Le prime quattro della classifica si sono affrontate nella giornata di sabato e i verdetti parziali (aspettando il risultato del derby della madonnina di questa sera) hanno decretato che non c'è ancora niente di scritto, di già definito.

La Juventus vince la sfida con la Lazio a 30'' dal fischio finale, con il sorriso eloquente di Allegri che quasi non riesce a credere ai suoi occhi. Quella contro i biancocelesti era una sfida complicata per le assenze di Higuain, Chiellini, Cuadrado e Bernardeschi; di contro la Lazio veniva dal lungo match di Coppa Italia col Milan che aveva portato via molte fatiche sia mentali che fisiche. Ma non le convinzioni di essere un ottimo gruppo pronto a giocarsi un posto in Champions con i cugini-rivali della Roma e con l'Inter di Spalletti; in più forti di sapere come battere i bianconeri affrontati nella partita di andata all'Allianz Stadium. Una partita sostanzialmente molto bloccata, dove l'attenzione a non commettere errori difensivi ha prevalso sulla voglia di aggredire l'avversario a testa bassa; del resto la posta in palio era importante per entrambe, ma un'eventuale sconfitta per la Juventus avrebbe rappresentato il quasi sicuro addio alle velleità di conquistare il settimo scudetto, per la Lazio invece l'abbandono del piazzamento in Champions.
Poche le emozioni con Immobile stretto nella morsa dei centrali bianconeri Benatia-Rugani, e con Luis Alberto apparso visivamente stanco e spesso in ritardo sui lanci che a volte Parolo, altre Milinkovic-Savic effettuavano nella sua zona di competenza. Anche Lukaku non godeva di molto spazio sulla fascia sinistra e spesso veniva raddoppiato, con la conseguenza di costringere il belga a commettere spesso fallo più di frustrazione che altro.
La Juve, detto dell'indisponibilità del centravanti spagnolo si affidava al rientrante Paulo Dybala anche lui in un periodo non ottimale e al solito Mario Mandzukic che già tante volte in questa stagione ha portato i tre punti in momenti difficili.
Molta attenzione è stata dedicata a non commettere fallo in quelle porzioni di campo dove l'estro di Pjanic dai calci da fermo è quasi una sentenza. Proprio quando tutto lasciava pensare a uno zero a zero non entusiasmante ecco venire fuori il talento, la classe, la ''tigna'' dell'argentino che palla al piede supera Felipe Luiz e in area ingaggia un duello con Parolo il quale pur costringendolo a piegarsi sul terreno di gioco non riesce ad evitare che la punta bianconera calci il pallone insaccando sotto l'incrocio di un incredulo Strakosha.
Una beffa per Inzaghi e un successo insperato per Allegri che vede la possibilità di recuperare sul Napoli impegnato contro una Roma in difficoltà di gioco e risultati, ma il calcio insegna che a volte le partite girano stranamente in senso inverso. Difatti...

Al S.Paolo la squadra di Sarri conosce il risultato dei bianconeri ed è conscia che per essere sicura di guidare la classifica anche dopo il recupero di Juventus-Atalanta  deve battere i giallorossi. Dal canto suo Di Francesco sa che per uscire da un periodo nero di risultati non c'è niente di meglio che affrontare la prima della classe, tanto, i pronostici sono tutti dalla parte degli azzurri quindi se dovesse andar male, alla fine era in preventivo. La partenza della Roma è come al solito a spron battuto, tanto da sorprendere i partenopei che appaiono un pò frastornati causa forse la delusione del risultato dell'Olimpico di Roma. Ma a fare la differenza dalle uscite precedenti è una compattezza di squadra ritrovata e la voglia di eseguire al meglio i dettami dell'allenatore, il quale in settimana si era espresso con fermezza alla stampa che ipotizzava un possibile rifiuto dei suoi schemi da parte della rosa. Il Napoli di Sarri è squadra solida che gioca il miglior calcio d'Italia, e col suo pubblico casalingo a spingerlo per tutti i 90 minuti rappresenta una seria minaccia anche per squadre di primissima grandezza europea. Insigne rapppresenta la spina nel fianco della retroguardia romanista, il più in palla dei partenopei, quasi imprendibile nel suo svariare dalla sinistra con tagli al centro dove Mertens è ben controllato da Fazio in una delle sue migliori prestazioni in maglia giallorossa.
Il Napoli fa la partita, e la Roma è lì a contenere gli attacchi degli azzurri nella sua metacampo approfittando delle ripartenze che gli uomini di Sarri concedono. E' infatti da una di queste che Under riesce a riportare il risultato in parità dopo che appena 60 secondi prima Insigne aveva trovato il giro giusto per superare Allison in uno dei suoi tiri ad effetto dai 30 metri. Raggiunto presto il pareggio la Roma acquistava nuova fiducia in se stessa, per il Napoli era invece un dover ricominciare a pressare i giallorossi nella sua metacampo dove gli spazi erano troppo esigui per la manovra napoletana.
Ancora nelle ripartenze la squadra di Di Francesco si rendeva pericolosa con Under sempre più dentro gli schemi che si inseriva sulla fascia destra e Perotti a sinistra a bloccare Hysaj nelle retrovie. Al 26' un cross di Florenzi (anche lui in ripresa sia fisica che mentale rispetto alle ultime uscite) è una pennellata per la testa di Dzeko che batte imparabilmente Reina, che guarda il pallone infilarsi nella porta. La compagine azzurra perde tranquillità, e inizia anche a sbagliare diversi appoggi in fase di costruzione della manovra e per i giallorossi la tattica di contenimento viene così facilitata. Ma il Napoli ci prova a macinare gioco, sempre a pressare la Roma, dall'inizio della ripresa e solo il muro alzato da Manolas e la fantastica giornata di Alisson impedisce al Napoli di recuperare il risultato.
Il tabellino della partita riporta per il Napoli anche un palo da calcio d'angolo per mano di Callejon prima che Dzeko si ricordi di avere anche lui qualche giocata nelle corde, e decide di mostrarlo al pubblico totalmente azzurro del S.Paolo con un tiro a fil di palo sulla destra di Reina che capisce di vivere una delle peggiori giornate mai vissute con questa maglia. Lo stadio che aveva incitato i suoi beniamini per tutta la partita adesso era ammutolito, conscio che ormai il risultato a dieci minuti dal recupero era perso. C'era il tempo per affossare ulteriormente la squadra napoletana per Perotti prima della sostituzione e la rete di Mertens al 2' di recupero ha il sapore amaro della sconfitta.

Quello che risultava quindi da questa giornata di scontri al vertice era una sostanziale giornata pro Juventus, che forse inaspettatamente si ritrova virtualmente con la possibilità di riprendersi la vetta e con lo scontro diretto da giocarsi in casa. Per il resto annotiamo il nuovo sorpasso della Roma ai danni dei cugini biancocelesti in terza posizione, aspettando il risultato del derby milanese.

Proprio mentre sto scrivendo arriva la terribile notizia della morte di Davide Astori per arresto cardiaco nell'albergo di Udine dove la Fiorentina era in ritiro prima della partita di campionato. Astori aveva giocato tra l'altro con le maglie di Cagliari e Roma ottenendo buoni risultati. In seguito a questa tragedia è stata annullata la giornata calcistica rinviando gli incontri a data da destinarsi.
Alla famiglia del calciatore gigliato arrivino le mie personali condoglianze.