandese
La latitanza europa di Ricardo Kishna inizia cosi, nel gennaio del 2017, quando dalla Lazio finisce in prestito al Lille. Anche in Francia, però, la fortuna non sembra essere destinata consorte del giocatore, che non colleziona nulla se non qualche spezzone di gara fino al termine della stagione. Tornando cosi, inesorabilmente, tra le braccia della tutt'altro che accogliente Lazio. La quale prontamente lo rigira all'ADO Den Haag, in Serie B olandese. La stessa società che, quasi dieci anni prima, permise al classe 95' di mettersi in mostra e di approdare nell'Ajax. E stessa società con la quale, Kishna, in due anni, mette a segno a malapena quattro presenze tra prima squadra e giovanili, per poi tornare, nuovamente, a Formello nel 2019, dove ancora oggi si trova, in attesa del 30 giugno: giorno in cui il suo contratto con la Lazio potrà dirsi terminato.